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Museo Novecento presenta "Sulle colline dell’utopia"

Simona Martinoli, Una Szeemann, Mario Martone. Protagonisti in una serie di incontri dedicati al Monte Verità.

In occasione della mostra Monte Verità. Back to nature, realizzata in collaborazione con la Fondazione Monte Verità (Ascona - Canton Ticino), il Museo Novecento presenta una serie di appuntamenti dedicati all’approfondimento della celebre collina dell'utopia, ai suoi fondatori e agli ospiti illustri che videro nei suoi spazi sospesi nel tempo un buen retiro lontano dal dramma delle guerre e anche dallo scontro ideologico fra capitalismo e comunismo che stava attraversando l'Europa.

Saranno protagonisti dei prossimi incontri Simona Martinoli, Direttrice della Fondazione Marguerite Arp a Locarno, Una Szeemann, artista e figlia del grande curatore Harald Szeemann e Mario Martone, celebre regista autore della pellicola Capri-Revolution vincitrice di due David di Donatello.

Il primo appuntamento è fissato per mercoledì 16 febbraio alle ore 18:00 in Sala Cinema, Museo Novecento. Simona Martinoli, Direttrice della Fondazione Marguerite Arp a Locarno e docente all’Università della Svizzera italiana, dedicherà il suo intervento alla figura di Sophie Taeuber-Arp, la celebre artista moglie di Jean/Hans Arp che fu danzatrice con Rudolf von Laban al Monte Verità. Pioniera dell’astrazione, Sophie Taeuber-Arp (1889-1943) ha realizzato opere profondamente innovative in molte discipline. All’artista svizzera è dedicata la grande restrospettiva attualmente in corso al MoMA di New York e che ha fatto tappa al Kunstmuseum Basel e alla Tate Modern a Londra, segnando la riscoperta a livello internazionale di questa figura centrale delle avanguardie del XX secolo.

La recente pubblicazione di due edizioni di lettere dell’artista, oltre a costituire una preziosa fonte sulla sua vita, ne corregge l’immagine di donna timida e silenziosa, vissuta nell’ombra del celebre marito Jean/Hans Arp. Una è costituita dai tre volumi di lettere indirizzate soprattutto alla sorella (edizione in tedesco a cura di Walburga Krupp e Medea Hoch), l’altra è quella che sarà presentata in occasione dell’evento del 16 febbraio e si intitola Lettere di Sophie Taeuber-Arp a Annie e Oskar Müller-Widmann. Il volume pubblicato dalla Fondazione Marguerite Arp di Locarno con le edizioni Casagrande raccoglie – per la prima volta in italiano – lettere e cartoline scritte da Taeuber-Arp ai suoi primi e più importanti collezionisti, i coniugi Müller-Widmann di Basilea. Il pregio dei carteggi è quello di dare molteplici informazioni entrando direttamente nella vita di chi scrive, ma anche di chi nelle lettere compare, ripercorrendo l’iter creativo di un’artista universale e transdisciplinare, le cui opere spaziano dalle arti applicate alla pittura, dalla scultura alla danza, all’architettura e al design.

Sophie Taeuber-Arp raccontata attraverso le sue lettere. Un piccolo sentiero incolto conduce al giardino del Monte Verità, dove ogni mattina striscio nel mio abito da danzatrice per le lezioni

Mercoledì 16 febbraio, ore 18:00 

Sala Cinema – Museo Novecento

Intervengono: Simona Martinoli, Nicoletta Mongini, Sergio Risaliti.

Mercoledì 2 marzo alle ore 18:00

Una Szeemann ripercorrerà il rapporto tra suo padre, lo storico dell’arte e curatore svizzero Harald Szeemann e la celebre collina dell’utopia nata sulle prealpi locarnesi. Anomalie Quotidiane è il titolo dell’intervento che traccia un percorso biografico di Harald Szeemann sviluppato dalla prospettiva soggettiva di una figlia. Attraverso un’introspezione sugli esordi cabarettistici di Harald Szeemann con il suo “Einmanntheater” fino allo sviluppo del “Museo delle Ossessioni” e alla “Agentur für Geistige Gastarbeit”, verranno ricostruiti i processi di riflessione che hanno portato alla gestazione di alcune tra le mostre più celebri del Novecento: “When Attitudes Become Form” (1969), Documenta 5 “Befragung der Realität – Bildwelten heute” (1972), “Grossvater: ein Pionier wie wir” (1974), “Le macchini celibi” (1975), “Monte Verità. Le mammelle delle Verità” (1978). Punto focale, la stretta collaborazione con artiste ed artisti con cui Szeemann ha collaborato e mantenuto uno stretto contatto, attraverso il suo archivio nella “fabbrica rosa” a Maggia ed il suo centro di vita nella svizzera italiana, luogo da lui sempre amato. Verranno ripercorsi i racconti, le vicende vissute, il legame familiare ed amicale, le anomalie quotidiane che hanno contribuito ad alimentare questa testimonianza così fitta di costellazioni.

Anomalie Quotidiane  

Harald Szeemann e Monte Verità

Mercoledì 2 marzo, ore 18:00        

Sala Cinema – Museo Novecento

Intervengono: Chiara Gatti, Nicoletta Mongini, Sergio Risaliti, Una Szeemann.  

Venerdì 8 aprile alle ore 21:00 il Cinema Spazio Alfieri ospiterà l’incontro con il regista Mario Martone al termine del quale seguirà la proiezione del film Capri-Revolution, la pellicola del 2018 vincitrice di due David di Donatello liberamente tratta da una vicenda realmente esistita: quella della comune che il pittore, naturista ed utopista tedesco Karl Wilhelm Diefenbach diede vita a Capri agli inizi del Novecento. Ad ispirare l'esperimento politico e sociale di Diefenbach sull'isola fu proprio il modello di Monte Verità ad Ascona. Alimentazione vegana, elioterapia e nudismo, ginnastica, danza e meditazione furono le pratiche quotidiane di una comunità che testimoniano un interesse diffuso ancora oggi verso gli episodi radicali delle esperienze anarchiche come utopia sociale, sogno pacifista e libertario reso possibile da una “riforma della vita” che parte proprio dalla rigenerazione del corpo e dello spirito in un luogo, come dirà Ise Gropius, «dove la nostra fronte sfiora il cielo».          

Proiezione del film Capri-Revolution di Mario Martone         

Venerdì 8 aprile, ore 21:00           

Cinema Spazio Alfieri

Intervengono: Ippolita di Majo, Raffaella Giordano, Mario Martone, Nicoletta Mongini, Sergio Risaliti       

La mostra Monte Verità. Back to nature, a cura del direttore del Museo Novecento Sergio Risaliti, con Nicoletta Mongini e Chiara Gatti e organizzata da MUS.E, ripercorre l'esperienza centenaria di Monte Verità che intreccia destini di intellettuali e maestri del Novecento. Dall'anarchico Bakunin al coreografo ungherese Rudolf von Laban, dal teorico anarco-comunista Pëtr Kropotkin al dadaista Hugo Ball, dalla danzatrice Isadora Duncan al grande scrittore Hermann Hesse; e, ancora, dall'architetto del Bauhaus Walter Gropius agli artisti Hans Arp e Paul Klee, da Carl Gustav Jung fino al curatore Harald Szeemann che, affascinato dalla storia del luogo, gli dedicò nel 1978 una mostra itinerante in Europa dal titolo emblematico “Monte Verità. Le mammelle della verità”.  Fino al 10 aprile 2022 al Museo Novecento.   

 

 



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Incontri alla Fondazione Antonio Ratti

La mostra Il sogno di Antonio: un viaggio tra arte e tessuto è prorogata fino al 20 febbraio.

INCONTRI FARVenerdì 11 febbraio 2022 - ore 18:00, ARCHITETTURA E SPAZI DI PRODUZIONE, una conversazione con Riccardo Blumer (architetto, Università di Mendrisio), Manuel Orazi (storico dell'architettura, Università di Mendrisio), presso Villa Sucota (via Cernobbio, 19 Como)

Una particolare attenzione all’architettura e alla definizione di spazi esterni ed interni è stata l’elemento di ricerca costante che ha contraddistinto le attività di Antonio Ratti: dalle innovative strutture degli anni ‘50, plasmate da un’architettura funzionale, fino agli anni ‘90 con gli uffici disegnati da Luigi Caccia Dominioni che completano il ciclo di produzione. La fabbrica progettata e realizzata da Tito Spini presenta, già dalle sue prime strutture, esempi di un approccio capace di rispondere alle esigenze della qualità dell’ambiente lavorativo così come conseguenza di una consapevolezza ecologica. Questo modello di collaborazione tra Antonio Ratti e l’architettura rimane essenziale nelle attuali trasformazioni delle dinamiche lavorative e sociali. In costante cambiamento, in particolare per i nuovi sviluppi tecnologici, il rapporto tra lavoro, spazio e produzione riconferma il ruolo centrale dell’architettura.

Ingresso libero, per info: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Per visitare la mostra Il sogno di Antonio: un viaggio tra arte e tessuto:

Giorni e orari di apertura - Villa Olmo / Villa Sucota
martedì - domenica  10 - 18 
Chilometro della conoscenza
accesso libero - Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

 

 



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miart 2022

150 gallerie da 21 Paesi: dal 1 al 3 aprile 2022 torna miart, la fiera internazionale d’arte moderna e contemporanea organizzata da Fiera Milano, che conferma le date annunciate e si riposiziona come da tradizione in primavera.

In un aprile denso di importanti appuntamenti per il mondo dell’arte, miart sarà la prima fiera di settore del 2022 organizzata in Italia e tra le prime in Europa: l’avvio simbolico di una nuova fase, il primo movimento di una nuova possibile sinfonia.

Nella seconda edizione diretta da Nicola Ricciardi, miart rafforza la sua portata internazionale e rimette al centro il legame con la città, di nuovo protagonista dentro e fuori il quartiere fieristico.

miart torna in primavera: confermata dal 1° al 3 aprile 2022, con anteprima VIP il 31 marzo, la ventiseiesima edizione della fiera internazionale d'arte moderna e contemporanea di Milano organizzata da Fiera Milano e per la seconda volta diretta da Nicola Ricciardi.

A soli sette mesi di distanza dall’edizione 2021, eccezionalmente organizzata nel mese di settembre, con 150 gallerie operanti da 21 Paesi miart sarà cronologicamente la prima fiera d’arte del 2022 in Italia e tra le prime in Europa: un appuntamento imprescindibile per il pubblico e i collezionisti italiani e internazionali alla ricerca dei grandi capolavori del primo Novecento come delle creazioni delle ultime generazioni di artisti e del design d'autore.

miart 2022 torna a ospitare le principali gallerie italiane e al tempo stesso rafforza in modo significativo la sua portata internazionale, grazie a importanti ritorni e a nuovi e straordinari ingressi. Tra le numerose gallerie partecipanti si segnalano: Alfonso Artiaco (Napoli), Cardi Gallery (Milano, Londra), ChertLüdde (Berlino), Ciaccia Levi (Parigi), C L E A R I N G (New York, Bruxelles, Beverly Hills), Galleria Continua (San Gimignano, Pechino, Les Moulins, L'Avana, Roma, San Paolo, Parigi, Dubai), Raffaella Cortese (Milano), Corvi-Mora (Londra), Monica De Cardenas (Milano, Zuoz, Lugano), Volker Diehl Gallery (Berlino), Galleria dello Scudo (Verona), Galleria d'Arte Maggiore G.A.M. (Bologna, Parigi, Milano), kaufmann repetto (Milano, New York), Galerie Peter Kilchmann (Zurigo), KLEMM'S (Berlino), Andrew Kreps Gallery (New York), KÖNIG GALERIE (Berlino), galerie Lange + Pult (Zurigo, Auvernier), Lelong & Co. (Parigi, New York), Madragoa (Lisbona), Magazzino (Roma), Mai 36 Galerie (Zurigo), Gió Marconi (Milano), Mazzoleni (Londra, Torino), Meyer Riegger (Berlino), FRANCESCA MININI (Milano), Galleria Massimo Minini (Brescia), Misako & Rosen (Tokyo), Montrasio Arte (Milano, Monza), Galleria Franco Noero (Torino), P420 (Bologna), Michel Rein (Parigi, Bruxelles), Repetto Gallery (Londra), ROBILANT + VOENA (Londra, Milano, New York, Parigi), LIA RUMMA (Milano, Napoli), Richard Saltoun Gallery (Londra, Roma), Sans titre (2016) (Parigi), Smac gallery (Cape Town, Johannesburg, Stellenbosch), Tornabuoni Arte (Firenze, Milano, Forte dei Marmi, Crans Montana, Parigi), Vistamare (Pescara, Milano), Galerie Hubert Winter (Vienna), e ZERO... (Milano).

I progetti, accuratamente selezionati dal comitato, hanno l'obiettivo di presentare una fiera coerente e accurata, promuovere il dialogo tra le gallerie e tra artisti iconici e nuovi talenti, esaltare la tradizione con un occhio rivolto al futuro.

Tre le sezioni in cui sono organizzate le gallerie: Established, la sezione principale di miart che ospita, per la prima volta insieme, gallerie che espongono opere della più stretta contemporaneità e quelle dedite all’arte del XX secolo non tralasciando quelle attive nel settore del design da collezione e d’autore, proponendo così una selezione che spazia dai maestri del Novecento alle produzioni più recenti; Decades, a cura di Alberto Salvadori, esplora la storia del secolo scorso attraverso progetti monografici dagli anni '10 del Novecento agli anni '10 del Duemila; mentre Emergent, a cura di Attilia Fattori Franchini, è la sezione dedicata alle giovani gallerie la cui programmazione è incentrata sulle ultime generazioni.

L’obiettivo della 26° edizione è dare il via a una nuova fase, al primo movimento di una nuova possibile sinfonia.

Primo movimento – tema scelto per questa edizione – denominazione dell’inizio di una “forma musicale in più parti”, rappresenta il desiderio di accelerare di un settore che oggi, dopo una positiva stagione autunnale di fiere internazionali, si sente pronto ad allungare il passo e a fare un salto in avanti.

Sarà proprio questo termine a definire una serie di iniziative e collaborazioni con realtà e istituzioni appartenenti al mondo della musica, della danza, della performance, volte a far sì che miart sia innanzitutto uno stimolo a muoversi, tutti insieme – galleristi, collezionisti, artisti, cittadini e visitatori – alla ricerca della perfetta esecuzione di una sinfonia possibile solo attraverso la collaborazione e la coesione.

In questa prospettiva si rafforza il legame di miart con la città, che torna a essere centrale grazie a una nuova e densa edizione della Milano Art Week, il popolare appuntamento – sviluppato in collaborazione con l'Assessorato alla Cultura del Comune di Milano – che celebra le principali istituzioni pubbliche e fondazioni private della città. In occasione di miart inaugureranno infatti tutte le principali mostre della stagione, tra cui le personali di Elmgreen & Dragset alla Fondazione Prada, Artur Zmijewski al PAC – Padiglione d'Arte Contemporanea, Yuli Yamagata da Ordet e Steve McQueen da Pirelli HangarBicocca. Sarà inoltre possibile visitare le mostre già aperte in città, come la grande collettiva su Tiziano e i suoi coetanei a Palazzo Reale, Anicka Yi da Pirelli HangarBicocca e Miriam Cahn da Fondazione ICA.

 



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FUTURE SHOCK. Ogni due settimane le opere di cryptoarte popoleranno gli schermi delle Grandi Stazioni di Roma e Milano

Un'operazione realizzata grazie alla collaborazione con Grandi Stazioni Retail per portare il meglio dell’arte digitale internazionale sui maxi schermi più iconici delle stazioni ferroviarie.

Reasoned Art, start-up società benefit italiana dedicata alla cryptoarte, presenta Future Shock, un’operazione realizzata grazie alla collaborazione con Grandi Stazioni Retail per portare il meglio dell’arte digitale internazionale sui maxi schermi più iconici delle stazioni ferroviarie delle due principali città italiane: Roma e Milano.

Future Shock è un programma di proiezioni di opere digitali che coprono diversi ambiti e differenti discipline creative, dall’arte all’architettura, dalla moda alle nuove applicazioni dell’intelligenza artificiale in campo estetico. Un modo per “tornare a progettare il futuro” attraverso immagini capaci di penetrare l’immaginario collettivo nello spazio pubblico delle città.

Il titolo è tratto dal volume di Alvin Toffler (Future Shock, 1970) il quale avvertiva che, per sopravvivere allo shock del futuro, l’uomo avrebbe dovuto diventare più flessibile e adattabile nel metabolizzare i veloci cambiamenti tecnologici. Una delle conseguenze del future shock è la tendenza a rifugiarsi nel passato, immaginando un ideale ritorno a un mondo già conosciuto e quindi più confortevole.

L’arte digitale, in continuo dialogo con le evoluzioni tecnologiche, può scongiurare la tendenza al ripiegamento verso il passato e offrirsi sia come piattaforma di progettazione estetica che come pratica predittiva sociale e politica, finalizzata alla ricostruzione di quella che Franco “Bifo” Berardi ha chiamato “Futurabilità”, ossia la capacità di immaginare a lungo termine e di ipotizzare un mondo fuori dalle regole e dai parametri imposti dalla società attuale.

Prima iniziativa del suo genere in Europa, ogni due settimane Future Shock occuperà per 15 minuti, con un evento onlife, i giganteschi schermi pubblicitari delle stazioni Termini (Maxiled e Led Trasparenti) e Tiburtina (Maxiled) di Roma e della Stazione Centrale di Milano (Jumbo Led), portando le opere digitali accuratamente selezionate dal team curatoriale a contatto con le centinaia di migliaia di passeggeri che transitano.

L’intento è quello di creare un broadcasting fisico per rendere l’arte pubblica, in contesti dove solitamente non è presente. Le grandi stazioni diventano così gallerie d’arte d’eccezione e, grazie al potere di connessione unico, vetrine esclusive per i nuovi artisti.

Venerdì 4 febbraio alle ore 19.00 il primo evento-teaser: solo sul grande schermo milanese verrà proiettato Arch of Light del collettivo Ouchhh, l’opera che dal 30 dicembre 2021 al 1 gennaio 2022 ha vestito di luce l’Arco della Pace di Milano, lanciando il primo monumento al mondo a entrare nel Metaverso.

Grazie alla sua ricerca, Reasoned Art continua a porre l’Italia come trend setter a livello internazionale nel settore della cryptoarte.

L’operazione è in collaborazione con la Sovrintendenza APAB di Milano.

APPUNTAMENTI

  • Come costruiremo (Architettura) – 11 Febbraio
  • Come vestiremo (Digital Fashion) – 25 Febbraio
  • Come cambieremo (Digital Human) – 11 Marzo
  • Come mangeremo (3D Art) – 25 Marzo
  • Come delegheremo (AI) – 8 Aprile
  • Come vivremo (Distopic/Utopic Future) – 22 Aprile

 



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La Fundación Sandretto Re Rebaudengo Madrid presenta la prima mostra di Michael Armitage in Spagna

Curata da Hans Ulrich Obrist, la mostra avvia un dialogo tra Armitage e l'opera di Francisco de Goya, uno degli artisti più importanti e ben rappresentati della Royal Academy of Fine Arts nella loro collezione.

Inaugurazione il 4 febbraio, la Calcografía Nacional della Real Academia de Bellas Artes de San Fernando ospiterà la prima mostra personale di Michael Armitage (Kenya, 1984) in Spagna.

Curata da Hans Ulrich Obrist, la mostra presenta un dialogo tra l'opera dell'artista keniota che lavora tra Nairobi e Londra e l'opera di Francisco de Goya (1746 - 1828), uno degli artisti più importanti della collezione dell'Academia. L'istituzione, che venne diretta da Goya, ospita tredici capolavori dell'artista che fanno parte della collezione permanente esposta al Museo dell'Academia, insieme alle tavole originali e alle prime edizioni delle incisioni della serie dei Caprichos, Los Desastres de la Guerra, La Tauromaquia e Los Disparates, prodotti da Goya al Calcografía. Un'accurata selezione delle tavole e delle incisioni originali è esposta al “Gabinete Goya”, collegato alla galleria Calcografía Nacional.

Il lavoro di Armitage si intreccia con Goya attraverso sfumature oniriche, ambigue e soprannaturali, come dimostra la decisione degli artisti di esporre anche una selezione dei suoi disegni, seguendo una linea adombrata dai Caprichos di Goya e dai suoi Desastres de la Guerra.

“Michael Armitage è un artista che seguo e colleziono da diversi anni. Nel 2019 la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo ha ospitato The Promised Land, la sua prima mostra personale in Italia. Il mio interesse per il suo lavoro è cresciuto nel tempo e sono davvero felice di presentare la sua nuova mostra Michael Armitage alla Calcografía Nacional di Madrid”.

Ha dichiarato Patrizia Sandretto Re Rebaudengo, presidente della Fundación Sandretto Re Rebaudengo Madrid (FSRRM) “Le opere saranno esposte negli interni magici e reminiscenti della Real Academia de Bellas Artes de San Fernando. Qui Armitage studiò l'arte di Goya, una delle principali fonti di ispirazione per la sua pittura. La mostra sarà l'occasione per intensificare questo dialogo e per stupirsi ancora una volta del suo lavoro".

Il concept della mostra è quello di portare alla luce i legami tra i due artisti. “Sebbene lavorino a distanza di due secoli, condividono meticolose osservazioni sui rispettivi periodi” ha spiegato Ulrich Obrist. “Nel lavoro di Goya e di Armitage c'è un particolare interesse (...) per ciò che riguarda l'individuo nel contesto socio-politico ". Per il curatore svizzero, i riferimenti diretti e indiretti a Goya sono una costante nel lavoro di Armitage, anche a causa della forte impressione che ha suscitato su di lui il lavoro del vecchio maestro. “Goya ha cambiato il modo di disegnare di Armitage, facendogli capire che si poteva fare qualcosa apparentemente velocemente ma in realtà costruito lentamente… Goya è sempre presente nel suo lavoro”

Nelle stesse parole di Armitage, "Ho sentito parlare dei Pinturas Negras (Black Paintings) di Goya, avevo questa immagine di una specie di porta nera minimalista. Ma quando sono entrato nella galleria permanente delle Pinturas Negras al Prado dove è esposto Atropos (1819-1823) insieme agli altri Black Paintings, ho pensato: "Questo è qualcos'altro". Durante il mio primo viaggio a Madrid l'ho fatto" Non vedo nient'altro che il Prado. Quello è stato il mio primo incontro con Goya”.

Come sottolinea Obrist, l'esame di come le persone si comportano come una massa, che si può apprezzare nei dipinti di Goya, è anche alla base della pratica di Armitage. Come sostiene l'artista, "Suppongo che una folla senza direzione sia in cerca di guai. Qualcosa che è unificato è incredibilmente potente e in qualche modo prevale sulle personalità degli individui che sono lì".

Per la sua prima mostra personale in Spagna, l'artista keniota esporrà un totale di 19 opere d'arte, cinque dipinti e quattordici disegni.

Le opere della mostra “Michael Armitage at the Calcografía Nacional” saranno completate dalle proiezioni di Xala, uno dei film preferiti di Armitage, del regista e attivista politico senegalese scomparso, Ousmane Sembène; e il documentario Sembène: The Making of African Cinema, della scrittrice e regista Manthia Diawara. Entrambi i film affrontano la dimensione sociale e politica del lavoro di Sembène, integrandosi con le preoccupazioni socio-politiche alla base del lavoro di Goya e Armitage.

In concomitanza con la fiera d'arte contemporanea ARCOmadrid di Madrid, la mostra sarà aperta al pubblico per tutto il mese di febbraio fino all'inizio di marzo 2022.

Michael Armitage, Hans Ulrich Obrist e Manthia Diawara, un incontro a tre voci

Mercoledì 23 febbraio, la Fundación Sandretto Re Rebaudengo Madrid ospiterà presso l'Auditorium Real Academia de Bellas Artes un colloquio pubblico con l'artista Michael Armitage, il curatore Hans Ulrich Obrist e la scrittrice e regista Manthia Diawara. In occasione di questa mostra, la FSRRM pubblica una pubblicazione curata da Hans Ulrich Obrist dedicata al lavoro di Armitage in inglese e spagnolo che sarà lanciata il 23 febbraio.

Informazioni

Secondo anno del programma espositivo di FSRRM

Dopo aver presentato le sue attività a Madrid nella stagione 2020, con la mostra Emissaries di Ian Cheng a cura di Hans Ulrich Obrist e la prima edizione del suo programma di residenza per giovani curatori a cura di Alejandro Alonso, FSRRM continua a lanciare un ambizioso programma che si aggiungerà la scena artistica a Madrid con il lavoro di artisti internazionali che espongono per la prima volta in Spagna, aprendo anche nuove opportunità per gli artisti spagnoli portando curatori internazionali a Madrid.

Analogamente al lavoro della fondazione presso la sua sede in Italia, il progetto a Madrid è incentrato sui suoi obiettivi primari, ovvero promuovere gli artisti e il suo concetto di mediazione culturale al fine di contestualizzare e socializzare l'arte contemporanea. Tutte le sue mostre includono un team di mediatori il cui approccio pedagogico è determinante per migliorare l'esperienza del visitatore delle opere.

La Fondazione esprime il suo impegno con Madrid e con la Spagna, dove sta già svolgendo il suo programma. In effetti, questa prima mostra personale di Michael Armitage in Spagna fa parte del secondo programma annuale di FSRRM. "In questa seconda stagione a Madrid, il team della fondazione sta lavorando per ampliare la scena artistica in Spagna, sostenendo allo stesso tempo gli artisti spagnoli con il suo programma di residenza per giovani curatori, tra gli altri progetti", afferma Patrizia Sandretto Re Rebaudengo.

Michael Armitage (1984, Kenya)

Michael Armitage (nato nel 1984, Nairobi, Kenya) vive e lavora tra Londra e Nairobi. Ha conseguito la laurea in Belle Arti presso la Slade School of Fine Art, Londra (2007) e ha conseguito un diploma post-laurea presso la Royal Academy Schools, Londra (2010). Michael è il fondatore del Nairobi Contemporary Art Institute (NCAI), uno spazio di arte visiva senza scopo di lucro dedicato alla crescita e alla conservazione dell'arte contemporanea nell'Africa orientale. Tra le mostre personali selezionate: Ny Carlsberg Glyptotek, Copenaghen (2021); Royal Academy, Londra (2021); Haus der Kunst, Monaco di Baviera (2020); Fondazione Norval, Città del Capo (2020); Projects 110, Studio Museum in collaborazione con e al MoMA, New York; Museo di Arte Contemporanea Sydney (2019); Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino (2019); Galleria del sud di Londra (2017); Turner Contemporary, Margate, Regno Unito (2017); Cubo bianco, Hong Kong (2017); Berkeley Art Museum e Pacific Film Archive, San Francisco (2016); White Cube, Londra (2015); e Royal Academy Schools Studios, Londra (2010).

Hans Ulrich Obrist (1968, Svizzera)

Hans Ulrich Obrist è direttore artistico della Serpentine Gallery di Londra, consulente senior di LUMA Arles e consulente di programma senior di The Shed a New York. È un ex curatore del Musée d'art moderne de la Ville de Paris. Dalla sua prima mostra World Soup (The Kitchen Show) nel 1991, ha curato oltre 350 mostre. Le recenti pubblicazioni di Obrist includono Ways of Curating (2015), The Age of Earthquakes (2015), Lives of the Artists, Lives of Architects (2015), Mondialité (2017), Somewhere Totally Else (2018), The Athens Dialogues (2018), Maria Passing: Letters (2020), Entrevistas Brasileiras: Volumen 2 (2020) e 140 idee per il pianeta Terra (2021).

 



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 Portrait of Thomas J Price. Photo: Sim Canetty-Clark

Thomas J Price. The Space Between

Un'esplorazione della preoccupazione di lunga data dell'artista per le antiche tradizioni della scultura monumentale, insieme a una comprensione intrinseca del potere simbolico e della gerarchia dei materiali.

La pratica multidisciplinare di Thomas J Price si confronta con atteggiamenti pubblici preconcetti nei confronti della rappresentazione e dell'identità. Per la sua prima mostra personale in Svizzera, intitolata The Space Between, Price presenta una selezione di sculture di piccole e grandi dimensioni che coprono due decenni, insieme a due dei suoi lavori cinematografici che mostrano un'altra dimensione della sua pratica. La mostra è un'esplorazione della preoccupazione di lunga data dell'artista per le antiche tradizioni della scultura monumentale, insieme a una comprensione intrinseca del potere simbolico e della gerarchia dei materiali. Le sculture di Price raffigurano soggetti immaginati attraverso l'approccio ibrido dell'artista tra scultura tradizionale e tecnologia digitale intuitiva.

"Il mio lavoro fa riferimento alla storia dell'arte come mezzo per rivelare le nostre comprensioni apprese e gli atteggiamenti nei confronti della rappresentazione all'interno del canone tradizionale e dell'emarginazione sistemica al suo interno", afferma Price.

La mostra coincide con "Witness" al Marcus Garvey Park con lo Studio Museum Harlem, NY, fino a ottobre 2022, così come l'installazione della scultura "Reaching Out" a Chillida Leku, San Sebastian, in mostra fino a giugno 2022.

Price si riferisce ai suoi soggetti di fantasia come ritratti psicologici dello spettatore: "Lo spettatore si avvicina alle opere, portano le loro comprensioni, i loro schemi, il loro insieme di valori che usano per navigare nel mondo che li circonda". Le sue figure e teste sono fusioni di varie fonti, da individui osservati e stereotipi rappresentati nei media, a riferimenti a sculture antiche, classiche e neoclassiche. I materiali e i metodi utilizzati nella statuaria greca e romana sono combinati con la scansione e la modellazione 3D per generare forme transstoriche. In 'Numen (Shifting Votive 1, 2, 3)' (2016) Price combina il tradizionale processo di fusione a cera persa con l'alluminio, un materiale più comunemente associato all'ingegneria moderna, per presentare una serie di teste emblematiche sollevate all'altezza degli occhi su colonne di marmo.

Allo stesso modo, "Icon Series" (2017) adotta la doratura, una tecnica che risale all'antico Egitto e amplifica un senso di lusso e splendore, insieme alla stampa 3D per creare gli stampi di colata. Poste su plinti di quarzite, le sculture trasudano una potente risonanza culturale, sfidando la nostra consapevolezza dell'iconografia attuale e l'immediata immortalazione di figure trionfanti. Le icone di Price guardano oltre lo spettatore e sono consumate nei propri pensieri e mondi emotivi, riformulando l'immagine e le associazioni degli uomini di colore nella società contemporanea di oggi. Queste opere contemplative incarnano oggetti di culto per l'età moderna, mentre svelano le profondità aptiche della gamma in espansione di mezzi di Price.

 Questo tema è stato esteso in nuove modalità di visualizzazione sia in "Power Object (Section 1, No.1)" (2018) che in "Sonic Work (Collective Palette #01)" (2020/21). Le due opere in bronzo distintamente astratte condividono un'estetica dei maestri moderni del 20° secolo, criticando un canone storico artistico che ha contribuito all'interpretazione errata dell'identità maschile nera. Apparso inizialmente come un monumento astratto su un piedistallo in marmo di Carrara, "Power Object (Section 1, No.1)" raffigura la sezione trasversale di un inguine di una figura maschile in pantaloni da jogging. Price valuta se questo oggetto è potenza proiettante, o piuttosto assoggettata ad essa. Il titolo stesso rivela la disparità razziale della politica di arresto e ricerca della Gran Bretagna, "Sezione 1, n. 1".

Sebbene la maggior parte dell'opera di Price si riferisca più strettamente alla figura maschile, "Lay It Down (On The Edge of Beauty)" (2018), così come al suo lavoro più recente nella mostra, "Reaching Out" (2021), segnano un cambiamento commovente verso l'identità femminile e un'esperienza nera condivisa. "Lay It Down (On The Edge of Beauty)" estende la linea di indagine di Price sulle divinità, illuminando i fili universali all'interno della cultura popolare, dei media e della moda che si riferiscono ai significanti della femminilità nera. Price intende mettere in luce lo stigma associato alle acconciature e alle convenzioni formali di bellezza, nonché la mancanza di riconoscimento quando vengono riappropriate al di fuori della loro vera origine.

Sfruttare il potere narrativo di performance, film e animazione è stato un elemento coerente durante tutta la carriera dell'artista fino ad oggi. "Man 10" (2012), un'animazione in stop-motion, dimostra un precoce desiderio di rispondere alla storia della razzializzazione e amplifica la complessità delle profonde tensioni sociali. Attingendo alla propria esperienza vissuta e alle osservazioni comuni, Price eleva la nostra consapevolezza delle forme di comunicazione inconsce attraverso sottili cambiamenti nelle espressioni e nei movimenti facciali. Nella mostra è anche esposto l'ultimo film di Price "From the Ground Up" (2016), un'opera a due canali che presenta l'artista che allaccia e pulisce diversi paia di scarpe da una prospettiva fissa a volo d'uccello. Facendosi strada lentamente attraverso una vasta gamma di calzature, dalle scarpe da ginnastica bianche alle scarpe di pelle nera, Price esplora i temi della cultura materiale e del valore che diamo agli oggetti, nonché i segnali sociali che istigano.

A proposito dell'artista

Thomas J Price è diventato rapidamente uno dei più importanti artisti britannici contemporanei della sua generazione, sovvertendo le rappresentazioni stereotipate di figure che apprezziamo nella società e le strutture di potere tradizionali. Dopo aver studiato al Chelsea College of Art, ha completato il suo Master al Royal College of Art nel 2006 e ha iniziato a interrogare ulteriormente il linguaggio del monumentalismo per mettere in discussione lo status insito nelle sculture pubbliche. Price ha esposto ampiamente nel Regno Unito e a livello internazionale, comprese mostre personali allo Yorkshire Sculpture Park, West Bretton (2014), National Portrait Gallery, Londra (2016) e The Power Plant Contemporary Art Gallery, Toronto (2019).

Nel 2020, Price è stato incaricato dall'Hackney Council di creare le prime sculture pubbliche permanenti per celebrare il contributo della generazione Windrush e dei loro discendenti nel Regno Unito, che saranno svelate nel giugno 2022. Price si è unito a Hauser & Wirth Somerset come artista residente da luglio-ottobre 2021 in vista della sua mostra personale inaugurale con la galleria.

Hauser & Wirth St. Moritz
12 Febbraio – 18 Aprile 2022
Preview: 11 Febbraio 2022