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La mostra personale di Peter Wächtler alla Fondazione Antonio Dalle Nogare

È la seconda commissione che la Fondazione Antonio Dalle Nogare affida a un artista emergente e che occupa tutto il piano terra degli spazi di via Rafenstein. 

La mostra personale di Peter Wächtler è la seconda commissione che la Fondazione Antonio Dalle Nogare affida a un artista emergente e che occupa tutto il piano terra degli spazi di via Rafenstein. Sarà visibile dal 12 ottobre fino al 9 maggio 2020.

Invitato a pensare a un progetto site-specific per gli spazi e per il contesto sia della città sia della regione, Wächtler è tornato in visita più volte durante l’anno e ha analizzato luoghi fisici e di produzione che lo hanno ispirato nella realizzazione di un progetto composto di opere scultoree, fotografiche, pittoriche e video. 

Il risultato è una mostra complessa nella quale l'artista mette in evidenza alcuni aspetti caratteristici della sua pratica: l'interesse per tecniche artistiche tradizionali e artigianali; la necessità di costruzione narrativa simile a quella di un racconto (Wächtler è anche uno scrittore) e la capacità di muoversi liberamente tra diversi mezzi espressivi. 

Tutti questi mezzi diventano tappe di un racconto nel quale il personale si mescola all'impersonale, il soggettivo all’oggettivo, il reale al surreale o all'irreale. 

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Marisa Merz, Senza titolo, s.d. Tecnica mista su carta, 76.5 x 57 cm Courtesy l’Artista e Gladstone Gallery, New York and Brussels © Renato Ghiazza, courtesy Gladstone Gallery

 

Inaugura la mostra "Marisa Merz" alla Collezione Olgiati di Lugano

"Geometrie sconnesse palpiti geometrici" una grande mostra monografica in collaborazione con la Fondazione Merz.

Inaugura oggi per la stampa la mostra Marisa Merz - Geometrie sconnesse palpiti geometrici, esposizione visibile dal 21 settembre fino al 12 gennaio, "in onore di una grande donna" per usare le parole di Mariano Boggia manager della collezione della Fondazione Merz.

La Collezione Giancarlo e Danna Olgiati inaugura la stagione autunnale con questa grande mostra monografica dedicata a Marisa Merz che riunisce un corpus di 45 opere. Unica esponente femminile del gruppo dell’Arte Povera, anche se per questa mostra non la si vuole per forza inscrivere nel movimento, ma di cui si vuole ammirare Marisa in quanto tale. Merz è considerata tra le più significative protagoniste della scena artistica italiana dagli anni Sessanta. La mostra Marisa Merz. Geometrie sconnesse palpiti geometrici, curata da Beatrice Merz e sviluppata in collaborazione con la Fondazione Merz, mostra una selezione delle opere più iconiche dell'artista, mettendo in rilievo una tematica ricorrente nel suo lavoro: la sua ricerca sul volto, o meglio sulla figura. 

Il progetto espositivo, che si colloca nell’ambito di una serie d’iniziative dedicate ad artisti presenti nella Collezione Giancarlo e Danna Olgiati,  Queste ripercorrono l’intero orizzonte creativo di Marisa Merz: dal disegno su diversi supporti alla scultura in argilla cruda, dalle tessiture di filo di rame e di nylon agli oggetti trasformati in cera, nel tentativo di restituire tutte le modalità espressive proprie dell’artista, e mettono in luce una tematica ricorrente nella sua produzione, l'indagine sul volto o sulla figura, individuata come punto di riferimento nel percorso espositivo.

La mostra è accompagnata da un catalogo bilingue, italiano e inglese. Testi di Beatrice Merz, Presidente della Fondazione Merz, e degli storici dell’arte Ester Coen e Douglas Fogle. La pubblicazione comprende immagini a colori di tutte le opere esposte e fotografie dell’allestimento. Mousse Publishing, Milano.

La Collezione
In parallelo all’esposizione temporanea, la Collezione Giancarlo e Danna Olgiati propone, come ogni anno, una selezione inedita di opere provenienti dalla sua raccolta. Fulcro dell’allestimento è un’intera sala dedicata ai principali esponenti dell’Arte Povera. L'intento è quello di sottolineare l’importanza del contesto culturale in cui Marisa Merz si trovò ad operare agli esordi della sua carriera artistica.

Maggiori informazioni su: http://www.collezioneolgiati.ch/

 

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 Per un rinnovamento immaginista del mondo

Ad Alba due imperdibili appuntamenti per conoscere da vicino il lavoro di grandi artisti.

La Fondazione CRC e il Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, proseguendo la collaborazione avviata negli ultimi due anni, portano ad Alba due imperdibili appuntamenti per conoscere da vicino il lavoro di grandi artisti.

Sabato 21 settembre alle ore 12 presso la Chiesa di San Domenico ad ALBA ci sarà l'inaugurazione della mostra Per un rinnovamento immaginista del mondo. Pellizza da Volpedo (Taner Ceylan), Pinot Gallizio (con Constant, Giorgio Gallizio, Asger Jorn, Jan Kotik e Piero Simondo), Mario Merz.

La mostra riflette sulle relazioni tra la produzione artistica di Giuseppe Pellizza da Volpedo (Volpedo, 1868 – 1907), Pinot Gallizio (Alba, 1902 – 1964) e Mario Merz (Milano, 1925 – 2003), sottolineando la presenza di un’estetica della pluralità che ha origine da una riflessione sull’idea di collettività, di rappresentazione sociale, di produzione laboratoriale e di artista libero. Un'occasione per ammirare da vicino le opere provenienti dalle Collezioni del Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, della Fondazione CRC e da collezioni private, insieme a materiali dell’Archivio Gallizio di Torino

Contestualmente alla mostra, la Fondazione CRC e il Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea organizzano dal 21 al 22 settembre Per un rinnovamento immaginista del mondo. Il Congresso di Alba: 1956-2019, una rievocazione poetica del Congresso d’Alba del 1956 che dalla sala consiliare del Comune di Alba, la Sala “Beppe Fenoglio” e la Scuola Enologica di Alba, si svilupperà lungo le strade e nei vicoli della città con un ricco programma di conferenze, attività, performance e proiezioni. Il programma sarà pubblicato sul sito www.fondazionecrc.it nei prossimi giorni.

 

 

 

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 "Training Humans" Osservatorio Fondazione Prada. Photo Marco Cappelletti

 

Kate Crawford e Trevor Paglen all'Osservatorio Fondazione Prada

È la prima grande mostra fotografica dedicata a immagini di training: repertori di fotografie utilizzate dagli scienziati per insegnare ai sistemi di intelligenza artificiale (IA) come “vedere” e classificare il mondo.

Training Humans, visibile dal 12 settembre al 24 febbraio, concepita da Kate Crawford, professoressa e studiosa nell’ambito dell’intelligenza artificiale, e Trevor Paglen, artista e ricercatore, è la prima grande mostra fotografica dedicata a immagini di training: repertori di fotografie utilizzate dagli scienziati per insegnare ai sistemi di intelligenza artificiale (IA) come “vedere” e classificare il mondo.

In questa mostra Crawford e Paglen esplorano l’evoluzione delle collezioni di immagini di training dagli anni Sessanta a oggi. Come afferma Trevor Paglen, “quando abbiamo iniziato a elaborare l’idea della mostra, oltre due anni fa, volevamo raccontare la storia delle immagini utilizzate per il ‘riconoscimento’ di esseri umani nel settore della computer vision e dei sistemi di intelligenza artificiale. Non ci interessavano né la versione inflazionata dell’IA applicata al marketing né le favole distopiche sui robot del futuro”. Kate Crawford aggiunge, “volevamo trattare direttamente le immagini che formano i sistemi di intelligenza artificiale e prenderle sul serio come parte di una cultura in rapida evoluzione. Questi materiali visivi rappresentano la nuova fotografia vernacolare che guida la visione artificiale. Per verificare il loro funzionamento, abbiamo analizzato centinaia di set di immagini di training per capire i processi interni di questi ‘motori del vedere’”.

In particolare Training Humans esplora due tematiche chiave: la rappresentazione, l’interpretazione e la codificazione degli esseri umani attraverso dataset di training e le modalità con cui i sistemi tecnologici raccolgono, etichettano e utilizzano questi materiali. Quando la classificazione di esseri umani attraverso l’intelligenza artificiale diventa più invasiva e complessa, i pregiudizi e le implicazioni politiche presenti al loro interno appaiono più evidenti. Nella computer vision e nei sistemi di IA i criteri di misurazione si trasformano facilmente, ma in modo nascosto, in strumenti di giudizio morale.

Un altro centro d’interesse per Crawford e Paglen sono i sistemi di classificazione basati sugli affetti e le emozioni e supportati dalle teorie molto criticate dello psicologo Paul Ekman, secondo il quale la varietà dei sentimenti umani può essere ridotta a sei stati emotivi universali. Queste tecnologie d’intelligenza artificiale misurano le espressioni facciali delle persone per valutare una molteplicità di fattori: la loro salute mentale, la loro affidabilità come possibili nuovi assunti o la loro tendenza a commettere atti criminali. Esaminando le immagini di questa raccolta e i criteri con cui le fotografie personali sono state classificate, ci si confronta con due interrogativi essenziali: quali sono i confini tra scienza, storia, politica, pregiudizio e ideologia nell’intelligenza artificiale? Chi ha il potere di costruire questi sistemi e di trarne benefici? Come sottolinea Crawford, ‘’un’asimmetria di potere è propria di questi strumenti. La nostra speranza è che Training Humans segni il punto di partenza per iniziare a ripensare questi sistemi e per comprendere in modo scientifico come ci vedono e ci classificano”.

La mostra sarà accompagnata da una pubblicazione illustrata della serie Quaderni, pubblicata da Fondazione Prada, che include una conversazione tra Kate Crawford e Trevor Paglen sui complessi temi affrontati nel loro progetto.

 

 

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 Chinatown, New York 2018, 35x52 cm

 

DIGNITÀ di Gianmarco Taietti alla Fondazione Matalon

La mostra è un racconto per immagini composto da diciotto scatti che hanno come protagonista l’uomo nella sua dimensione lavorativa. Dagli Stati Uniti all’Indonesia, passando per l’Italia, la Romania, la Croazia, l’Olanda e molti altri luoghi.

La Fondazione Luciana Matalon è lieta di ospitare dal 18 al 28 settembre la prima mostra personale di fotografia di Gianmarco Taietti.

Il vernissage si terrà martedì 18 settembre alle ore 18.

 Dignità è un racconto per immagini composto da diciotto scatti che hanno come protagonista l’uomo nella sua dimensione lavorativa. Dagli Stati Uniti all’Indonesia, passando per l’Italia, la Romania, la Croazia, l’Olanda e molti altri luoghi, lo sguardo di Gianmarco restituisce con profondità e precisione attimi di vita quotidiana e personalità nobilitate da attività manuali sempre meno presenti nella nostra società contemporanea.

Le sue fotografie in bianco e nero uniscono la padronanza del linguaggio fotografico alla documentazione delle condizioni di vita e del lavoro degli uomini, cogliendo inaspettatamente i soggetti in situazioni reali e spontanee. 

Straordinario architetto di luci e ombre, Gianmarco rende eterni momenti che altrimenti sarebbero solo lo sguardo fugace di un passante. Ogni viaggio è nella sua essenza movimento, non solo geografico ma anche spirituale. Il suo viaggio personale si riassume nei concetti di ricerca, scoperta, osservazione e soprattutto fotografia.

GIANMARCO TAIETTI

Nasce a Milano nel 1971, si laurea in pittura all’Accademia di Belle Arti di Brera. Durante gli anni universitari rimane affascinato dalla camera oscura e si appassiona alla fotografia. Nel Giugno 2019 collabora come assistente di Livio Moiana per una serie di ritratti, scattando anche fotografie di back stage. Nello stesso mese, in occasione della mostra 'A mano a mano' tenutasi presso il Museo civico Floriano Bodini a Gemonio, espone una serie di fotografie che raccontano il progetto di Samuele Arcangioli per omaggiare 'Il lamento sull’ucciso', un gruppo scultoreo del 1961 collocato al centro del cortile del museo. Eclettico e creativo, Gianmarco Taietti esercita inoltre il suo talento con successo nei settori della grafica e della comunicazione. 

 

 

 

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Mostra R-Nord del fotografo Tommaso Mori

Anche quest’anno, Fondazione Modena Arti Visive rinsalda la collaborazione con il festivalfilosofia, con la proposta di una serie di mostre realizzate ad hoc sul tema dell'edizione 2019, Persona. 

Anche quest’anno, Fondazione Modena Arti Visive rinsalda la collaborazione con il festivalfilosofia, con la proposta di una serie di mostre realizzate ad hoc sul tema dell'edizione 2019, Persona. Tra queste, dal 13 settembre al 17 novembre 2019, nello spazio rinnovato della Chiesa di San Nicolò ad AGO Modena Fabbriche Culturali, la mostra R-Nord del fotografo Tommaso Mori (Modena, 1988), uno dei vincitori della Call for Projects ABITARE, committenza pubblica rivolta a fotografi under 35 realizzata dal Museo di Fotografia Contemporanea e dalla Triennale di Milano, con il sostegno della Direzione Generale Arte e Architettura contemporanee e Periferie urbane del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo.

L’esposizione, curata da Matteo Balduzzi, in collaborazione con il Museo di Fotografia Contemporanea di Milano - Cinisello Balsamo, mostra gli esiti dell’indagine che Tommaso Mori ha realizzato sul complesso residenziale R-Nord di Modena. Nel corso di un’intera giornata, Mori ha scattato un ritratto a oltre 200 abitanti del quartiere, che lo hanno personalizzato sovrapponendo a esso immagini e documenti d’archivio (articoli, documenti, progetti architettonici e urbanistici originali), proposti dall’artista.

La tecnica utilizzata per stampare i ritratti rappresenta un anello di congiunzione tra un antico processo fotografico (cianotipia) e un metodo di stampa di disegni architettonici (blueprint).
Di questi ritratti sono state realizzate due serie di stampe, entrambe in copia unica. Una di queste fu esposta in tempo reale nel quartiere, dando vita a una mostra collettiva e, successivamente, restituita a ogni persona. L’altra fu utilizzata per una mostra alla Triennale di Milano, poi confluita nelle collezioni del Museo di Fotografia Contemporanea.
La Fondazione Modena Arti Visive ripropone l’intera installazione composta da 209 immagini cianotipiche (20x20 cm) incorniciate, accompagnata da un video che testimonia lo svolgimento dell’evento e da materiale documentario stampato su lucidi e proiettato mediante due lavagne luminose.

Durante festivalfilosofia, la mostra osserverà un orario di apertura prolungato: venerdì dalle 9.00 alle 23.00, sabato dalle 9.00 alle 24.00, domenica dalle 9.00 alle 21.00
 
Note biografiche
Tommaso Mori (1988, Modena) si è laureato in Scienze della Comunicazione all'Università di Modena e Reggio Emilia e diplomato in fotografia al C.F.P. Bauer di Milano. La sua ricerca fonde pratiche di arte partecipata, esistenzialismo e approcci relazionali.
Ha partecipato a esposizioni in Italia e all’estero, tra cui  Abitanti. Sette sguardi sull’Italia di oggi, La Triennale, Milano (2018); Premio Francesco Fabbri per la Fotografia Contemporanea, Pieve di Soligo (2018); Onward Compé 16, Project Basho Gallery, Philadelphia (2016); Festival Circulation(s), Centquatre, Parigi (2015); BJCEM Mediterranea 17, Fabbrica del Vapore, Milano (2015); UNSEEN Photo Fair, Amsterdam (2014); Giovane Fotografia Italiana #03, Fotografia Europea Reggio Emilia (2014)
Sue opere sono conservate presso il Museo di Fotografia Contemporanea di Milano-Cinisello Balsamo.
 
FONDAZIONE MODENA ARTI VISIVE è un’istituzione dedicata alla presentazione e alla promozione dell’arte e delle culture visive contemporanee e comprende Galleria Civica di Modena, Fondazione Fotografia Modena e Museo della Figurina.

Tommaso Mori. R-Nord
13 settembre – 17 novembre 2019
AGO Modena Fabbriche Culturali, Chiesa di San Nicolò
Via Jacopo Berengario 20, Modena
 
Orari
Durante festivalfilosofia 2019
Venerdì 13 settembre: 9-23
Sabato 14 settembre: 9-24
Domenica 15 settembre: 9-21

Dal 18 settembre 2019
Mercoledì-giovedì-venerdì: 11-13 / 16-19
Sabato, domenica e festivi: 11-19
 
Ingresso libero
Informazioni: AGO Modena Fabbriche Culturali +39 059 6138098
Sito internet: www.fmav.org