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Still from Ana Vaz, Há Terra! [There is Land!], 2016 © Ana Vaz

 

Fondazione In Between Art Film e MAXXI presentano PENUMBRA EXPANDED 

Una rassegna di proiezioni nella videogallery del museo che vede protagonisti gli artisti della mostra Penumbra, organizzata a Venezia da Fondazione In Between Art Film

Dall’11 ottobre al 6 novembre 2022 Fondazione In Between Art Film e MAXXI Museo nazionale delle arti del XXI secolo presentano nella videogallery del museo Penumbra Expanded, un programma di proiezioni a cura di Alessandro Rabottini e Leonardo Bigazzi che raccoglie una selezione di più di 30 film e video – la maggior parte dei quali mai esposti in Italia – realizzati dagli artisti protagonisti di Penumbra, la prima mostra istituzionale organizzata dalla Fondazione In Between Art Film al Complesso dell'Ospedaletto di Venezia in occasione della Biennale Arte 2022, in corso fino al 27 novembre 2022.

Penumbra Expanded prende forma nell'ambito del rinnovato accordo triennale tra il MAXXI e la Fondazione In Between Art Film (2022-2024) che vede le due istituzioni collaborare nell'attività di promozione del linguaggio video nazionale e internazionale attraverso la programmazione della videogallery del MAXXI e l'organizzazione di rassegne video, film screening, incontri con artisti, oltre che la selezione di opere che entreranno a far parte della collezione del Museo.

A cura di Alessandro Rabottini e Leonardo Bigazzi – rispettivamente Direttore Artistico e Curatore della Fondazione – Penumbra comprende otto nuove installazioni video e filmiche commissionate a Karimah Ashadu (1985, Regno Unito), Jonathas De Andrade(1982, Brasile), Aziz Hazara (1992, Afghanistan), He Xiangyu(1986, Cina), Masbedo(Nicolò Massazza, 1973 e Iacopo Bedogni, 1970, Italia), James Richards (1983, Regno Unito), Emilija Škarnulytė (1987, Lituania) e Ana Vaz (1986, Brasile). Tutte le otto le opere sono commissionate e prodotte da Fondazione In Between Art Film, l’iniziativa fondata da Beatrice Bulgari per sostenere artisti e istituzioni attive nel campo delle immagini in movimento.

La rassegna propone al MAXXI una panoramica inedita e approfondita sulle pratiche degli otto artisti attraverso una rassegna di proiezioni monografiche. Gli otto focus sugli artisti di Penumbra, ciascuno della durata di tre giorni, offrono per la prima volta uno sguardo comprensivo sulle tematiche e le scelte formali che caratterizzano la loro poetica.

La pratica di Karimah Ashadu indaga le questioni legate alle condizioni di lavoro, alla cultura patriarcale e all’idea di indipendenza nel contesto sociale, economico e culturale della Nigeria e dell’Africa occidentale. Jonathas De Andrade esplora le dinamiche socio-politiche del Brasile — in particolare della regione nord-orientale e di Recife, dove l’artista vive e lavora — alla luce dell’impatto che colonialismo e schiavitù hanno avuto e continuano ad avere sull’identità nazionale e sulle condizioni di lavoro. Aziz Hazara riflette sulle eredità materiali e culturali che persistono in Afghanistan in seguito alle occupazioni straniere del suo territorio, portando spesso all’attenzione il rapporto individuale e collettivo con la memoria e l’identità, la realtà e la finzione nel contesto della guerra al terrorismo. La pratica di He Xiangyu osserva l’impatto che turbolenze geopolitiche e storiche hanno sui corpi, sull’identità e sulla sopravvivenza di individui e comunità. I lavori interdisciplinari del duo artistico Masbedo fungono da laboratori di memoria, poiché danno voce a quelle storie private che potrebbero mettere in discussione la dimensione pubblica della Storia. James Richards combina immagini, suoni e fotografie in associazioni poetiche piuttosto che narrazioni lineari concentrandosi sull’intima vulnerabilità di immagini e corpi, soggetti e oggetti. I film e le installazioni immersive di Emilija Škarnulytė riposizionano i temi della conoscenza umana e dell’interpretazione del mondo all’interno di una dimensione spazio-temporale molto più vasta. Ana Vaz esplora l’intersezione tra l’Io e l’Altro, tra il mito e la storia, utilizzando gli strumenti del racconto cinematografico per decentrare lo sguardo umano.

La rassegna conferma l’impegno congiunto del MAXXI e di Fondazione In Between Art Film nel promuovere la cultura delle immagini in movimento e nel supportare gli artisti che esplorano il dialogo tra le differenti discipline e i time-based media.

Calendario delle proiezioni monografiche:

11-13 ottobre: Ana Vaz

14-16 ottobre: Masbedo

18-20 ottobre: Karimah Ashadu

21-23 ottobre: James Richards

25-27 ottobre: Aziz Hazara

28-30 ottobre: Jonathas de Andrade

1-3 novembre: Emilija Skarnulyte

4-6 novembre: He Xiangyu

 

Ingresso gratuito durante gli orari di apertura del Museo da martedì a domenica 11 – 19

La biglietteria è aperta fino a un’ora prima della chiusura del Museo.

 



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foto di Letizia Cigliutti.

 

Valerio Berruti inaugura “Alba”: scultura monumentale per la nuova Piazza Michele Ferrero di Alba 

Un evidente omaggio alla terra su cui si erge e al tempo stesso un nome di bimba per enfatizzare l’aspetto poetico della capitale delle Langhe.

È stata inaugurata nel giorno di San Michele, giovedì 29 settembre, la rinnovata piazza Ferrero insieme con la nuova fontana e l’opera “Alba” dell’artista Valerio Berruti, dono della famiglia Ferrero.

Alla presenza dell’Amministrazione comunale, della signora Maria Franca e del dottor Giovanni Ferrero, presidente esecutivo del Gruppo, di fronte ad un pubblico numeroso, con grande emozione è stata svelata la scultura dal profilo leggero e armonioso alta 12,5 metri. 

“Nella piazza intitolata al nostro amatissimo ed indimenticabile Michele, che ha sempre rivolto il suo sguardo al nuovo e al possibile, le figure lievi e decise di Valerio Berruti ispirano i nostri pensieri e le nostre speranze”. Questa la frase che la famiglia Ferrero ha voluto incidere sulla stele. Luogo di snodo, centro di ritrovo della cittadinanza e sede nel corso degli anni di diverse importanti attività economiche albesi, nel 1845 la piazza venne progettata dall’architetto Giorgio Busca. Il "Piazzale porta Savona", dotato di casello daziario, era adibito a manifestazioni e al mercato dell'uva. All'inizio del ‘900 la piazza venne intitolata al re Umberto I e nel 1944 a Ettore Muti. Ritornò “Savona” nel 1951 per riaffermare i vincoli commerciali e industriali tra la città e la Liguria. Alla fine degli anni Cinquanta la signora Ottavia Amerio Ferrero fece realizzare la fontana che abbelliva la piazza, dedicandola alla memoria del marito Giovanni, zio di Michele. La fontana, decorata con pannelli dello scultore Angelo Grilli, rappresentanti i simboli degli Evangelisti le cui iniziali compongono il nome della Città, fu inaugurata il 1 maggio 1959.

Dopo la risistemazione del 2009, il 29 settembre 2015 piazza Savona è diventata piazza Michele Ferrero, dedicata all’imprenditore Medaglia d’Oro della Città di Alba e Cavaliere del Lavoro e di Gran Croce scomparso il 14 febbraio 2015 a Montecarlo.

Lo scorso anno, inoltre, era stata annunciata la volontà di installare nella piazza una grande opera monumentale permanente realizzata dall’artista albese Valerio Berruti e donata alla città dalla famiglia Ferrero. Una scultura posizionata su una nuova fontana, circolare e a sfioro, omaggio alla prima che un tempo adornava piazza Savona.

Il nome dell’opera realizzata in acciaio inox è “Alba”, un evidente omaggio alla terra su cui si erge e al tempo stesso un nome di bimba per enfatizzare l’aspetto poetico della capitale delle Langhe. Valerio Berruti per rappresentare il carattere tipico di quella che Beppe Fenoglio chiamava “la razza langhetta” ha scelto una bambina raffigurata in un atteggiamento timido, ritroso o, come si direbbe nel dialetto piemontese, “genato”. L’opera è un monumento alla vita, un monito rivolto allo spettatore che intende riportarlo al periodo dell’infanzia, il momento della vita in cui tutto può ancora avvenire.

“E’ un motivo di profondo orgoglio per tutti noi essere qui stasera – ha detto Giovanni Ferrero -. Un momento per rispolverare quelle che sono le nostre radici, il nostro rapporto profondo con l’eredità storica di questa città e il senso di condivisione di questa comunità. Ho pensato a una metafora della vita, un arco che più si tende la corda indietro e più si sa che la freccia andrà avanti, lontano. Solo chi ha una comprensione profonda, un rapporto autentico, un senso dei valori vincolato alle proprie radici potrà andare avanti nel mondo, globalizzarsi, internazionalizzarsi, perché la forza che le nostre radici ci danno è la forza di essere sempre fedeli a se stessi. L’albesità ha molto a che fare con l’ingegno, la capacità di lavoro e di risollevarsi a fronte di qualsiasi evenienza negativa. Credo che oggi più che mai abbiamo bisogno di coraggio e fiducia. In questa piazza si celebra l’ingegno albese, la facoltà di saper guardare oltre, di spostare le frontiere del possibile, di provare con audacia a immaginarsi un futuro altro. Con dedizione, con sacrificio, forza di volontà avete sempre dato un eccellente esempio di come rialzarsi e potercela fare. L’albese non solo guarda al futuro, ma riesce anche, con un passaggio di staffetta generazionale, a tramandare l’esempio alle generazioni che verranno. Gente capace di rimanere fedele a se stessa nel tempo e al contempo reinventarsi. Questa statua, di una poetica e un lirismo struggenti, rappresenta bene la capacità di guardare con occhi nuovi al domani, come sanno fare i bambini. Voi siete il più grande esempio di cui mio padre andrebbe fiero e sappiate che il rapporto tra Ferrero e Alba è un rapporto indissolubile, un rapporto di sangue. Alba non ci ha mai traditi e noi non tradiremo mai Alba”.

“Alba – commenta l’artista Valerio Berruti - è il nome della mia città e da oggi è anche il nome della scultura che identifica piazza Michele Ferrero. È un nome che mi ha sempre affascinato perché rappresenta il momento della giornata in cui tutto deve ancora avvenire, proprio come l’infanzia. Questo progetto racchiude in sé un’emozione incommensurabile. Sono orgoglioso e riconoscente alla famiglia Ferrero, alla sua Fondazione e all’Amministrazione comunale per avermi incaricato di lasciare un segno in un luogo così importante per la vita cittadina. Mi piace pensare che il nostro quotidiano frenetico e operoso, così come i momenti di svago nella piazza da ora in poi saranno scrutati dallo sguardo timido e attento di una bambina”.

Il sindaco Carlo Bo: “Ho creduto fortemente in questo progetto e, oggi, vedendo la nuova piazza e respirando la grande emozione di questa serata storica ne sono ancora più convinto. Piazza Michele Ferrero è da sempre un luogo simbolo di questa città, centro nevralgico commerciale ed economico, ma anche luogo di ritrovo dove molti di noi custodiscono ricordi indelebili. Sin dalla prima fontana, è indissolubilmente legata alla famiglia Ferrero e oggi – grazie a questo prezioso dono e con una piazza degna dell’industriale a cui è dedicata – si rinnova ancora una volta il legame tra la Ferrero e la città. “Alba”, realizzata da uno degli artisti albesi più conosciuti, sarà un grande richiamo per turisti e visitatori e caratterizzerà ancora di più la capitale della Langhe. Il mio più sentito ringraziamento alla signora Maria Franca, al dottor Giovanni e a tutta la famiglia Ferrero, oltre a tutti coloro che hanno contribuito a realizzare questa meravigliosa piazza”.

“La presenza di così tante persone stasera, delle persone che hanno lavorato alla piazza, di tutta la famiglia Ferrero e delle autorità civili, militari e religiose – commenta l’assessore al Turismo ed eventi Emanuele Bolla - ci fa sentire ancora di più l’importanza di questo momento. Non solo l’inaugurazione di una piazza rinnovata e di un’opera di grande prestigio e richiamo, ma anche un’occasione per sentirci ancora di più comunità e celebrare l’albesità. E’ stata una serata ricca di emozioni, orgoglio e soddisfazione, e una celebrazione dei valori del signor Michele sulla piazza che porta il suo nome e su cui Pietro ha passeggiato molte volte, un luogo denso di significato”.

 



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LA PRIMA "DIGITAL FELLOWSHIP" DI POMPEII COMMITMENT. MATERIE ARCHEOLOGICHE 

Un nuovo programma annuale di Digital Fellowship, che promuove la ricerca artistica e curatoriale all'interno del contesto unico, trans-temporale, multi-specie e stratificato di Pompei.

NOW ONLINE: ANRI SALA, SIDE A + SIDE A TOO - LA PRIMA DIGITAL FELLOWSHIP DI POMPEII COMMITMENT. MATERIE ARCHEOLOGICHE, A CURA DI MARCELLA BECCARIA.

Pompeii Commitment. Materie archeologiche – il primo programma d'arte contemporanea a lungo termine istituito dal Parco Archeologico di Pompei – ha recentemente lanciato un nuovo programma annuale di Digital Fellowship, che promuove la ricerca artistica e curatoriale all'interno del contesto unico, trans-temporale, multi-specie e stratificato di Pompei.

Anri Sala è l'artista che inaugura il programma di Digital Fellowship con Body Double, una nuova opera sonora ideata mettendo in relazione reperti trovati a Pompei in anni recenti con altri riferibili a scavi effettuati nei secoli passati. Accompagnata da due nuovi disegni appositamente realizzati dall'artista, l'opera è un'elegia dedicata agli antichi abitanti di Pompei, luogo che continua a tornare dal passato al presente, proiettandosi verso il futuro e rendendo lo spazio e il tempo entità porose, ripiegate su se stesse. Body Double è a cura di Marcella Beccaria.

In previsione della presentazione di Body Double anche nella forma di un LP in vinile, prodotto con il gentile supporto di Gianfranco D'Amato, questa Digital Fellowship si articola in due parti – Side A e Side A Too – da oggi online su pompeiicommitment.org.

Il lancio di Side A Too, originariamente previsto per giovedì 6 ottobre 2022, è stato eccezionalmente spostato a sabato 8 ottobre 2022 in occasione della 18° Giornata del Contemporaneo AMACI.

 



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GióMARCONI presenta TRISHA BAGA TIME MACHINE 

La seconda personale in galleria dell’artista americana Trisha Baga.

Gió Marconi è lieto di annunciare TIME MACHINE, la seconda personale in galleria dell’artista americana Trisha Baga. I dipinti fanno parte di una nuova serie in cui Baga si concentra principalmente sul desktop del computer e sulle immagini dello screensaver. Da quando è iniziata la pandemia e le persone hanno trascorso una quantità eccessiva di tempo davanti agli schermi dei loro computer, Baga è stata incuriosita dai paesaggi colorati, molte volte esotici e lussureggianti che fungono da salvaschermo e che spesso non potrebbero essere più lontani dal mondo reale: catene montuose incontaminate e innevate sotto cieli soleggiati, paesaggi rurali selvaggi o regali iceberg artici portano un mondo ideale e sublime nella casa dello spettatore e sugli schermi dei loro computer.

Il primo strato dei dipinti di Baga consiste nella rappresentazione di questa natura sublime che l'artista poisovrappone con un altrostrato di riflessiproveniente dal mondo reale che si tratti del riflesso dello schermo di un cellulare o di un cursore, della finestra di un appartamento, di una pianta casalinga o un orologio: in uno dei dipinti, iceberg incontaminati in blu e rosso galleggiano sotto i vari riflessi delle robuste lampade da soffitto Costco. I dipinti evidenziano la giustapposizione, da un lato, di una natura sublime e un mondo naturale ideale e,dall’altro, di interni comuni e del proprio ordinario mondo reale. Nel nuovo corpus di opere di Baga, il mondo analogico interferisce con il mondo digitale edentrambe le sfere si fondono tra loro.

Trisha Baga (1985, Venice, FL) è un’artista filippino-americana che vive e lavora a New York City. I suoi lavori sono stati oggetto di mostre personali presso: Pirelli Hangar Bicocca, Milano(2020); Fridericianum, Kassel (2020); TPW, Toronto (2018); CCC, Carpenter Center for the Visual Arts, Harvard College, Cambridge (2017); Zabludowicz Collection, Londra (2014); Whitney Museum of American Art, NewYork (2012); Kunstverein München, Monaco (2012). Ha partecipatoa mostre collettivepresso: ARoS Aarhus Art Museum, Aarhus (2022); Gesellschaft für Moderne Kunst am Museum Ludwig, Cologne (2021); Asian Film Archive, Singapore (2021); CACCincinnati (2021); Hamburger Bahnhof, Berlino (2020); Folkwang Museum, Essen (2016); Yerba Buena Center for theArts, San Francisco (2019); Kunsthalle Wien, Vienna (2019); LACMA, Los Angeles (2018); Whitney Museumof American Art, New York (2016); Centre d’Art Contemporain,Ginevra (2016); Musée d’Art Moderne de la Ville de Paris (2015); European Biennial of Contemporary Art, Zurigo (2016); Julia Stoschek Collection atZKM, Karlsruhe (2014). Le opere di Trisha Baga fanno parte delle collezioni di: Whitney Museum of American Art, New York; Hessel Museum of Art, Annandale-on-Hudson, NewYork; Moderna Museet, Stoccolma; Astrup Fearnley Museum,Oslo; Museum Ludwig, Cologna; Museum MMK für Moderne Kunst, Francoforte; Julia Stoschek Collection, Düsseldorf; Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto; Aïshti Foundation, Beirut,tra le altre.

INFO

8 ottobre - 20 dicembre 2022

Opening: venerdì 7 ottobre 2022

GióMARCONI - Via Tadino, 20 - Milano

 



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Collezione Maramotti per la diciottesima Giornata del Contemporaneo 

In questa giornata la Collezione propone una visita accompagnata alla sezione Rehang.

Collezione Maramotti è lieta di aderire alla diciottesima edizione della Giornata del Contemporaneo promossa da AMACI – Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani – per promuovere e far emergere la rete del contemporaneo nazionale e internazionale.

In questa giornata la Collezione propone una visita accompagnata alla sezione Rehang, ultime dieci sale del secondo piano dell’esposizione permanente riallestite nel 2019, che offrono una panoramica sul work in progress della Collezione, su un racconto del presente che diviene storia e patrimonio.

Il percorso, della durata di un’ora, si concentrerà sulle ricerche di Enoc Perez (2008), Gert & Uwe Tobias (2009), Margherita Moscardini (2019), Krištof Kintera (2017), Jules de Balincourt (2012), Alessandro Pessoli (2011), Evgeny Antufiev (2013), Thomas Scheibitz (2011), Chantal Joffe (2014) e Alessandra Ariatti (2014).

La visita offrirà una panoramica sui principali focus della Collezione oggi: l’evoluzione del linguaggio pittorico, la riflessione sullo statuto dell’opera d’arte, ma anche ecologia e sostenibilità come urgenze globali – temi della Giornata del Contemporaneo 2022. In particolare, la grande installazione Postnaturalia di Kintera invita a una riflessione ironica e amara sul rapporto tra natura, scienza e tecnologia, mentre gli psichedelici dipinti di de Balincourt e il progetto di Moscardini sul campo per rifugiati di Za’atari rispondono a emergenze umanitarie, sociali e politiche del nostro tempo.

Gli accessi alla Collezione saranno soggetti a prenotazione e organizzati in due turni, ciascuno riservato a 25 persone fino ad esaurimento posti:

Primo turno: ore 18.00 – 19.00

Secondo turno: ore 19.00 – 20.00

Info e Prenotazioni:

Tel. 0522 382484

Email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Nella stessa giornata, dalle 10.30 alle 20.00, sarà aperta al pubblico la mostra temporanea Bellum di Carlo Valsecchi, un progetto che origina da un’esplorazione dei territori e delle costruzioni fortificate del nord-est italiano legati al primo conflitto mondiale. Venti fotografie che raccontano il conflitto ancestrale tra uomo e natura e tra uomo e uomo; l’uso della natura come difesa dall’altro uomo e parimenti la difesa dell’uomo dalla natura.

Collezione Maramotti vi aspetta!

 



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MACTE presenta Zio Riz di Raffaela Mariniello 

Proiezione del film alla presenza dell'artista in occasione della XVIII Giornata del Contemporaneo.

Sabato 8 ottobre, in occasione della XVIII Giornata del Contemporaneo promossa da AMACI, dedicata al tema della sostenibilità, il MACTE Museo di Arte Contemporanea di Termoli presenta la proiezione del film documentario Zio Riz di Raffaela Mariniello alla presenza dell'artista nell’ex cinema Sant’Antonio di Termoli, riadibito a sala di proiezione solo per l’evento a ingresso gratuito.

Zio Riz, film documentario con soggetto, fotografia e regia di Raffaela Mariniello, riprende il nome della canoa sulla quale un uomo ridiscende, a partire dalla sorgente di Rocchetta a Volturno, le acque del fiume più grande del sud Italia, il Volturno. Questo Caronte ci porta lentamente dall’armonia naturale dell’oasi protetta della sorgente, sempre più giù, fino alla foce del fiume a Castel Volturno, un vero e proprio inferno metropolitano.

Raccontando il percorso del fiume, che dal Molise attraversa tutta la regione Campania, il film racconta la trasformazione di un contesto ambientale ma anche sociale, progressivamente stravolto dalle azioni indiscriminate dell’essere umano.

Lo scandire delle stagioni è suggerito dalla pioggia, dalla neve che si scioglie, dal continuo scorrere dell’acqua fino all’essiccarsi del terreno, sferzato dal sole di mezzogiorno. In ogni fotogramma la vita appare svolgersi nel suo incedere quotidiano, mentre si passa progressivamente dai versi di animali e i suoni degli insetti al rumore del lavoro dell’uomo, da quello ripetitivo delle macchine agricole e dei mezzi di trasporto ai suoni sempre più caotici dell’ambiente urbano.

Zio Riz è prodotto da Teatri Uniti con Casa del Contemporaneo con il contributo della Regione Campania e di Film Commission Regione Campania, in collaborazione con Museo Madre, Studio Trisorio e Zona Rosa.

 

Sabato 8 ottobre 2022, ore 19

ex Cinema Sant'Antonio di Termoli

Piazza S. Antonio, 8 – Termoli (CB)

www.fondazionemacte.com