pomodo project 

 

 

La Fondazione Arnaldo Pomodoro ringrazia il suo pubblico per la solidarietà  che ha dimostrato durante quest’anno difficile  e annuncia il programma 2021

Un ricco palinsesto di attività che si inserisce perfettamente all’interno del progetto globale di conservazione, di valorizzazione e promozione del patrimonio materiale e immateriale della Fondazione.

I due appuntamenti con le Project Room e la VI edizione del Premio Arnaldo Pomodoro per la Scultura, le nuove attività didattiche, la pubblicazione online dell’Archivio, l’implementazione del Catalogue Raisonné e i prestiti di opere della collezione a enti pubblici e privati sono i cardini del programma 2021 della Fondazione Arnaldo Pomodoro.

Un ricco palinsesto di attività che si inserisce perfettamente all’interno del progetto globale di conservazione, ma soprattutto di valorizzazione e promozione del patrimonio materiale e immateriale della Fondazione, con l’obiettivo di favorire una sempre più ampia conoscenza e una piena accessibilità dell’opera di Arnaldo Pomodoro, attraverso un processo di diffusione, sviluppato sia attraverso modalità di fruizione tradizionale sul territorio che mediante le tecnologie digitali.

La Fondazione ha avviato la costruzione di un database informatico dell'Archivio con l'obiettivo di garantire internamente una catalogazione ottimale dei materiali e al contempo offrire al pubblico una piattaforma open access di consultazione da remoto. Il lancio della piattaforma online è previsto nella primavera del 2021; si susseguiranno poi uscite a scadenza semestrale con la pubblicazione di tutte le sezioni del database e dei materiali disponibili.

Continua anche l’implementazione del progetto del Catalogue Raisonné online, uno strumento di consultazione immediato, con accesso gratuito, sempre aggiornato e preciso, rivolto a studiosi, istituzioni culturali e studenti, collezionisti, operatori di mercato, oltre che al grande pubblico, che può documentarsi ad ogni livello di approfondimento. Nel corso del 2021 sono previste le uscite delle sezioni dei Progetti scenici e dei Gioielli. Le due nuove sezioni segneranno un ulteriore passo avanti nella restituzione al pubblico delle attività di ricerca intraprese dalla Fondazione, con l’intento di coinvolgere gli utenti in un reciproco scambio di informazioni, che arricchiranno sia il catalogo ragionato online sia il database dell’Archivio.

Sempre nell’ambito della valorizzazione del patrimonio della Fondazione, nella primavera 2021 tre colonne in fiberglass alte 15 metri – Triade, 1979 (tre colonne in fiberglass alte 15 metri) – verranno installate presso gli Horti dell'Almo Collegio Borromeo di Pavia, che sarà aperto al pubblico come oasi naturalistica e spazio d'arte contemporanea a cielo aperto, arricchendo così l'offerta culturale della città. La Colonna del viaggiatore, 1956-1966 (bronzo, 360 × ø 50 cm) sarà invece collocata a Palazzo Borromeo di Roma, sede storica dell’Ambasciata d’Italia presso la Santa Sede, nell’ambito di un progetto di arricchimento del suo patrimonio artistico con un significativo innesto di arte contemporanea italiana. Sempre a Roma, l’opera di Gastone Novelli Tre Onfali, 1968, entrerà a far parte della Collezione Farnesina, raccolta di arte contemporanea del ministero degli Affari Esteri, con un comodato triennale presso il Palazzo della Farnesina. Infine, si inaugurerà a breve anche il comodato quinquennale di due importanti opere di Arnaldo Pomodoro al Museo del ‘900 di Milano, nell'ambito del nuovo ordinamento della sezione dagli anni Venti agli anni Cinquanta della collezione permanente.

Parallelamente alla promozione dei comodati, prosegue l’impegno nell’organizzazione di iniziative specifiche in cui vengono presentate opere della collezione: una selezione di grafiche sarà esposta presso la Galleria d'Arte Contemporanea "Vero Stoppioni" di Santa Sofia (FC), in una mostra a cura di Renato Barilli, mentre sarà prorogata fino all’estate 2021 la mostra Arnaldo Pomodoro. {sur}face, a cura di Lorenzo Respi, che racconta l'esperienza teatrale di Pomodoro attraverso costumi di scena originali, disegni preparatori e bozzetti scenografici della Cleopatra.

Con questi e altri progetti in corso di definizione per la diffusione delle opere della sua Collezione, la Fondazione afferma in modo sempre più chiaro come la fruizione pubblica dell'arte oggi non possa essere pensata e attuata al di fuori di una prospettiva integrata di rigenerazione territoriale e sociale, per la quale le istituzioni culturali e l'arte possono avere un importante ruolo promotore.

A causa dell’emergenza sanitaria, le Project Room – affidate nel 2020 alla curatrice italiana Eva Fabbris – sono slittate al 2021. Il primo appuntamento, da febbraio a giugno, vedrà protagonista l’artista belga Kasper Bosmans (Lommel, 1990), mentre il secondo, in programma in autunno, coinvolgerà Nevine Mamhoud (Londra, 1988) e Margherita Raso (Lecco, 1991) in un display di Derek MF Di Fabio (Milano, 1987).

Per quanto riguarda la VI edizione del Premio Arnaldo Pomodoro per la Scultura, la cerimonia di premiazione del vincitore si svolgerà in primavera negli spazi della Fondazione, con modalità ancora da definire. In autunno 2021 verrà inaugurata la mostra del vincitore negli spazi della Galleria d'Arte Moderna di Milano, e in occasione di miart avrà luogo un talk sul tema Scultura oggi con la partecipazione del Comitato di Selezione, composto da: Sebastiano Barassi – Head of Henry Moore Collections and Exhibitions; Anna Maria Montaldo – Direttore Area Polo Arte Moderna e Contemporanea, Milano; Pavel Pyś – Curator of Visual Arts, Walker Art Center; Christian Rattemeyer – Independent Curator (former Director, Sculpture Center); Lorenzo Respi – Direttore di produzione della FMAV – Fondazione Modena Arti Visive e membro del Comitato scientifico della Fondazione Arnaldo Pomodoro; Andrea Viliani – Responsabile e Curatore del CRRI – Centro di Ricerca Castello di Rivoli e Curatore di Pompeii Commitment. Materie archeologiche, Parco Archeologico di Pompei.

Infine, il Dipartimento educativo – supporto fondamentale alla crescita e allo sviluppo di tutti i progetti della Fondazione – arricchirà il programma culturale con nuovi percorsi didattici pensati per le piattaforme digitali, in aggiunta alle visite guidate e ai workshop già attivi presso il Labirinto di Via Solari 35, la Fonderia De Andreis di Rozzano, il centro di Milano con il tour Pomodoroincittà, nonché lo stesso Studio Arnaldo Pomodoro.

 

 

Olimpia Zagnoli Dance Dance Dance The New Yorker 2017 

 Olimpia Zagnoli, Dance Dance Dance, The New Yorker, 2017

 

Fondazione Palazzo Magnani presenta CALEIDOSCOPICA. Il mondo illustrato di Olimpia Zagnoli

Fondazione Palazzo Magnani porta negli spazi espositivi dei Chiostri di San Pietro lo stile eclettico dell’illustratrice di fama internazionale Olimpia Zagnoli.

Dal 28 novembre 2020 al 28 febbraio 2021, la Fondazione Palazzo Magnani porta negli spazi espositivi dei Chiostri di San Pietro lo stile eclettico dell’illustratrice di fama internazionale Olimpia Zagnoli, raccontato dalla mostra CALEIDOSCOPICA. Il mondo illustrato di Olimpia Zagnoli, a cura di Melania Gazzotti.

La mostra è promossa dalla Fondazione Palazzo Magnani, in collaborazione con Comune di Reggio Emilia, Provincia di Reggio Emilia e Camera di Commercio di Reggio Emilia, con il patrocinio della Regione Emilia Romagna.

Dopo aver conquistato in pochissimi anni il mondo dell'editoria, della moda e della comunicazione, Olimpia Zagnoli torna a Reggio Emilia, città della sua infanzia, con un progetto espositivo capace di valorizzare le innumerevoli sfaccettature del suo lavoro e la capacità delle linee e dei colori delle sue figure, paesaggi, geometrie, di offrire all'immaginazione sempre nuovi stimoli.

CALEIDOSCOPICA. Il mondo illustrato di Olimpia Zagnoli ripercorre dieci anni della carriera dell'illustratrice mostrando il suo tratto inconfondibile declinato in disegni, stampe, neon, tessuti, sculture in ceramica, legno e plexiglas e oggetti di uso comune.

L’esposizione dimostra come questa artista sia in grado di esprimersi con la stessa disinvoltura con i linguaggi delle arti visive e con quelli del design e dell’editoria, raccontando in un ambiente immersivo la complessità dell'universo creativo dell'artista e le sue fonti d'ispirazione, che spaziano dalla storia dell'arte a quella del design e della grafica.

Negli spazi cinquecenteschi dei Chiostri di San Pietro, nei cui cortili esterni verrà allestito un “giardino di sculture” di grande formato realizzate grazie al contributo della casa di moda Marella, le opere sono accostate per “libera associazione” o per affinità di colore, soggetto e forma.

La selezione di lavori esposti include alcune delle sue immagini più iconiche, come il manifesto per l'azienda dei trasporti di New York MTA e le sue copertine per The New Yorker; non mancano alcuni disegni giovanili inediti e bozzetti, capaci di rivelare il suo processo creativo e il suo metodo di lavoro.

Accompagnano la mostra un catalogo edito da Lazy Dog Press, casa editrice specializzata in libri di illustrazione e grafica, e un programma di eventi collaterali progettati e realizzati anche in collaborazione con Reggio Children, l'istituzione promotrice del Reggio Approach, la filosofia educativa delle Scuole e Nidi d’infanzia di Reggio Emilia che la stessa artista ha frequentato.

La mostra si inserisce nell’ambito del programma di eventi promosso dal Comune di Reggio Emilia “La cultura non starà al suo posto. Reggio Emilia 2020-2021”

 

 arnaldo project

 Jean Benard Bossu, Nieuwe reizen naer Noord-Amerika, Amsterdam, Steven van Esveldt, 1769, 16 × 10,5 × 3,5 cm Elemento parte dell'installazione site-specific di Kasper Bosmans, A Perfect Shop-Front, 2020. Courtesy dell'artista

 

 

Alla Fondazione Arnaldo Pomodoro PROJECT ROOM #13: Kasper Bosmans | A Perfect Shop-front

La Fondazione Arnaldo Pomodoro inaugura il primo appuntamento del nuovo ciclo espositivo delle Project Room.

Opening: martedì 17 novembre 2020, dalle ore 11 alle ore 20 su prenotazione.

Con la mostra A Perfect Shop-front di Kasper Bosmans a cura di Eva Fabbris, la Fondazione Arnaldo Pomodoro inaugura il primo appuntamento del nuovo ciclo espositivo delle Project Room, progetto “osservatorio” dedicato ai più recenti sviluppi del panorama artistico internazionale, affidato per il 2020 – 2021 alla guest curator Eva Fabbris.

Nella Project Room di Kasper Bosmans (Lommel, 1990) temi socio-politici, elementi appartenenti a contesti socio-culturali diversi e una riflessione su istanze strettamente contemporanee vengono traslati in dipinti, installazioni e oggetti eleganti, arguti e ironici, che raccontano e teorizzano moderne mitologie, nel tentativo - tra concetto e materia - di elaborare nuovi modi di raccontare il sapere.

 

 ritratto luigi magnani

 

Gli armadi segreti della Villa dei Capolavori

La Fondazione apre al pubblico gli armadi che custodiscono testimonianze importanti e oggetti preziosi di Magnani stesso e della sua famiglia, rendendo omaggio all’affascinante storia privata di un uomo dal colto e raffinato.

La Villa dei Capolavori sede della Fondazione Magnani-Rocca a Mamiano di Traversetolo presso Parma, in occasione della mostra dedicata al suo fondatore Luigi Magnani (Reggio Emilia, 1906 – Mamiano, 1984) apre al pubblico gli armadi che custodiscono testimonianze importanti e oggetti preziosi di Magnani stesso e della sua famiglia, rendendo omaggio all’affascinante storia privata di un uomo dal colto e raffinato gusto artistico che dedicò la sua eclettica collezione alla memoria del padre Giuseppe, grande proprietario terriero e imprenditore caseario, e della madre, la nobildonna Eugenia Rocca di Chiavari, nipote di papa Benedetto XV.

La storia della Villa e del suo proprietario si intrecciano con quella degli amati genitori, delle sorelle Ada e Lisetta, morte entrambe ventenni di tubercolosi, e di illustri personaggi del mondo della cultura, dell’aristocrazia colta e dell’arte; tra questi anche l’amico pittore Giorgio Morandi, le cui opere sono esposte al piano superiore insieme a tele di Monet, Cézanne e Renoir. Proprio al piano superiore le stanze private di Luigi e della madre Eugenia oggi ospitano capolavori d’arte, affiancate dai luminosi corridoi con i guardaroba a muro di fine Ottocento, celati dalla boiserie ad ante laccate di bianco, che venivano utilizzati per ordinare gli abiti di famiglia, i raffinati accessori, i corredi e tanti preziosi ricordi.

Eccezionalmente questi armadi, custodi di storie intime e private, in occasione della mostra vengono aperti ai visitatori di sabato e domenica, dal 31 ottobre fino al 13 dicembre, compreso lunedì 7 dicembre (Ponte festivo). Sarà così possibile rievocare gli splendori dell’alta società grazie al ricco abito in pizzo nero degli anni Trenta che la signora Eugenia indossava quando era ricevuta a corte dalla regina Elena di Savoia, di cui era dama di compagnia. Ancora attuale risulta il prezioso abito da ballo in tessuto arricciato con fili in oro degli anni Venti, indossato da Ada, una delle sorelle di Luigi, fra le prime donne in Italia ad adottare il taglio di capelli a la garçonne. Di Luigi Magnani è esposto anche il frac per le serate di gala e il cappello a cilindro, realizzato a Parigi negli anni Quaranta, che riporta all’interno le sue cifre.
A svelare i gusti di un tempo ci sono anche gli accessori (collane, cinture, borsette, guanti) provenienti dalle più rinomate case di moda dell’epoca, tra cui spicca per la pregevole manifattura l’ombrellino Belle Epoque in pizzo nero e manico in ebano intagliato, oltre alla collezione di vezzosi cappellini che ripercorrono un lungo periodo di storia del costume con modelli dagli anni Venti agli anni Sessanta, che Donna Eugenia commissionava in via Condotti a Roma.

Completano la raccolta per la preziosità della fattura e dei tessuti i magnifici corredi ricamati e cifrati fra Ottocento e Novecento, utilizzati dagli ospiti della Villa, come Margaret, sorella della regina Elisabella d'Inghilterra, Giorgio Morandi, Eugenio Montale, Renato Guttuso; di Montale è esposto anche uno dei rarissimi dipinti del grande poeta Premio Nobel, con la passione per l'arte e la musica, amico fra i più cari di Luigi Magnani.
Non mancano i documenti di famiglia: oltre a fotografie d’epoca e al menù del transatlantico Giulio Cesare datato 1957 per un pranzo di commiato in onore dei signori Magnani, sono stati ritrovati e ora esposti al pubblico i cimeli legati alla pratica religiosa della signora Eugenia che, per affrontare il dolore della perdita delle figlie morte giovanissime, aveva preso i voti come terziaria di Santa Teresa con il nome di Suor Teresa dell’Addolorata.
Quelle che oggi sono diventate sale espositive ci fanno immaginare l’atmosfera vissuta dal proprietario, insieme alle supreme opere d’arte acquistate a partire dall’inizio degli anni Quaranta, testimonianze di diverse epoche, stili e correnti, che venivano svelate durante ricevimenti esclusivi. In pochi infatti varcavano la soglia della Villa coi suoi saloni e i suoi eventi; dalla biblioteca, ai concerti, alle cene che riunivano intellettuali, artisti e aristocratici. Rimangono a testimonianza di una speciale quotidianità le due logge all’ingresso della Villa con vista sul vasto parco ottocentesco, in cui era servita la colazione agli ospiti con la marmellata che la governante Elge ricavava dai frutti dei cedri secolari che ancora ornano lo scalone d’ingresso coi tronchi nodosi avvinghiati ai grandi vasi di antica manifattura.

La mostra “Luigi Magnani L’ultimo romantico”, allestita nelle sale espositive della Villa dei Capolavori, si arricchisce così di un omaggio particolare a Magnani stesso; e le opere di Tiziano, Filippo Lippi, Dürer, Goya, Canova, Rubens, Van Dyck, da lui raccolte, dialogano con gli arredi in stile impero e ora anche gli oggetti di una vita intera, seguendo quelle correspondances che egli tanto apprezzava.
Una ulteriore grande sorpresa attende il pubblico che visiterà la Fondazione Magnani-Rocca.

Recentemente, infatti, sono state ritrovate nei solai della Villa vecchie pellicole abbandonate da tanto tempo. Attraverso un procedimento di rigenerazione è stato possibile far rinascere dal passato immagini incredibili. Con grande stupore sono riemersi filmati con Luigi Magnani (gli unici conosciuti), poi i genitori Giuseppe ed Eugenia, i ricevimenti e gli ospiti della Villa, il parco come era un tempo. Un vero batticuore quando sono comparsi filmati di Giorgio Morandi in compagnia di Magnani a Mamiano e a Grizzana; si tratta degli unici filmati conosciuti in cui il maestro bolognese, notoriamente restio, accetta di farsi riprendere.

Un video documentario, visibile nella saletta video della Villa, scritto e diretto da Stefano Sbarbaro raccoglie questi filmati insieme alla testimonianza di Gian Paolo Minardi, celebre musicologo, sulla passione musicale di Magnani, e di Stefano Roffi, da anni studioso di Magnani stesso.
Il pubblico avrà così la possibilità di incontrare virtualmente il signore della Villa e rivivere tempi irripetibili. 

Fondazione Magnani-Rocca
via Fondazione Magnani-Rocca 4, Mamiano di Traversetolo (Parma).
Apertura degli armadi segreti il sabato e la domenica dal 31 ottobre fino al 13 dicembre 2020, oltre a lunedì 7 dicembre (Ponte festivo). Sabato e domenica orario continuato 10-19 (la biglietteria chiude alle 18).
Ingresso: € 12,00 valido anche per le raccolte permanenti, il parco romantico e la mostra “Luigi Magnani L’ultimo romantico”.
Le raccolte permanenti, la mostra e il parco sono visitabili anche dal martedì al venerdì, orario 10-18.
Informazioni: tel. 0521 848327 / 848148 Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. www.magnanirocca.it
Consultare il sito www.magnanirocca.it per le modalità di visita in sicurezza.



 

 

 

 kapoor

 

Anish Kapoor realizza un’opera in edizione limitata a sostegno della campagna di raccolta fondi della Collezione Peggy Guggenheim

Si intitola Blood and Earth la fotoincisione su carta da matrice polimerica realizzata in edizione limitata dall’acclamato artista di fama internazionale Anish Kapoor per sostenere la campagna di raccolta fondi "Insieme per la PGC".

Si intitola Blood and Earth ed è una fotoincisione su carta da matrice polimerica, realizzata in edizione limitata dall’acclamato artista di fama internazionale Anish Kapoor, a sostegno della campagna di raccolta fondi "Insieme per la PGC". Membro del Comitato Consultivo della Collezione Peggy Guggenheim dal 2019, l’artista donerà 100 esemplari del suo enigmatico lavoro Blood and Earth ad altrettanti donatori che contribuiranno con una cifra pari o superiore a 5.000 euro alla campagna di fundraising avviata l’8 luglio scorso dal museo veneziano a seguito delle ingenti perdite economiche subite durante i tre mesi di chiusura, che ammontano a oltre 2 milioni di euro.

“Sono felice di poter sostenere con il mio lavoro un’istituzione come la Collezione Peggy Guggenheim, anche alla luce del mio legame con il museo e con una città unica al mondo come Venezia”, dichiara Kapoor. “Il lungo periodo di lockdown causato dalla pandemia del Covid-19 ha causato enormi danni a chiunque, anche al mondo della cultura, ed è nostro dovere oggi aiutare le istituzioni culturali a risollevarsi per far sì che tornino a rendere nuovamente accessibile a tutti il patrimonio artistico in esse custodito”.

“Siamo onorati ed estremamente grati ad Anish Kapoor per questo suo gesto di grande generosità nei confronti del nostro museo”, afferma la direttrice Karole P. B. Vail. “Stiamo portando avanti con tenacia la campagna a sostegno della PGC affinché la Collezione possa tornare a garantire non solo oggi ma in futuro, l’apertura quotidiana, il suo ricco programma di mostre e la gratuità delle tante attività che da sempre rivolge al pubblico. Ringraziamo chi, finora, ha creduto e sostenuto questa raccolta fondi. È anche grazie a questi primi incoraggianti risultati che oggi il museo è tornato a essere aperto 6 giorni la settimana. La strada per raggiungere l’obiettivo è ancora lunga, ma l’entusiasmo non ci manca, alimentato anche da gesti come quello di Anish, e confidando nel supporto di chi ama l’arte, perché sostenendo il museo si aiuta se stessi e gli altri nel costruire un mondo civile, inclusivo e accessibile”.

Due sono le opere di Kapoor presenti nel giardino della Collezione Peggy Guggenheim: la scultura in pietra arenaria Senza titolo (1993), parte della Collezione Hannelore B. e Rudolph B. Schulhof, e il monumentale granito nero Senza titolo (2007), prestito a lungo termine negli spazi museali.

Nato a Mumbay, India, il 12 marzo 1954, Anish Kapoor si trasferisce in Gran Bretagna all’età di diciannove anni, frequentando l’Hornsey College of Art di Londra (1973-77) e poi la Chelsea School of Art (1977-78). Terminati gli studi insegna nel 1979 al Wolverhampton Polytechnic. L’anno seguente tiene la sua prima personale a Parigi, presso lo studio di Patrice Alexandre, che segna l’inizio di un’intensa attività espositiva. All’inizio degli anni ottanta la sua ricerca scultorea, rivolta verso una molteplicità di forme nuove, in un continuo dialogo tra bidimensionalità e tridimensionalità, lo rende uno degli artisti più rappresentativi della New British Sculpture, di cui fanno parte artisti come Tony Cragg e Antony Gormley. In una continua indagine sulla dialettica degli opposti, negli anni ottanta crea sculture con forme in parte astratte e completamente ricoperte da pigmento puro. Negli anni novanta, invece, le sue opere assumono dimensioni sempre più monumentali, spesso incentrate sulla tematica del vuoto, reso tangibile da una cavità che si riempie o da una materia che si svuota. Con la partecipazione nel 1990 alla XLIV Biennale di Venezia, dove gli viene conferito il Premio Duemila, e il conseguimento nel 1991 del Turner Prize, Kapoor raggiunge la fama internazionale. Fanno seguito mostre in tutto il mondo, commissioni pubbliche e private, che spingono i confini già presenti nel suo lavoro tra scultura e architettura verso un panorama sempre più ampio. Nel 2004 Kapoor realizza su commissione il Cloud Gate per il Millennium Park di Chicago, un enorme arco ellittico in acciaio lucidato e riflettente, per la realizzazione del quale trae ispirazione dal mercurio liquido, divenuto non solo punto di riferimento iconico per la città, ma tra le opere pubbliche più celebri al mondo. Importanti esposizioni delle sue opere si sono tenute alla Royal Academy of Arts, Londra (2009); Martin–Gropius–Bau, Berlino (2012); Sakıp Sabancı Müzesi, Istanbul (2013); Museo Universitario Arte Contemporáneo, UNAM, Mexico City; Museo d’Arte Contemporanea, Roma (2016); CAFA Art Museum/Imperial Ancestral Temple, Beijing (2019). Anish Kapoor sarà il primo artista britannico ad esporre alle Gallerie dell’Accademia di Venezia in occasione di una grande personale a lui dedicata durante 59. Esposizione Internazionale d’Arte, nel 2022.

 

 Pomodoro copertina

Modellino di scena (scala 1:50). Fiberglass patinato, ottone e legno, da: La tempesta di William Shakespeare. Regia di Cherif. Palermo, Cantieri Culturali della Zisa, 7 aprile 1998. Fotografia Dario Tettamanzi. Courtesy Fondazione Arnaldo Pomodoro

 

La Fondazione Arnaldo Pomodoro inaugura  le visite guidate Open Studio - Il teatro scolpito

Un focus dedicato al rapporto dell’artista con il mondo del teatro.

A partire dal 25 ottobre 2020 la Fondazione inaugura le visite guidate Open Studio negli spazi recentemente rinnovati dello Studio e dell'Archivio di Arnaldo Pomodoro, con un focus dedicato al rapporto dell’artista con il mondo del teatro: maquettes, figurini, un costume originale, tavole progettuali, fotografie di scena raccontano ai visitatori un altro ambito di attività poco noto dell'artista, oltre alla più classica attività scultorea. "L'esperienza teatrale mi ha aperto nuovi orizzonti – scrive Arnaldo Pomodoro, a proposito del suo impegno con il lavoro teatrale – e mi ha stimolato a sperimentare anche nel campo della scultura, perché il teatro mi dà un senso di libertà creativa: mi sembra, in un certo senso, di poter materializzare la visionarietà. In alcuni progetti per la scena, soprattutto nel caso di testi classici, ho realizzato grandi macchine spettacolari da cui poi ho tratto vere e proprie sculture. In altri casi ho preso lo spunto da progetti di sculture non realizzate".

Il programma culturale della Fondazione si arricchisce così di un nuovo percorso didattico, in aggiunta a quelli già attivi presso il Labirinto di Via Solari 35, la Fonderia De Andreis di Rozzano, il centro di Milano con il tour Pomodoroincittà, nonché lo stesso Studio Arnaldo Pomodoro, dove ogni mese si svolge un ricco programma di workshop incentrati sulle tecniche della scultura.

Questa iniziativa segna un nuovo passo nel progetto globale di conservazione, valorizzazione e promozione dell'Archivio e dei suoi contenuti, avviato con la pubblicazione on-going del Catalogue Raisonné dell'artista e promosso dalla Fondazione con l'obiettivo di favorire una sempre più ampia conoscenza dell'opera di Arnaldo Pomodoro e una piena accessibilità al pubblico del proprio patrimonio materiale e immateriale.

Alla valorizzazione dell'Archivio si affianca poi quella della Collezione, attraverso una serie di iniziative diffuse sul territorio organizzate in collaborazione con la Fondazione, a cominciare dal comodato d’uso triennale del monumentale Obelisco per Cleopatra, collocato per i prossimi tre anni nel piazzale antistante al Castello Campori di Soliera (MO).

Per presentare al meglio l'opera - progettata nel 1989 in riferimento alla messinscena de La passione di Cleopatra di Shawqi sui ruderi di Gibellina - il 17 ottobre 2020 inaugura al Castello la mostra Arnaldo Pomodoro. {sur}face, a cura di Lorenzo Respi. L'esposizione - accompagnata dalla pubblicazione di un catalogo dedicato alla genesi e all'attuale collocazione dell'Obelisco - racconta l'esperienza teatrale di Pomodoro, che ha sempre rappresentato per l'artista un momento di ricerca sperimentale e di grande libertà creativa, attraverso i costumi di scena originali, i disegni preparatori e i bozzetti scenografici della Cleopatra, oltre alle fotografie e ai video dello spettacolo, passando per l’Obelisco e le sculture degli anni Duemila, sino al bozzetto in bronzo dell’opera ambientale Ingresso nel labirinto (1995-2011), presentato per la prima volta a Soliera.

Un altro aspetto poco noto dell'attività di Pomodoro, quello della produzione grafica, sarà invece al centro della mostra in programma per novembre alla Galleria d'Arte Contemporanea "Vero Stoppioni" di Santa Sofia (FC), a cura di Renato Barilli, che fa seguito alla recente inaugurazione del comodato d'uso quinquennale di un'altra opera monumentale, Cono tronco (1972), da poco collocata sul lungofiume del Bidente nel Parco di Sculture all'aperto di Santa Sofia.

Sono inoltre in via di definizione due importanti comodati di opere di Arnaldo Pomodoro: quello al Museo del Novecento di Milano, nell'ambito del nuovo ordinamento della sezione dagli anni Venti agli anni Cinquanta della collezione permanente del Museo, e quello presso gli Horti dell'Almo Collegio Borromeo di Pavia, che sarà aperto al pubblico come oasi naturalistica e spazio d'arte contemporanea a cielo aperto.

L’ARCHIVIO di ARNALDO POMODORO

L'Archivio di Arnaldo Pomodoro nasce negli anni Cinquanta, quando l'artista comincia a raccogliere ritagli stampa e fotografie con lo scopo di documentare passo dopo passo il proprio lavoro. Con il passare degli anni i materiali si fanno sempre più diversificati: alle fotografie (scattate da fotografi del calibro di Ugo Mulas, Paolo Monti, Mario Dondero...) e ai ritagli stampa si aggiungono ben presto cataloghi, riviste e pubblicazioni varie, le pratiche relative alla commissione di opere e all'organizzazione di mostre, i carteggi con gli amici artisti, i critici e le istituzioni, ma anche manifesti, cartoline, pellicole cinematografiche e maquettes. Un insieme multiforme di documenti, immagini e oggetti sottoposto a un costante lavoro di controllo e aggiornamento, grazie al quale l'Archivio si arricchisce quotidianamente di nuove informazioni e materiali relativi al lavoro e alla vita di Arnaldo Pomodoro.

Affidato alla gestione della Fondazione nel giugno 2018, l'Archivio è destinato a diventare parte del suo patrimonio istituzionale, e come tale a diventare oggetto e strumento dei suoi scopi statutari: garantire e diffondere la corretta informazione relativa a tutte le opere di Arnaldo Pomodoro, sia a fini conoscitivi che formativi. Strumento di supporto fondamentale per la produzione di mostre, pubblicazioni e altre iniziative culturali, l'Archivio è inoltre l'elemento determinante nella realizzazione e nell'incremento del Catalogue Raisonné online dell'artista.

Negli anni, la raccolta e la produzione di materiali tipologicamente sempre più diversificati hanno portato alla formazione di nuclei documentari la cui configurazione e dislocazione rispondevano, fino all'inizio dei lavori di risistemazione e riallestimento, alle esigenze di lavoro dello Studio dell'artista. Con il passaggio di gestione dallo Studio alla Fondazione, cambia anche la funzione dell'Archivio, che da strumento di lavoro professionale diventa deposito della memoria dell'artista e della sua vita. Di conseguenza si sono adeguati anche l'ordinamento dei materiali e i locali che li ospitano, ripensati e adattati sotto l'attenta e partecipe supervisione dell'artista.

L'Archivio ha uno sviluppo di circa 60 metri lineari ed è suddiviso in 7 grandi sub-fondi: Fotografico, Bibliografico, Audiovisivi, Progetti, Carteggi, Documenti e Materiali diversi.

INFORMAZIONI PRATICHE 

Visite guidate Open Studio - Il teatro scolpito

dove: Studio Arnaldo Pomodoro, via Vigevano 3 - Milano (cit. 061)

quando: 25 ottobre (ore 11); 8 novembre (ore 17); 22 novembre (ore 17); 13 dicembre (ore 17);

durata: 60 min circa

costo: biglietto intero € 11,00 / ridotto € 8,00

per adulti (dai 15 anni in su)

Acquista i biglietti: https://fondazionearnaldopomodoro.it/visita/visita-open-studio-singoli/

Prenota una visita di gruppo: https://fondazionearnaldopomodoro.it/visita/visita-open-studio-gruppi/

Maggiori informazioni su tutte le attività della Fondazione Arnaldo Pomodoro sul sito:

fondazionearnaldopomodoro.it