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TEFAF Maastricht 2019

 I 279 mercanti d’arte presenti a TEFAF Maastricht 2019, 40 non vi hanno mai partecipato prima. Il risultato è una Fiera rivitalizzata che rappresenta un’attrazione senza eguali per collezionisti privati, curatori museali, mecenati, professionisti del mercato dell’arte e appassionati di tutto il mondo.

TEFAF Maastricht si è a lungo contraddistinta come la Fiera d’arte per eccellenza e senza pari. Quest’anno TEFAF ha avviato una nuova procedura di selezione, ancora più trasparente, che ha comportato l’arrivo di molti nuovi espositori alla Fiera. Dei 279 mercanti d’arte presenti a TEFAF Maastricht 2019, 40 non vi hanno mai partecipato prima. Il risultato è una Fiera rivitalizzata che rappresenta un’attrazione senza eguali per collezionisti privati, curatori museali, mecenati, professionisti del mercato dell’arte e appassionati di tutto il mondo. TEFAF Maastricht 2019 avrà luogo nel polo fieristico MECC (Maastricht Exhibition & Confrence Centre) dal 16 al 24 marzo 2019.
Di tutte le sezioni della Fiera, TEFAF Modern vede il maggiore numero di nuovi espositori con 13 nuovi arrivi, molti dei quali si preparano ad allestire degli stand dedicati a un solo artista. Ad esempio, kamel mennour (Stand 527), da Parigi, si concentrerà sulle opere di Ugo Rondinone (classe 1963) con uno stand che metterà in risalto l’uso della pietra nell’arte contemporanea. Le opere più importanti esposte allo stand includeranno The Cordial [Il Cordiale] (2017) e The Faithful [Il Fedele] (2019).

Inoltre, Sprüth Magers (Stand 502) presenterà il lavoro dell’artista concettuale tedesca Rosemarie Trockel (classe 1952), venuta alla ribalta nel fiore degli anni Ottanta a Colonia, che nelle sue opere utilizza vari materiali tra cui lana, bronzo e oggetti del quotidiano. La mostra a TEFAF Maastricht metterà in rilievo le sue opere in ceramica, spesso tra le più recenti.

Mathias Rastorfer, amministratore delegato della Galleria Gmurzynska (Stand 404), di ritorno a TEFAF Maastricht dopo 17 anni, ha sottolineato: “Maastricht si trova in un momento davvero speciale, con uno spostamento delle fiere d’arte quasi completamente verso il contemporaneo. TEFAF Maastricht si sta così trasformando in una Fiera ancora più imperdibile che abbraccia ogni periodo, con un grande potenziale per il futuro.”

Secondo Rastorfer, in un momento in cui i prezzi de mercato dell’arte moderna e contemporanea sono ai massimi storici, c’è ancora più bisogno di preparazione e conoscenza. Il tema centrale dello stand della sua galleria è il dialogo del XX secolo con l’astratto, per dimostrare l’impatto delle prime opere figurative che all’inizio del XX secolo si sono spostate verso l’astrattismo. Uno dei pezzi più importanti dello stand sarà l’opera a tecnica mista (matita, henné, acquarello, decalcomanie e collage su carta) Métamorphose [Metamorfosi], 1936, di Joan Miró (1893 - 1983).

La sezione TEFAF Paintings offrirà ai visitatori un’esplorazione di allettanti dipinti, dagli Antichi Maestri agli albori dell’arte moderna. Lo stand di Richard Green (Stand 302) celebrerà la dinastia di Camille e Lucien Pissarro, padre e figlio, con una mostra dedicata che metterà in risalto le connessioni familiari con Francia e Gran Bretagna e i movimenti di Impressionismo e Post-Impressionismo, per mostrare la forte, innegabile influenza dei due pittori. Le opere in esposizione includeranno Apples on a tablecloth against a lace-curtained window [Mele su tovaglia, davanti a una finestra con tenda in pizzo], 1885, di Lucien Pissarro (1863-1944) e Dans le pré en automne a Eragny [Prato a Eragny in autunno], 1901, di Camille Pissarro (1830-1903)

Robilant + Voena (Stand 380) porterà a TEFAF Maastrichti un’importante riattribuzione italiana. Lo splendido dipinto Still Life of Fruit with Three Figures of Children (Allegory of Autumn) [Natura morta di frutta con tre figure di bambini (Allegoria d’autunno)] fu acquistato dalla galleria come opera della scuola italiana del XVII secolo, ma ora è stato riattribuito a Bartolomeo Cavarozzi (1587-1625). Il dipinto verrà offerto a un prezzo di 1 milione di euro circa.

Per la prima volta a TEFAF Maastricht, un espositore includerà l’arte virtuale nel suo stand. Daniel Crouch Rare Books (Stand 264), sezione TEFAF Antiques, offrirà ai visitatori della Fiera la possibilità di entrare in due mappe attraverso il sistema di realtà virtuale Oculus Rift. La galleria si doterà di una dozzina di dispositivi per offrire un tour virtuale della prima mappa stampata di Amsterdam, una xilografia del 1544 di Cornelis Anthonisz (1499-ca.1557), e della monumentale mappa da parete di Parigi di Michel-Etienne Turgot (1690-1751), del 1739. Gli originali di entrambe le mappe saranno disponibili all’acquisto. Ogni sessione di realtà virtuale durerà tre minuti e includerà informazioni sulle mappe e un’esperienza immersiva al loro interno.

Koopman Rare Art (Stand 156) esporrà ciò che il suo direttore Lewis Smith ha definito “l’esempio più spettacolare di sempre dello stile Regency”. L’opera in questione è un preziosissimo capolavoro in argento dorato della corte di Giorgio IV: Lo Scudo di Achille. Realizzato da uno dei più eminenti argentieri inglesi, Philip Rundell (1746-1827), questo scudo circolare in argento dorato è l’esecuzione di un disegno di John Flaxman (1755-1826). L’opera ha un prezzo richiesto intorno a 5 milioni di sterline.

La galleria newyorchese Siegelson (Stand 146), uno dei due nuovi mercanti di gioielli della sezione TEFAF Antiques, presenterà l’incredibile anello “Bande” in diamanti e smalto nero realizzato da Suzanne Belperron (1900-1983), una delle designer di gioielli più talentuose e originali del XX secolo. La Belperron si allontanò dagli ideali classici di gioielleria per realizzare opere distintive dalle forme audaci e femminili.

La sezione TEFAF La Haute Joaillerie, sita all’interno di TEFAF Antiques, darà il benvenuto a un nuovo espositore – Cindy Chao (Stand 139). La sezione offre ai visitatori una selezione altamente curata dei gioiellieri migliori del mondo. Cindy Chao presenterà un eccezionale fermaglio “Greenovia” realizzato in titanio, oro bianco 18k e argento, con un crisoberillo occhio di gatto da 105 carati, diamanti e quasi 2500 pietre preziose verdi di sei varietà.

Una novità della prossima edizione di TEFAF Maastricht è l’integrazione delle sezioni TEFAF Design e TEFAF Tribal – che pur restando distinte avranno stand collocati gli uni vicino agli altri per offrire ai visitatori un’esperienza più dinamica, fatta di interessanti connessioni. La Laffanour – Galerie Downtown (Stand 612), parte di TEFAF Design, presenterà una magnifica opera di José Zanine Caldas (1919-2001), designer autodidatta: una porta d’ingresso scultorea realizzata lavorando magistralmente il legno tropicale (ca. 1970).

La Galleria Claes (Stand 601), parte di TEFAF Tribal, presenterà una straordinaria opera in legno, una Maschera Songye Kifwebe, datata tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo, proveniente da una collezione privata belga e originariamente dalla Repubblica Democratica del Congo.

Dopo la partecipazione a TEFAF Showcase 2018, La Galleria Kallos (Stand 436) esporrà nella sezione TEFAF Ancient Art, confermandosi una delle tante gallerie che sono riuscite a fare il salto da Showcase a Fiera principale. La galleria presenterà un’eccezionale panoplia greca completa in bronzo di un soldato di cavalleria. L’armatura potrebbe essere appartenuta a un guerriero italiota del periodo classico (IV secolo a.C. circa) ed è uno degli esempi più completi presenti sul mercato dopo decenni.

L’edizione 2019 di TEFAF Showcase a TEFAF Maastricht darà il benvenuto a sei espositori: la Galleria Lowet de Wotrenge (S1), ArtAncient (S2), Mathieu Néouze (S3), Martin Doustar (S4), Santa Tecla Srl (S5) e la Galleria Samantha Sellem (S6). La sezione rappresenta un ricco bacino di gallerie giovani o di recente apertura, offrendo ogni anno un’esperienza dinamica all’interno della Fiera. L’espositore Martin Doustar (S4) trasformerà il suo stand per creare un piccolo tempio al cui interno esporrà oggetti provenienti da diverse civiltà.
La sezione TEFAF Works on Paper presenta ogni anno alcuni degli studi e degli schizzi più interessanti del mercato, insieme a opere finite su carta. Stephen Ongpin Fine Art (Stand 724) esporrà un’opera matura e raffinata di Pablo Picasso (1881-1973): Le peintre et son modèle [L’artista e la sua modella], penna, inchiostro nero e gesso bianco su carta marrone chiaro.

Un potente studio preparatorio sulla mano destra di Winston Churchill, realizzato da Graham Sutherland (1903-1980) per il suo famoso ritratto commissionto dal Parlamento nel 1954, sarà in offerta allo stand di Christopher Kingzett (Stand 701) per 12.000 sterline. Come è noto, Churchill durante la cerimonia nella Westminster Hall disse: “...il ritratto è un esempio notevole di arte moderna. Combina senza dubbio forza e schiettezza...”. In privato, però, riservò all’opera ben altre parole, tanto che il suo disprezzo per il ritratto portò la sua famiglia a distruggerla poco dopo.

I nuovi espositori di TEFAF Maastricht
Sezione TEFAF Antiques:
AR-PAB/Álvaro Roquette – Pedro Aguiar – Branco (Stand 232); Galleria FD (Stand 270); Galleria Gismondi (Stand 246); Galleria Léage (Stand 135); Galleria Mermoz (Stand 134); Shibunkaku (Stand 166); Siegelson (Stand 146); Symbolic & Chase (Stand 247)
· Sezione TEFAF Ancient Art:
Galleria Eberwein (Stand 428); Galleria David Ghezelbash (Stand 425); Galleria Kallos (Stand 436)
· Sezione TEFAF Design:
Alexandre Biaggi – Pierre Passebon (Stand 616); Pierre Marie Giraud (Stand 621); Pierre Passebon – Alexandre Biaggi (Stand 616)
· TEFAF La Haute Joaillerie:
Cindy Chao – the Art Jewel (Stand 139)
· Sezione TEFAF Modern:
Galleria Cortesi (Stand 505); Galleria Gmurzynska (Stand 404); Galleria Max Hetzler (Stand 528); Galleria Hyundai (Stand 418); Galleria Simon Lee (Stand 540); Galleria d’Arte Maggiore (Stand 536); Mayoral (Stand 445); Fergus McCaffrey (Stand 440); kamel mennour (Stand 527); Galleria Le Minotaure (Stand 521); Galleria Pace (Stand 441); Almine Rech (Stand 501); Sprüth Magers (Stand 502); Galleria Georges- Philippe & Nathalie Vallois (Stand 507) 
· Sezione TEFAF Paintings:
Bottegantica (Stand 362) ; Nicholas Hall (Stand 342) ; Piacenti Art Gallery (Stand 367) ; Porcini (Stand 345) ; Fondantico di Tiziana Sassoli (Stand 372) ; Galleria Carlo Virgilio & C. (Stand 364)
· Sezione TEFAF Tribal :
Galleria Monbrison (Stand 618)
· Sezione TEFAF Works on Paper:
Galleria Alexis Bordes (Stand 705) ; Le Claire Kunst (Stand 702) ; Maurizio Nobile (Stand 715); Librairie Camille Sourget (Stand 703)


TEFAF Maastricht, la Fiera d’arte e antiquariato più importante del mondo, si fregia dei migliori mercanti d’arte ed esperti del mondo. È stata la prima fiera d’arte a essere organizzata dai galleristi per i galleristi, e da sempre rappresenta un’ispirazione per gli amanti e i compratori d’arte. La trentaduesima edizione di TEFAF Maastricht si terrà al Maastricht Exhibition and Congress Centre dal 16 al 24 marzo 2019.
TEFAF. Your Art Community.
L’arte, più di un asset
TEFAF condivide con il suo principale sponsor, AXA Art, la visione di un’arte che va oltre lo status di solo asset. Questa partnership fornisce ai collezionisti d’arte un servizio unico che copre l’intera gamma di prevenzione dei rischi, conservazione, recupero e restauro, consentendo loro di mantenere le proprie collezioni nelle migliori condizioni possibili. www.axa-art.com

 

 

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 Getty Villa, Malibu, un giardino “romano” in California

 

Giardini storici, verità e finzione. Letture, restituzioni, interpretazioni critiche dei modelli storici  nel paesaggio del XX e del XXI secolo

 Negli spazi Bomben della Fondazione Benetton Studi Ricerche di Treviso l’appuntamento annuale con le giornale internazionali di studio sul paesaggio è arrivato alla quindicesima edizione.

Giovedì 21 e venerdì 22 febbraio si rinnova negli spazi Bomben della Fondazione Benetton Studi Ricerche di Treviso l’appuntamento annuale con le giornale internazionali di studio sul paesaggio, che, in questa quindicesima edizione, propongono una riflessione sui Giardini storici, fra verità e finzione.

Diciotto relatori provenienti da Italia, Europa e Stati Uniti sono stati chiamati a indagare il tema del “giardino storico” da una prospettiva inedita e originale, quella offerta dalle letture, restituzioni, interpretazioni critiche dei modelli storici nel paesaggio del XX e del XXI secolo.
Partire da un’attenzione rivolta alle stagioni in cui si è praticato l’esercizio della replica e della copia avvalorata dall’indagine storica può essere un espediente – rigoroso quanto ironico e dissacrante – per segnalare la necessità di coltivare e frequentare la storia del giardino come fertile termine di riferimento culturale, non solo come un repertorio di forme congelate e replicabili né, tanto meno, un rassicurante universo di facile intrattenimento.

«Scegliendo questa tematica», afferma Luigi Latini, presidente del Comitato scientifico della Fondazione Benetton, «abbiamo voluto sottolineare la necessità di tener viva la ricerca e la discussione sul tema del “giardino storico”, affinché continui a esercitare un ruolo germinale e propositivo rispetto al dibattito sul paesaggio contemporaneo, all’orientamento dei corsi di studio di ogni livello in questo campo, ai luoghi nei quali si ha la responsabilità di intervenire in contesti nei quali tale eredità storica si manifesta sia in estensione che in profondità».

Le giornate di studio sul paesaggio sono progettate dal Comitato scientifico della Fondazione, con il coordinamento di Luigi Latini e Simonetta Zanon.


Programma:

giovedì 21 febbraio
Il gioco delle riproduzioni. Autenticità, uso e migrazione di modelli e documenti storici, copie
Interventi di: Vincenzo Cazzato, Raffaella Fabiani Giannetto, Finola O’ Kane Crimmins, Filippo Pizzoni, Beate Reuber, Bianca Maria Rinaldi, Josè Tito Rojo
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Trasformazioni del giardino e del paesaggio nel cinema, Marta Maffucci

venerdì 22 febbraio
Esercizi di lettura critica. Esempi dal ventesimo secolo e dal panorama attuale
Interventi di: Christian Bertram, Paolo Bürgi, Stéphanie de Courtois, Anette Freytag, Luigi Gallo, Anna Lambertini, Annemarie Lund, Monique Mosser, Giuseppe Rallo
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Prati urbani. I prati collettivi nel paesaggio delle città, Hervé Brunon presenta il libro a cura di Franco Panzini (Fondazione Benetton Studi Ricerche–Antiga, Treviso 2018)

I partecipanti alle giornate di studio:

Christian Bertram, Università di Amsterdam;
Hervé Brunon, CNRS, Centre André Chastel, Paris;
Paolo Bürgi, Studio Bürgi, Camorino;
Vincenzo Cazzato, Università del Salento, Lecce;
Stéphanie de Courtois, Ecole nationale supérieure d’architecture de Versailles;
Raffaella Fabiani Giannetto, Folger Shakespeare Library, Washington;
Anette Freytag, Rutgers University, New Brunswick, New Jersey;
Luigi Gallo, Università degli Studi della Basilicata, Matera;
Anna Lambertini, Università di Firenze;
Annemarie Lund, Chief Editor «Landskab», København;
Marta Maffucci, scenografa, Roma;
Monique Mosser, École nationale supérieure d’architecture de Versailles,
Centre André Chastel, Paris (Honoraria);
Finola O’ Kane Crimmins, University College, Dublin;
Filippo Pizzoni, aMAZING_sTUDIO, Milano;
Giuseppe Rallo, Soprintendenza ai BB.AA.PP. delle province di Ve-Bl-Pd-Tv, Venezia;
Beate Reuber, Grün Berlin – “Gärten der Welt”;
Bianca Maria Rinaldi, Politecnico di Torino;
José Tito Rojo, Università di Granada.

Comitato scientifico della Fondazione Benetton:
Luigi Latini, architetto, Università Iuav, Venezia (presidente); Maria Teresa Andresen, paesaggista, Università di Porto; Giuseppe Barbera, agronomo, Università degli Studi, Palermo; Hervé Brunon, storico del giardino, CNRS, Centre André Chastel, Parigi; Anna Lambertini, paesaggista, Università di Firenze; Monique Mosser, storica dell’arte, Scuola superiore di architettura, Versailles; Joan Nogué, geografo, Università di Girona, Osservatorio del Paesaggio della Catalogna; José Tito Rojo, botanico, Università di Granada.


 

 

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Elena Dorfman, CJ 3, 2002 da “Still Lovers”. Courtesy l’artista

 

La Fondazione Prada presenta la mostra “Surrogati. Un amore ideale”

La Fondazione Prada presenta la mostra “Surrogati. Un amore ideale”, a cura di Melissa Harris, all’Osservatorio in Galleria Vittorio Emanuele II a Milano.

La Fondazione Prada presenta la mostra “Surrogati. Un amore ideale”, a cura di Melissa Harris, dal 21 febbraio al 22 luglio all’Osservatorio in Galleria Vittorio Emanuele II a Milano.

Attraverso una selezione di 42 opere fotografiche di Jamie Diamond (Brooklyn, USA, 1983) ed Elena Dorfman (Boston, USA, 1965), il progetto esplora i concetti di amore familiare, romantico ed erotico. Entrambe le artiste scelgono un aspetto specifico e insolito di questo tema universale: il legame emozionale tra un uomo o una donna e una rappresentazione artificiale dell’essere umano. Come spiega Melissa Harris, “i lavori di Diamond e Dorfman documentano in modo vivido e senza pregiudizi le interazioni tra gli uomini e i loro compagni inanimati ma realistici”.

Nelle serie “Forever Mothers” (2012-2018) e “Nine Months of Reborning” (2014), Jamie Diamond documenta la vita di una comunità outsider di artiste autodidatte chiamate Reborners, che realizzano e collezionano bambole iperrealistiche con cui interagiscono per soddisfare il proprio desiderio di maternità. In un altro progetto presentato in mostra dal titolo “I Promise to be a Good Mother” (2007-2012), Diamond impersona la madre perfetta, indossando gli abiti di sua madre e interagendo con Annabelle, una bambola reborn. Ispirato a un diario che l’artista teneva da bambina, il progetto si è poi evulto in una complessa esplorazione degli stereotipi sociali e delle convenzioni culturali che circondano la relazione tra madre e figlio.

“Still Lovers” (2001-04) la serie di fotografie che ha dato visibilità internazionale a Elena Dorfman, è incentrata sulle persone che condividono la propria quotidianità domestica con realistiche bambole erotiche a grandezza naturale. Le sue fotografie si addentrano nei legami che si instaurano tra umani e donne sintetiche perfettamente riprodotte e obbligano l’osservatore a riconsiderare la propria visione di amore e riflettere sul valore di un oggetto in grado di sostituire un essere umano. L’intento dell’artista non è quello di enfatizzare la devianza rappresentata da questi surrogati sessuali, ma di svelarne il lato nascosto ritraendo l’intimità tra carne e silicone.

Diamond e Dorfman hanno ritratto i surrogati come creature desiderate e idealizzate, oggetti-feticcio dotati di una “vita propria” condivisa con madri o partner in carne e ossa, e a volte con i loro parenti più stretti. Come spiega Melissa Harris, “rappresentando scene convenzionali di vita domestica, amore e/o erotismo, le fotografie di Dorfman e Diamond trasmettono un pathos inatteso”.

 

 

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 Ph Matteo de Fina

 

A CARNEVALE L’ARTE VALE!

 A Venezia è tempo di Carnevale e la Collezione Peggy Guggenheim è pronta ad aprire le porte a Blame Moon – Tutta colpa della luna, titolo scelto per la rassegna dedicata quest’anno al tema della luna, degli astri e dei pianeti, realizzata in collaborazione con il Comune di Venezia.

A Venezia è tempo di Carnevale e la Collezione Peggy Guggenheim è pronta ad aprire le porte a Blame the Moon – Tutta colpa della luna, titolo scelto per la rassegna dedicata quest’anno al tema della luna, degli astri e dei pianeti, realizzata in collaborazione con il Comune di Venezia. Dal 16 febbraio al 4 marzo venite a scoprire un ricchissimo calendario di visite guidate e laboratori per bambini in linea con questo tema “spaziale”.

Volete sapere quali artisti presenti nella collezione di Peggy Guggenheim hanno trovato la propria ispirazione alzando gli occhi al cielo? Secondo Alexander Calder, ad esempio, l’origine dell’ispirazione per la creazione dei suoi mobiles deriva dall’osservazione del movimento delle costellazioni; Lucio Fontana, attraverso i suoi celebri tagli e buchi sulla tela, fonda la propria poetica su un nuovo concetto di dimensione spaziale; Edmondo Bacci nei suoi dipinti ha rappresentato superfici incrostate di pianeti immaginari; Rufino Tamayo, attraverso un’immagine molto semplice e immediata, dà espressione a tutta la meraviglia e lo sgomento che l’uomo prova di fronte all’universo. Per approfondire le loro creazioni il museo offre una serie di visite guidate gratuite, in italiano e inglese, che si svolgono tutti i giorni alle ore 11 e alle 17. Per chi invece volesse scoprire aneddoti e curiosità sulla vita di Peggy Guggenheim, le presentazioni si svolgono alle 12 e alle 16. Le visite sono comprese nel biglietto d’ingresso al museo e non è richiesta prenotazione.

E per i più piccoli? Anche a loro lo stupore di indagare i misteri degli astri. Ecco dunque i Kids Day, laboratori didattici domenicali per bambini dai 4 ai 10 anni. Domenica 17 febbraio l’appuntamento è con Mappa stellare: grazie all’opera di Tamayo ci lanciamo in un’avventura nello spazio siderale e sveliamo forme e storie delle costellazioni. Il 24 febbraio sarà la volta di M’illumino di blu: ispirandoci all’opera di Mario Merz, useremo lampadine e colori a vetro per generare una danza di riverberi e illuminare artisticamente il nostro mondo. Infine domenica 3 marzo chiudiamo il Carnevale con La storia infinita: costruiamo insieme una raccolta di racconti, tappe di un viaggio fantastico nello spazio, attraverso le opere di Bacci e Fontana. I laboratori sono gratuiti, si svolgono dalle 15 alle 16.30, ed è obbligatoria la prenotazione telefonica il venerdì precedente ciascun appuntamento, a partire dalle 9.30, chiamando i numeri 041 24.05.444/401.

Una volta a Palazzo Venier dei Leoni suggeriamo di non perdere la mostra Dal gesto alla forma. Arte europea e americana del dopoguerra nella Collezione Schulhof, un omaggio al collezionismo dei coniugi Hannelore B. e Rudolph B. Schulhof che nel 2012 hanno donato 80 opere della loro collezione alla Fondazione Solomon R. Guggenheim.  Da Mark Rothko a Cy Twombly, da Alberto Burri a Jean Dubuffet, Anselm Kiefer, Frank Stella, Agnes Martin ed Andy Warhol, il percorso espositivo attraversa la storia dell’arte europea e americana del secondo dopoguerra, per arrivare ai primi anni ’80 del XX secolo.

Tutti i giorni alle 15.30 il museo organizza visite guidate gratuite comprese nel biglietto d’ingresso.




 

 

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BITS & BYTES Il viaggiatore mentale: l’arte post-internet di Jon Rafman

Un appuntamento pensato per approfondire l’impatto delle tecnologie digitali nel campo dell’arte contemporanea e parte del programma collaterale delle mostre Jon Rafman

 Giovedì 14 febbraio alle ore 18 alla Galleria Civica di Modena si terrà la quarta e ultima lezione del ciclo BITS & BYTES, pensato per approfondire l’impatto delle tecnologie digitali nel campo dell’arte contemporanea e parte del programma collaterale delle mostre Jon Rafman. Il viaggiatore mentale e Ryoichi Kurokawa. al-jabr (algebra), prodotte da FONDAZIONE MODENA ARTI VISIVE e attualmente in corso, rispettivamente alla Palazzina dei Giardini e a Palazzo Santa Margherita, fino al 24 febbraio 2019.

L’incontro tra il curatore e critico Domenico Quaranta e l’artista Jon Rafman approfondirà le tematiche suggerite dalle opere incluse nella mostra Il viaggiatore mentale, presentando la ricerca artistica dell’autore canadese, tra i primi artisti internazionali a dedicare il suo intero lavoro all’impatto e alle conseguenze che le tecnologie digitali hanno avuto nella società contemporanea.

Jon Rafman è nato a Montreal nel 1981, dove vive e lavora. Dopo gli studi di filosofia e letteratura alla McGill University di Montreal, Rafman si è diplomato in Film, Video e New Media alla School of the Art Institute di Chicago. Fin dalle sue prime opere audiovisive nella metà degli anni Novanta l’artista si è occupato delle ripercussioni che l’utilizzo dei dispositivi tecnologici hanno avuto e continuano ad avere sulla percezione del reale. Tra le sue mostre personali più recenti: Dream Journals 16 – 17, Sprüth Magers, Berlino, (2017-2018); I have ten thousand compound eyes and each is named suffering, Stedelijk Museum di Amsterdam (2016); Jon Rafman, Westfälischer Kunstverein (2016).

Domenico Quaranta è critico d’arte e curatore. Il suo lavoro si focalizza sull’impatto dei media digitali sull’attività artistica. Collabora regolarmente con riviste internazionali come Frieze, Artpulse e Rhyzome. Dal 2005 ha curato numerose mostre internazionali ed è autore di In My Computer (2011), Beyond New Media Art (2013) e AFK. Texts on Artists 2011 – 2016 (2016), ha contribuito e curato numerose pubblicazioni, tra le quali GameScenes. Art in the Age of Videogames (2006) e THE F.A.T. MANUAL (2013). Attualmente insegna “Sistemi Interattivi” all’Accademia di Belle Arti di Carrara ed è co-fondatore della piattaforma curatoriale Link Art Center di Brescia.

Precede l'incontro, alle ore 17, la proiezione del video realizzato con gli studenti delle scuole secondarie che hanno partecipato ai laboratori sulla mostra Jon Rafman. Il viaggiatore mentale: una riflessione dal punto di vista delle nuove generazioni sui mondi virtuali e sui condizionamenti della tecnologia nella vita reale.

Il biglietto di ingresso alle mostre (Intero: 6 € | Ridotto: 4 €) è valido per tutti i quattro incontri in programma. Ingresso gratuito per gli under 18 e gli over 65.

Informazioni

tel. +39 059 2032911/2032940 - fax +39 059 2032932

www.galleriacivicadimodena.it 

 

 

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Nuove Direzioni all'Autostazione di Bologna

Nell'ambito dell'art week, l'Autostazione di Bologna ospita nell'ingresso l'installazione Nuove Direzioni dell'artista Simone Marini, un progetto a cura di Alice Zannoni

Nell'ambito dell'art week, l'Autostazione di Bologna ospita dal 29 gennaio al 3 febbraio 2019 nell'ingresso l'installazione Nuove Direzioni dell'artista Simone Marini, un progetto a cura di Alice Zannoni.

L'opera mette a fuoco con intelligenza poetica e una sottile ironia lo scenario sociologico dalle nuove forme di comunicazione, dei nuovi spazi di incontro e della nuova geografia, con una personale interpretazione dell'odonomastica (dal greco hodós 'via', e onomastikòs, 'atto a denominare') che è l'insieme dei nomi delle strade, delle piazze, di tutte le aree di circolazione e la relativa disciplina che ne studia l'aspetto storico-linguistico.

Nella rivisitazione dell'artista a dare il nome alle vie sono sono Google, Internet, Facebook, Twitter, Twitter, Istagram, Messanger, Youtube, Whatsapp, Youporn, Tinder: la piazza, che era luogo di incontro, oggi è sostituita da una spazio virtuale; la via, che era un riferimento, oggi è un punto su una mappa interattiva; l'indirizzo è diventato per lo più un www; le relazioni sono gestite attraverso app per incontri e l'istantaneità della messaggistica on line ha generato uno spazio di informazioni e di scambio dati che viaggiano su nuove vie di comunicazione eteree e universali.

I nomi delle vie, al pari di tutti gli altri nomi propri, sono strumenti che permettono di leggere e interpretare la realtà e la società che li ha visti nascere rispondendo a esigenze di identificazione che connettono l'uomo alla società e al proprio territorio. L'opera così mette mano alla distribuzione spaziale fatta di strati di comunicazione che si aggiungono al sistema sociale e che nella forma di “nuove direzioni” danno voce a nuovo sistema identitario.

Coerente con lo spirito “pop” dell'opera, Alice Zannoni apre la riflessione critica con la visionaria citazione tratta da Ritorno al Futuro, quando nel 1989 si pensava all'allóra lontano 2015: “Strade? Dove stiamo andando non c'è bisogno di... strade!”. Quel futuro ora è diventato il presente, le strade esistono eccome, seppur con una forma che molto probabilmente nessuno si sarebbe mai immaginato: una rete di vie chiamata network. Il mondo si evolve, la tecnologia si appropria dei nostri gesti e il cyberspazio occupa sempre più importanza nei mass media, ma in fondo noi essere umani siamo sempre lì, fatti allo stesso modo, con gli stessi bisogni primordiali e sempre alla ricerca di Nuove Direzioni.

L'esposizione è fortemente voluta dal Presidente dell'Autostazione, David Pierinelli, che afferma: “L'Autostazione si è già dimostrata negli anni precedenti un luogo ideale per valorizzare la cultura offrendosi come spazio deputato ad arte e ciò sarà anche la peculiarità del progetto futuro di riqualificazione della stessa che prevede la connessione tra oltre gli oltre 8 milioni e mezzo di utenti e la città. L'obiettivo è qualificare la struttura non solo come principale snodo internazionale per il transito veicolare, ma anche come punto nevralgico della città, in grado di offrire servizi di cui la cultura è parte integrante”.

Simone Marini - Nasce a Roma nel 1971 dove vive e lavora. Autodidatta, inizia il suo percorso artistico sedicenne, scrivendo poesie che sono state pubblicate su riviste del settore. Nello sviluppo della sua poetica sperimenta i mezzi espressivi facendo uso della fotografia, della scultura e della pittura.  La recente mostra Nuove Direzioni presso la Galleria Pio Monti Arte Contemporanea a Roma, con testi in catalogo di Achille Bonito Oliva e Miltos Manetas  ne ha conclamato il successo attirando l'attenzione delle istituzioni. Le sue opere sono esposte in collezione pubbliche e private.

Informazioni utili

Nuove Direzioni - Simone Marini

A cura di Alice Zannoni 

Autostazione di Bologna Piazza XX settembre 6

aperto 24 ore su 24