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ITALIA MODERNA 1945-1975. Dalla Ricostruzione alla Contestazione

La seconda tappa "Il benessere e la crisi visibile", a cura di Marco Meneguzzo, presenta oltre centocinquanta opere tutte selezionate dalle collezioni di Intesa Sanpaolo. 

Fondazione Pistoia Musei presenta ITALIA MODERNA 1945-1975. Dalla Ricostruzione alla Contestazione a cura di Marco Meneguzzo. La mostra, allestita negli spazi di Palazzo Buontalenti e suddivisa in due tappe accomunate dal medesimo intento storico critico – Le macerie e la speranza visibile dal 18 aprile al 25 agosto 2019Il benessere e la crisi visibile dal 13 settembre al 17 novembre 2019 – presenta oltre centocinquanta opere tutte selezionate dalle collezioni di Intesa Sanpaolo.

La rassegna punta a mostrare il complesso tessuto artistico italiano in uno dei periodi di trasformazione del Paese tra i più fecondi. La “Ricostruzione” e la “Contestazione” non sono infatti solo due poli cronologici entro cui si dipana l’idea della Modernità, declinata alla maniera italiana, ma sono due indicazioni culturali e mostrano già un arco di sviluppo di idee e di costumi che hanno portato l’Italia alla ribalta internazionale, sia come economia che come cultura.

Suddivisa in sezioni che non seguono solo l’andamento tradizionale ma preferiscono evocare contesti sociali e culturali in cui si incontravano anche tendenze diverse, ITALIA MODERNA 1945-1975 vuole evidenziare il clima, l’atmosfera, il tessuto connettivo dell’arte italiana, più ancora della presenza di nomi e opere già molto conosciute. “Il contesto dell’arte italiana tra il ’45 e gli anni ’70 – spiega il curatore Marco Meneguzzo – accompagna l’evoluzione del Paese e spesso la anticipa: questa rassegna vuole mostrare proprio il fermento, il “brodo di coltura” entro cui si è sviluppata una nuova grande stagione dell’arte italiana, ormai riconosciuta anche internazionalmente”

La novità espositiva della mostra sta anche nella formula adottata per l’allestimento, che mira a essere esaustivo e al contempo a “fidelizzare” il visitatore. Gli spazi di Palazzo Buontalenti – sede della Fondazione Pistoia Musei dedicata alle mostre temporanee, restaurati per l’occasione – non sarebbero infatti stati sufficientemente vasti per accogliere le circa centocinquanta opere scelte dal curatore, e d’altro canto una scelta numericamente inferiore non sarebbe stata sufficiente a mostrare il contesto ricco e variegato dell’arte italiana, privilegiando soltanto i “soliti noti”.

Ecco dunque la scelta di raccogliere due mostre sotto lo stesso titolo e di offrire al pubblico un percorso in due capitoli: nella prima tappa si possono quindi ammirare opere tradizionali, per quanto innovative nel linguaggio, che vanno dal 1945 e il 1960, mentre nella seconda tappa, quasi a ostentare il distacco anche dei materiali e dei concetti da quella precedente, il fulcro cronologico essenziale è quello che va dal 1960 al 1975.

“La Modernità – afferma Marco Meneguzzo – può così essere guardata e interpretata nei suoi mutamenti generali e radicali, ma anche nelle peculiarità e nelle varianti proposte dai singoli artisti, in una sorta di grande affresco corale sul recente passato.”

 

 

 

Adagio Tellas dettaglio

Tellas, dettaglio.

 

Wrapped nuova opera d'arte urbana di Tellas

Un nuovo murales monumentale realizzato dall'artista Tellas nel quartiere romano della Balduina, a cura di Marcello Smarrelli.

Mercoledì 11 settembre alle ore 19 la Fondazione Pastificio Cerere e Aparthotel Adagio Rome Vatican sono orgogliosi di presentare Wrapped, un nuovo murales monumentale realizzato dall'artista Tellas nel quartiere romano della Balduina, a cura di Marcello Smarrelli.

L'opera interessa l'edificio di recente costruzione che completa la sede esistente dell’Adagio aparthotel che sorge a pochi passi dalla metro Balduina, fra la pista ciclabile e il Parco del Pineto. L’intervento di street art, nato dal confronto con l’architetto Massimo Marinozzi che ha progettato l’edificio, rappresenta uno dei primi esperimenti a Roma di collaborazione tra un'istituzione che si occupa di arte contemporanea, uno studio di architettura e un muralista. Questo ha permesso di realizzare un progetto innovativo, che parte dallo studio attento del territorio, della sua conformazione e della sua storia, insieme al recupero della tradizione della pittura murale molto diffusa nella capitale nel XVI secolo, quando le facciate dei palazzi erano riccamente affrescate con tecniche avanzatissime di graffito.

Wrapped, questo il titolo del murales, si estende su tutte le facciate dell’edificio e sul lastrico solare, configurandone l’aspetto in maniera inedita con i suoi toni caldi e il soggetto rappresentato: una composizione vegetale che si integra con il contesto urbano caratterizzato dal Parco del Pineto, su cui affaccia la nuova costruzione.

L'area verde, di proprietà della famiglia Sacchetti dal 1598, fu dichiarata Parco Regionale Urbano nel 1987 e si estende in quattro quartieri (Balduina, Monte Mario, Torrevecchia-Primavalle e Aurelio) per una superficie complessiva di 240 ettari. Il parco è caratterizzato dalla presenza di molte specie arboree ed arbustive, tipiche della macchia mediterranea, fra cui il lentisco, che Tellas ha scelto di utilizzare per il suo intervento pittorico. Questo arbusto sempreverde è altamente diffuso anche nella regione di provenienza dell'artista, la Sardegna, dove è impiegato fin dall’antichità per scopi alimentari e utilizzi fitoterapici. È proprio dai luoghi in cui Tellas è cresciuto che prende il via la sua ricerca, le sue opere, infatti, possono considerarsi una visione personale e intima degli elementi e dei paesaggi naturali che lo circondano.

Il termine “wrapped” (avvolto, incartato, ecc.) rafforza ed evidenzia l'andamento delle foglie e dei rami del lentisco che sembrano lentamente ricoprire l’hotel. È come se la natura si stringesse in un abbraccio lussureggiante con l’architettura, quasi a volersi riappropriare dello spazio, ne accompagna le forme, le esalta e crea uno stretto legame tra l’edificio, il contesto urbano e il parco retrostante. L’opera si carica così di valori simbolici e metaforici, ricchi di suggestioni romantiche che riportano alla memoria il Grand Tour, le teorie di John Ruskin e la sua poetica del rudere, ricollegandosi inoltre al programma CSR del Gruppo Accor, Planet 21, e alla sua ecologica visione "green".

Come ogni pratica artistica, anche la street art rappresenta un potente strumento di riqualificazione urbana e di diffusione della cultura, su cui vale la pena investire beneficiando della sua grande popolarità, grazie ad un linguaggio immediato e trasversale. È di fondamentale importanza che tali interventi, come dimostra l’attività della Fondazione Pastificio Cerere, vengano inseriti in ambiti progettuali ampi, basati sul dialogo tra artisti, cittadini, istituzioni, committenti pubblici e privati, realmente interessati a promuovere politiche di sviluppo e di integrazione.

Grazie al brand Adagio, che ha sostenuto la realizzazione dell’opera, alle istituzioni, agli abitanti del quartiere, e alla Fondazione Pastificio Cerere, che ha saputo far dialogare tutte queste entità eterogenee, l’intervento intende contribuire al miglioramento di una porzione di spazio pubblico, stimolando un saldo spirito di appartenenza e un maggiore senso civico nei cittadini di tutte le generazioni.

Tellas

Tellas (Cagliari, 1985) nasce e cresce nelle aspre terre sarde. Da questi luoghi inizia la sua ricerca artistica, un processo meditativo e pittorico che unisce lo spazio e le forme che caratterizzano il suo lavoro.

Nel 2015 per The Urban Contemporary Art Guide, a cura del noto Graffiti Art Magazine, Tellas entra a far parte della classifica dei 100 migliori artisti emergenti dell’anno a livello mondiale. Le sue partecipazioni a festival internazionali sono innumerevoli, tra le altre si ricordano Artmosphere, prima Biennale di Street Art tenutasi a Mosca nel 2014 (70 artisti internazionali) e La Tour Paris Project 13. Nel 2015 completa un’enorme opera pubblica a Cagliari, città capitale della cultura italiana per quell’anno, mentre nel 2016 compie importanti interventi pubblici a Madrid, Perth ed Helsinki. Alcune delle ultime opere pubbliche si trovano a Klaipeda in Lithania, Delhi in India, e Palermo. Di rilievo sono anche le collaborazioni con alcuni brand storici di moda italiana, tra cui Ferragamo e Marni. Con quest’ultimo, Tellas realizza in due periodi differenti dei progetti murali e il documentario "A grande terra do Sertão", presentato in occasione della 56° Biennale di Venezia. Il lavoro di Tellas è rappresentato da Wunderkammern Gallery a Roma , e Magma Gallery a Bologna.

www.tellas.org

Fondazione Pastificio Cerere

La Fondazione Pastificio Cerere nasce a Roma nel 2004 per volontà del suo presidente, Flavio Misciattelli, con l’obiettivo di promuovere e diffondere l’arte contemporanea. La Fondazione – in linea con la ricerca curatoriale del direttore artistico Marcello Smarrelli – offre un'articolata programmazione che dimostra un forte interesse nei confronti della formazione e della sperimentazione, sollecitando la partecipazione delle scuole e incentivando il coinvolgimento di un pubblico sempre più eterogeneo: residenze per giovani artisti, attività per studenti di ogni ordine e grado, oltre ad un ricco programma di mostre, conferenze, workshop e studio visit. La Fondazione intende sempre più affermarsi ed offrirsi come un luogo aperto alla città, un hub culturale in cui si intersecano diverse discipline, uno spazio per la rigenerazione delle energie creative che operano e convivono nel territorio, con uno sguardo sempre attento alla scena artistica internazionale. www.pastificiocerere.it

Aparthotels Adagio
Accor presenta Adagio, gli aparthotel situati nei centri cittadini che offrono il comfort di un appartamento con servizi alberghieri per una maggiore comodità. La principale rete di aparthotel in Europa, l'innovativo concetto di Aparthotel di Adagio® , offre appartamenti confortevoli e spaziosi nelle zone urbane, con cucina completamente attrezzata e servizi alberghieri per soggiorni prolungati con tariffe agevolate a partire dalla quarta notte. Nato dalla collaborazione tra Accor e Pierre & Vacances Center Parcs Group, il marchio ha tre fasce di prodotto:
• Adagio®, gli aparthotel di fascia media nel cuore delle principali città europee;
• Adagio® access, di fascia economica, aparthotel situati alle porte della città;
• Adagio® premium, gamma upscale in città iconiche.
Il marchio avrà 115 aparthotel entro la fine del 2019, con oltre 13.000 appartamenti in 13 paesi.
adagio-city.com | group.accor.com

 CONTATTI

Fondazione Pastificio Cerere
Segreteria organizzativa: Claudia Cavalieri ed Emanuela Pigliacelli
+39 06 45422960
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
www.pastificiocerere.it

 

 

 

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 Liceo di Lugano 1

 

Liceo di Lugano 1 e il FAI Swiss per le Giornate europee del patrimonio 2019

Omaggio a Carlo Cattaneo da parte degli allievi del Liceo di Lugano 1,  che avranno il piacere di accompagnare il pubblico in una visita guidata dal titolo "I colori della Libertà" presso il Palazzo degli Studi.

Sabato 14 Settembre 2019 il Liceo di Lugano 1 e il FAI Swiss in occasione delle Giornate europee del patrimonio 2019 vi invitano all'omaggio a Carlo Cattaneo da parte degli allievi del Liceo di Lugano 1, che avranno il piacere di accompagnare il pubblico in una visita guidata dal titolo I colori della Libertà presso il Palazzo degli Studi.

“Nella lotta odierna le scuole valgono più degli eserciti; questi ultimi vincono, ma le scuole convincono, trionfano durevolmente”, Carlo Cattaneo, Prolusione a un corso di filosofia el liceo ticinese, 1852.

A centocinquant'anni dalla morte di Carlo Cattaneo, alcuni  allievi del Liceo cantonale di Lugano 1,  ispirati dalla figura del grande intellettuale  esule in Ticino, cofondatore con Stefano Franscini del Liceo pubblico e docente di filosofia, accompagnano i visitatori nei luoghi simbolo del Palazzo degli Studi.

Attraverso linee tematiche elaborate dagli studenti sarà possibile ripercorrere le tappe fondamentali del suo contributo alla modernizzazione del Paese che lo ospitò e, parallelamente, la storia dell'Ottocento ticinese. Il Palazzo degli Studi, bene culturale tutelato, venne infatti edificato per celebrare i 100 anni di sovranità cantonale (1803– 1903): la «Libertà ticinese». 

Sarà proposta una passeggiata tra le mura del Liceo alla scoperta della sua architettura, delle opere dello scultore Vincenzo Vela e del Pantheon di illustri figure – Franscini, Lavizzari, Bertoni, Galli, Motta, Abbondio – che come intellettuali e/o insegnanti hanno contribuito ad arricchire la cultura del Cantone.  

Gli studenti, i docenti e la Direzione  del Liceo di Lugano 1 hanno aderito al progetto di FAI Swiss, Apprendisti Ciceroni®, un'esperienza educativa e didattica che pone al suo centro il “territorio” come luogo in cui riconoscersi in quanto individui appartenenti a una comunità storica e civile.

L'attività degli Apprendisti Ciceroni® ha ricevuto per il 2019-2020 il sostegno dell'Ufficio federale della cultura (UFC).

 

Entrata libera dalle ore 10.30 alle 13.00 e dalle 14.30 alle 17.00

Visite guidate alle ore 10.30, 11.30, 14.30, 15.30

Iscrizione obbligatoria per le visite guidate:

www.faiswissprenotazioni.ch

o scrivendo all’indirizzo  Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

 

Liceo cantonale di Lugano 1 – Viale Carlo Cattaneo 4 – 6900 Lugano

 Tel. 091 815 47 11  -   Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. /www.liceolugano.ch

 


 

 

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Locandina. Osvaldo Cavandoli, La Linea © 2019 CAVA/QUIPOS


Carosello. Pubblicità e Televisione 1957-1977 alla Fondazione Magnani-Rocca

Un nuovo capitolo nell’indagine della storia della Pubblicità in Italia.

Alla Fondazione Magnani-Rocca si apre un nuovo capitolo nell’indagine della storia della Pubblicità in Italia.
La mostra “Carosello. Pubblicità e Televisione 1957-1977” - allestita alla Villa dei Capolavori, sede della Fondazione a Mamiano di Traversetolo presso Parma dal 7 settembre all’8 dicembre 2019 – segue infatti dopo due anni la prima esposizione dedicata alla storia della pubblicità dal 1890 al 1957, che fu l’occasione per ripercorrere la nascita e l’evoluzione della comunicazione pubblicitaria e in particolare del manifesto, permettendo al visitatore di comprenderne la genesi, dai primi schizzi ai bozzetti, fino al manifesto stampato. Se in quella prima tappa della storia della pubblicità fu possibile ammirare le creazioni di cartellonisti come  Leonetto Cappiello, Sepo, Marcello Dudovich o Plinio Codognato - per citarne alcuni tra i principali - questa nuova occasione espositiva permette di continuare a seguire l’evoluzione della storia della grafica pubblicitaria e del manifesto con grandi designer come Armando Testa, Erberto Carboni, Raymond Savignac, Giancarlo Iliprandi, Pino Tovaglia, affiancandola a un nuovo media - la televisione - che con Carosello mosse i primi passi nel mondo della pubblicità. 
Il visitatore quindi troverà tantissimi, celebri manifesti di quel periodo, affiancati ai bozzetti e agli schizzi, e insieme avrà la possibilità, grazie a una serie di schermi distribuiti nelle sale espositive, di ripercorre l’unicità e l’innovazione degli inserti pubblicitari di Carosello, vincolati al tempo a rigide regole di novità e lunghezza. Si scoprirà così l’universo dei personaggi animati che sono nati con la televisione, come La Linea di Osvaldo Cavandoli, Re Artù di Marco Biassoni, Calimero di Pagot o Angelino di Paul Campani, fino alla moltitudine di personaggi nati dalla matita di Gino Gavioli. Bozzetti, schizzi, rodovetri, storyboard sono gli elementi a complemento della serie di cartoni animati presentati in mostra a cui si aggiungono gli inserti pubblicitari in cui sono protagonisti i più importanti cantanti dell’epoca da Mina (Barilla) a Frank Sinatra, da Patty Pravo a Ornella Vanoni e Gianni Morandi o grandi attori come Totò, Alberto Sordi, Virna Lisi, Vittorio Gassman e grandi registi come Luciano Emmer, Mauro Bolognini, Ettore Scola, i fratelli Taviani, oltre a personaggi tv popolarissimi come Mike Bongiorno, Pippo Baudo, Raffella Carrà, Sandra Mondaini e Raimondo Vianello.

La cultura di massa - Una selezione dei più importanti oggetti promozionali dell’epoca come l’ippopotamo Pippo, o i gonfiabili di Camillo il Coccodrillo, della Mucca Carolina, di Susanna tutta Panna completano la presentazione della pubblicità dei primi trenta anni della seconda metà del Novecento. Carosello, infatti, ebbe successo anche perché creò e impose i suoi caratteristici personaggi. Umberto Eco all’epoca sosteneva, nel saggio Ciò che non sappiamo della pubblicità televisiva, che si trattava di personaggi ambigui ed esili, di personaggi cioè che, a differenza degli eroi e dei personaggi mitologici tradizionali, non erano «portatori di un’idea» e avevano perso «la nozione di ciò che dovevano simboleggiare». Eppure, forse proprio grazie a questa loro apparente debolezza comunicativa, tali personaggi hanno saputo integrarsi efficacemente con la cultura di massa della società italiana. Hanno saputo cioè diventare vere e proprie “icone”, esseri senza profondità, spesso, come ha sottolineato lo stesso Eco, anche indipendentemente dai prodotti da cui erano nati. 

La fiabesca rivoluzione dei consumi - La pubblicità di quel periodo - dal 1957 al 1977, non solo televisiva - introdusse una vera e propria rivoluzione nel patrimonio culturale e visivo di tutti. Carosello era trasmesso in bianco e nero, ma per gli italiani era ricco di colori. Aveva infatti i colori del consumo, i colori di un nuovo mondo di beni luccicanti che si presentavano per la prima volta sulla scena sociale: lavatrici, frigoriferi, automobili, alimenti in scatola, etc.
Carosello non era semplicemente pubblicità, ma un paesaggio fiabesco dove regnavano la felicità e il benessere, un paesaggio estremamente affascinante per una popolazione come quella italiana che proveniva da un lungo periodo di disagi e povertà. Un paesaggio onirico che esercitava un effetto particolare nei piccoli paesi, nelle campagne e nelle regioni più arretrate, dove rendeva legittimo l’abbandono di quell’etica della rinuncia che apparteneva alla vecchia cultura contadina, in favore dell’opulenza della città e dei suoi beni di consumo. Carosello, dunque, ha insegnato a vivere la modernità del mondo dell’industria, ha insegnato cioè che esistevano dei nuovi beni senza i quali non ci si poteva sentire parte a pieno diritto del nuovo modello sociale urbano, industriale e moderno. E ha insegnato anche come tali beni andavano impiegati e collocati all’interno del modo di vita di ciascuno. 
Seppure vincolato dalle rigide norme imposte dalla Rai puritana dell’epoca, ha comunque potuto mostrare le gratificazioni e le diverse fonti di piacere che erano contenute nei nuovi beni di consumo. Forse non è un caso che a Carosello lavorassero insieme i migliori creativi e le migliori intelligenze del teatro e del cinema italiano dell’epoca. 

Le collaborazioni - L’esposizione, fra gli altri contributi, si avvale della collaborazione col prestito di un importante numero di bozzetti originali e manifesti di Carboni, Iliprandi, Testa, Tovaglia del Centro Studi e Archivio della Comunicazione (CSAC) dell’Università di Parma, e di manifesti d’epoca del Museo nazionale Collezione Salce di Treviso e della Collezione Alessandro Bellenda – Galleria L’IMAGE, Alassio (SV), della Fondazione Luigi Micheletti di Brescia, di archivi aziendali e di importanti collezioni private. Per tutta la parte filmica si avvale del contributo dell'Archivio Generale Audiovisivo della Pubblicità Italiana e del personale apporto del suo Fondatore e Direttore, lo storico della pubblicità Emmanuel Grossi.

La mostra e il catalogo - La mostra - a cura di Dario Cimorelli, cultore di storia della pubblicità, e Stefano Roffi, direttore scientifico della Fondazione, come il precedente capitolo dedicato alla pubblicità del periodo 1890-1957 - è accompagnata da un catalogo edito da Silvana Editoriale, dove, oltre ai saggi dei curatori e alla riproduzione di tutte le opere esposte, vengono ripubblicati testi fondamentali di Omar Calabrese su Carosello e su Armando Testa, a cui vengono affiancati nuovi testi di Emmanuel Grossi su cinema, musica e animazione in rapporto a Carosello, Roberto Lacarbonara sull’attività di Pino Pascali in ambito pubblicitario, Stefano Bulgarelli sulla Scuola modenese di Carosello.

CAROSELLO. Pubblicità e Televisione 1957-1977
Fondazione Magnani-Rocca, via Fondazione Magnani-Rocca 4, Mamiano di Traversetolo (Parma).
Dal 7 settembre all’8 dicembre 2019.  Aperto anche tutti i festivi. Orario: dal martedì al venerdì continuato 10-18 (la biglietteria chiude alle 17) – sabato, domenica e festivi continuato 10-19 (la biglietteria chiude alle 18). Aperto anche 1° novembre e 8 dicembre. Lunedì chiuso.
Ingresso: € 12,00 valido anche per le raccolte permanenti - € 10,00 per gruppi di almeno venti persone - € 5,00 per le scuole.
Informazioni e prenotazioni gruppi: tel. 0521 848327 / 848148  Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.  www.magnanirocca.it    
Il sabato ore 16.00 e la domenica e festivi ore 11.30, 15.30, 16.30, visita alla mostra con guida specializzata; è possibile prenotare via mail a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. , oppure presentarsi all’ingresso del museo fino a esaurimento posti; costo € 17,00 (ingresso e guida).
Presentando il biglietto d’ingresso della Fondazione è possibile visitare lo Csac a prezzo scontato www.csacparma.it.
Mostra e Catalogo (Silvana Editoriale) a cura di Dario Cimorelli e Stefano Roffi,
saggi in catalogo di Omar Calabrese, Stefano Bulgarelli, Dario Cimorelli, Emmanuel Grossi, Roberto Lacarbonara, Stefano Roffi.


La mostra è realizzata grazie al contributo di:
FONDAZIONE CARIPARMA, CRÉDIT AGRICOLE ITALIA.
Media partner: Gazzetta di Parma.
Con la collaborazione di: AXA XL Art & Lifestyle, parte di AXA XL, divisione di AXA, e di Aon
Angeli Cornici, Cavazzoni Associati, Fattorie Canossa, Società per la Mobilità e il Trasporto Pubblico.

 

 

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SETTE VOCI PER "LIBERA" Visite guidate gratuite alla mostra "Libera. Tra Warhol, Vedova e Christo"

Gli appuntamenti saranno condotti da professionisti della città attivi in settori affini alle tematiche che la mostra affronta direttamente o trasversalmente.

In occasione della mostra Libera. Tra Warhol, Vedova e Christo, che mette in relazione le raccolte della GAMeC e un importante nucleo di opere d’arte confiscate in Lombardia e gestite dall'Agenzia Nazionale per l’amministrazione dei beni sequestrati, il museo offre al pubblico l’opportunità di partecipare a un ciclo di visite guidate gratuite d’eccezione.

Gli appuntamenti saranno condotti da professionisti della città attivi in settori affini alle tematiche che la mostra affronta direttamente o trasversalmente. 

Per la loro competenza sul tema delle problematiche giuridiche legate sia ai sequestri dei beni che all’arte contemporanea sono stati coinvolti Alessandra Donati, docente di Legislazione del Mercato dell’Arte presso NABA - Nuova Accademia di Belle Arti di Milano ed Ettore Tacchini, già componente del Consiglio Nazionale Forense e già Presidente dell’Ordine degli Avvocati di Bergamo, appassionato d’arte.

Per l’interesse mediatico generato dalle confische in ambito artistico fa parte delle "voci" Susanna Pesenti, giornalista professionista da sempre attenta alla legalità, collaboratrice de L’Eco di Bergamo, mentre per il valore civico dei beni culturali il nome è quello di Maria Grazia Panigada, Direttore Artistico della Stagione di Prosa del Teatro Donizetti di Bergamo, che quest’anno ha portato in scena in città la commovente storia di Pasquale Rotondi.

Completano la rosa di professionisti tre esponenti delle Forze dell’Ordine, fondamentali per la loro preziosa collaborazione: Marco Celvini, giovane Allievo Ufficiale dell’Accademia della Guardia di Finanza, e Roberto Frambrosi, Presidente dell’Associazione Nazionale Carabinieri - Sezione di Bergamo con Michele Taddei, ex Vicepresidente di Assorestauro, Consigliere dell’Associazione Nazionale Carabinieri - Sezione di Bergamo, che spesso presidia, con attività di volontariato, importanti esposizioni cittadine.

Con la collaborazione dei Servizi Educativi della GAMeC, ciascuno dei professionisti offrirà al pubblico un'occasione di visita unica e inedita; un itinerario pensato ad hoc e legato ai propri interessi personali.

Gli appuntamenti sono realizzati grazie al sostegno dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Bergamo.

CALENDARIO APPUNTAMENTI

Sabato 14 settembre, ore 15:00
SUSANNA PESENTI

Sabato 5 ottobre, ore 15:00
MARIA GRAZIA PANIGADA

Sabato 26 ottobre, ore 15:00
MARCO CELVINI

Sabato 16 novembre, ore 15:00
ALESSANDRA DONATI

Sabato 14 dicembre, ore 15:00
ETTORE TACCHINI

Iniziativa a numero chiuso, max. 25 partecipanti per data.
Costo: € 3,00 per ingresso in mostra; visita guidata gratuita

Per informazioni e prenotazioni (obbligatorie):
Tel. 035 270272
E-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

 

 

Enrico Baj Senza titolo copetina catalgo Tecnica mista e collage su carta 65x50 cm

Enrico Baj, Senza titolo (copetina catalgo), Tecnica mista e collage su carta, 65x50 cm.


IL POTERE DELL'IRONIA alla galleria Pisacane Arte. Mostra personale di Enrico Baj

In mostra circa 30 opere tra tele e le celebri grafiche (collage). I soggetti sono quelli più amati di questo maestro contemporaneo, tra generali, dame, parate e militari, tra cui alcune opere uniche.

La galleria Pisacane Arte dal 10 settembre fino al 5 ottobre in associazione con A Me Gli Occhi Arte inaugura, la mostra "Il potere dell'ironia", esposizione personale di Enrico Baj. Fra i più importanti artisti italiani, ha attraversato la stagione degli anni Cinquanta e Sessanta accanto ai grandi nomi come Fontana, Manzoni e Klein, erede dello spirito surreal-dadaista e sperimentatore di tecniche e soluzioni stilistiche inedite. Nel 1951 insieme a Dangelo e Dova promuove il Movimento Nucleare. Nel '57 redige il manifesto Contro lo stile, un attacco al formalismo e alla sua serialità, da qui prendono forma i suoi collage, caratterizzati dai materiali più disparati come passamaneria, bottoni, conchiglie, specchi, medaglie e bottoni. Pervasi da una vena giocosa ed ironica, restituiscono una versione grottesca del potere e delle società. Non a caso i soggetti più frequenti sono quelli riferiti al mondo militare, i suoi generali sono degli ominidi antropomorfi, mollicci e privi di qualsiasi autocontrollo.

L'opera di Baj si articola in diversi periodi, tutti improntati all'ironia giocosa, che si ritrova sia nella tecnica, che nel soggetto. Anarchico, lotta contro l'abuso di potere, il suo linguaggio è ludico e dissacrante. Il potere è quindi l'oggetto a cui è indirizzata la sua polemica, sempre ironica. In particolare è quello militare ad essere messo sotto accusa con i “Generali”, ai quali fanno da contraltare le “Dame”. I primi tronfi e vanitosi, ma estremamente goffi, le seconde piene di orpelli, portano nomi altisonanti, ma decadenti, sono inconsistenti e attraverso lo sfarzo, cercano invano di mascherare questo vuoto. La mancanza di sostanza è sottolineata dall'uso di tutti questi materiali, che creano i famosi collage di Baj: le figura sono piene di oggetti, ma svuotate nell'essenza. Si tratta di mostri, simboli di follia, ignoranza e cattivo gusto.

L'uomo di Enrico Baj è un'icona anti-militarista. Un generale che riassume tutte le piccolezze della retorica e dell'arroganza del potere, lo svelamento di una grandezza solo apparente, dietro la quale, si cela un fantoccio senza anima né personalità.

La denuncia è forte, ma non greve perché, come lo stesso maestro affermava: “La Pittura è una via – una via che ho scelto - verso la libertà. È una pratica di libertà” o ancora “Il mio lavoro confina con il gioco, a tal punto che spesso uso, quale materiale pittorico, veri e propri giocattoli”

In mostra circa 30 opere tra tele e le celebri grafiche (collage). I soggetti sono quelli più amati di questo maestro contemporaneo, tra generali, dame, parate e militari. Saranno poi visibili alcune opere uniche che impreziosiranno l'esposizione.

Si potranno trovare anche opere tratte dai libri, che Baj amava profondamente perché riteneva una forma d'arte ibrida, ma, contemporaneamente, completa. Esposti ci saranno collage tratti da “Le cravate ne vaoute pas une Médaille” o ancora l'intera suite dedicata ai generali piangenti “Larmes de Généraux”.

Baj analizza il mondo dell'arte tenendo sempre d'occhio le trasformazioni politiche e sociali del tempo, proiettando nelle sue opere le preoccupazioni e le paure del futuro. Manifesta un grosso impegno contro ogni tipo di aggressività, l'intera opera di questo importante artista racconta e denuncia degli abusi del potere e dei molti mali della società contemporanea.

NOTA BIOGRAFICA:

Enrico Baj nasce il 31 ottobre 1924 a Milano. Dopo il diploma al Liceo Classico si iscrive alla Facoltà di Medicina che abbandonerà dopo la seconda guerra mondiale per frequentare Giurisprudenza e, contemporaneamente, l'Accademia di Belle Arti di Brera. Nel 1951 tiene la prima personale alla Galleria San Fedele di Milano dove espone opere informali. Nel 1952 firma, insieme a Sergio Dangelo, il manifesto della Pittura Nucleare e nel 1957 quello Contro lo stile che vuole affermare l'irripetibilità dell'opera d'arte. Questi movimenti molto innovativi si inseriscono pienamente nel panorama delle avanguardie artistiche europee degli anni Cinquanta. Nel 1954 Baj e Jorn fondano il Mouvement international pour une Bauhaus imaginiste schierandosi contro l'eccessiva razionalizzazione e geometrizzazione dell'arte in aperta polemica con la scuola di Ulm di Max Bill. Sono anni per Enrico Baj di grande riflessione e scambio intellettuale grazie ai contatti con artisti internazionali come Lucio Fontana, Piero Manzoni, Joe Colombo, Lucio Del Pezzo, Giò Pomodoro, Max Ernst, Marcel Duchamp, Yves Klein.Il senso ludico della sua arte sfocia poi in contestazione sarcastica e forte impegno civile attraverso i "generali", le "parate militari" degli anni Sessanta e le tre grandi opere degli anni Settanta: I funerali dell'anarchico Pinelli(1972), Nixon Parade (1974) e l'Apocalisse (1979). Da qui in avanti la sua critica alla contemporaneità si fa sempre più forte, come si può notare ne Epater le robot (1983), analisi dell'abuso tecnologico, e neI manichini (1984-87), dove le figure senza volto sono evidenti richiami alla "robotizzazione" dell'essere umano. Successivamente, con i lavori Metamorfosi e Metafore (1988), sviluppa un immaginario dominato dal kitsch, unico stile che secondo l'artista riesce a rappresentare la cultura di oggi. Nel 1993 inizia il ciclo delle "maschere tribali", dei "feltri" e dei "totem" che vogliono esprimere un primitivismo moderno riciclando gli oggetti di uso quotidiano. Nel 1999 realizza 164 ritratti ispirati ai Guermantes e a quel mondo raffinato, decadente e spesso grottesco. Nel gennaio 2003 vengono esposte alla Galleria Giò Marconi di Milano le opere "idrauliche" dell'artista: rubinetti, tubi, sifoni vengono applicati a piccole sculture e a dame a collage. Enrico Baj muore a Vergiate il 16 giugno 2003.

PISACANE ARTE

via Pisacane 36 - 20129, Milano

10 settembre - 5 ottobre 2019

Inaugurazione: martedì 10 settembre 2019, ore 18.30

ORARI DI APERTURA:

Dal Lunedì al Venerdì: ore 10.00 – 19.00
Sabato: ore 10.00 -13.00 / 15.00 – 19.00
Ingresso libero

INFO:

PISACANE ARTE
via Pisacane 36 - 20129, Milano
tel. 02.39521644
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. | www.pisacanearte.it |galleria.pisacanearte.it