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MILANO DESIGN FILM FESTIVAL 11a edizione Direzione Artistica di Cristiana Perrella  


5 giorni di manifestazione, 3 sedi, oltre 30 titoli in programma e 5 premi. Con i ritratti di grandi progettisti, i racconti del passaggio generazionale, la Green Architecture, le esperienze con il cibo e la moda etica, MDFF11 presenta molte première assolute e italiane.


Abitando le sedi di Triennale Milano, Anteo Palazzo del Cinema,Fondazione dell'Ordine degli Architetti PPC della Provincia di Milano, torna dal 6 al 10 marzo 2024 Milano Design Film Festival, la kermesse che dal 2013 racconta, attraverso il cinema nelle sue varie forme, le concezioni più contemporanee del design e dell’architettura italiani e internazionali.

Con la direzione artistica di Cristiana Perrella, l’undicesima edizione presenta un ricco programma con proiezioni, presentazioni e panel , per offrire a un pubblico diventato sempre più ampio, una lettura del design da prospettive inedite.

Come in ogni edizione il mondo raccontato dal Festival supera le questioni estetiche e funzionali per abbracciare quelle sociali, politiche, etiche e ambientali, innescando relazioni con discipline affini e generando un sistema di pensiero che aiuta a comprendere la società che viviamo e a delineare soluzioni concrete e innovative per viverci meglio.

“Il mondo del progetto è infatti da tempo in grande trasformazione, sempre più interessato a proporre modelli, a costruire scenari, piuttosto che a fare cose, a restituire e interpretare la complessità dell’ecosistema in cui viviamo prima che a immetterci nuovi prodotti. Molti designer oggi condividono un atteggiamento critico nei confronti delle dinamiche che sostengono un’economia di consumo e le sue conseguenze geopolitiche e propongono esempi di circolarità e integrità, rendendo attraente e auspicabile una visione costruttiva e rigenerativa del futuro, aiutandoci a pensare e ad affrontare il cambiamento necessario in un’epoca segnata da profonde crisi. – Spiega Cristiana Perrella – I film in programma in MDFF 11 restituiscono in modo sempre più preciso questa trasformazione, anche quando guardano al passato, raccontano storie che parlano di futuro, visioni e personaggi che hanno saputo andare oltre il loro tempo, oltre gli steccati della loro disciplina”.

Oltre 30 titoli tra film, documentari, corto e lungometraggi, video d’arte e storie di progettisti di ieri e di oggi, il programma 2024 racconta architettura e design non solo attraverso i film in concorso della SELEZIONE UFFICIALE – scelti dal Comitato di selezione grazie a una open call internazionale – e di MDFF STUDENT AWARD, ma anche attraverso film fuori concorso di grande fascino.

MDFF 11 prende il via mercoledì 6 marzo alle 20.00 all’Anteo Palazzo del Cinema entrando subito nel vivo della SELEZIONE UFFICIALE: una opening night dedicata alla premièr eassoluta di Green Over Gray. Emilio Ambasz di Mattia Colombo e Francesca Molteni, alla presenza degli autori l’architetto argentino Emilio Ambasz e l’architetto e storico dell'architetturaFulvio Irace. Attraverso la figura di Ambasz e grazie ad alcuni dei suoi più significativi progetti realizzati tra gli anni Settanta e l’inizio degli anni Duemila, il documentario racconta la rivoluzione della Green Architecture e le responsabilità dell’Architettura nei confronti di una progettazione che assicuri il welfare dei diversi ecosistemi che abitiamo.

Giovedì 7 e venerdì 8 marzo dalle 15.00 fino a sera all’Anteo Palazzo del Cinema – nelle sale Rubino e President – si susseguono le proiezioni dei film della SELEZIONE UFFICIALE. Particolare attenzione è stata rivolta a quelle produzioni recenti capaci di mostrare visioni inedite del design e di indagare il linguaggio dell’immagine in movimento come elemento di ricerca progettuale.

Molti i filoni di ricerca rintracciabili tra i film in programma: l’architettura indiana viene analizzata in The Sense of Tuning di Bêka & Lemoine, (Francia, India, 2023, 98’), un'esperienza cinematografica performativa capace di restituire l'alchimia e l’intimità dell’incontro tra Bijoy Jain, fondatore dello Studio Mumbai in India, e i due autori, e in The Promise – Architect BV Doshi di Jan Schmidt-Garre, (Germania, 2023, 90’) film che racconta uno degli architetti più influenti del XX secolo in India e vincitore del Premio di Architettura Pritzker nel 2018; l’architettura museografica è centrale per Depot - Reflecting Boijmans di Sonia Herman Dolz (Paesi Bassi, 2023, 86’), che analizza l’esperienza del Depot Boijmans Van Beuningen, il primo deposito museale completamente accessibile al pubblico, e per In The Mood For Art di Michael Schindhelm (Svizzera, 2023, 53’), che esplora la meraviglia architettonica del museo M+, progettato da Herzog & de Meuron e che ospita la collezione più significativa al mondo di arte contemporanea cinese.

Sono moltissimi i ritratti di progettisti, da Alvaro Siza Vieira: A Tribute to the Master Architect di Augusto Custodio (Portogallo, Brasile, 2023, 61’), che svela la vita e l'opera rivoluzionaria dell’architetto portoghese Álvaro Siza Vieira, a György Kepes. Interthinking Art + Science di Márton Orosz (Ungheria, Canada, 2023, 96’), documentario che costituisce la prima indagine completa sulla vita di György Kepes, precursore dell'arte multimediale.

In alcune pellicole è centrale il passaggio generazionale e lo sguardo dei figli sui padri: in Radical Landscape, di Elettra Fiumi (Italia, Svizzera, 2022, 87’), la regista racconta, dalla prospettiva di figlia, la figura di Fabrizio Fiumi, uno dei fondatori del gruppo 9999 che contribuì a definire la scena dell'architettura radicale; Ask the Sand, di Vittorio Bongiorno (Italia, 2022, 60’), è il viaggio di un padre e di un figlio alla ricerca di Arcosanti, la città utopica costruita nel 1970 nel deserto dell'Arizona dall'architetto italiano Paolo Soleri, allievo di Frank Lloyd Wright; Skin of Glass, di Denise Zmekhol (Stati Uniti, Brasile, 2023, 90’), è la storia della più grande favela verticale di San Paolo, una torre di di 25 piani progettata da Roger Zmekhol, padre della regista, nel 1968 divenuta oggetto di occupazioni da parte di movimenti che lottano per il diritto alla casa.

Non mancano le esperienze dal taglio sociale come The Architects of Hope: The First Steps of Rebuilding Ukraine, di Paul Thomas (Ucraina, 2023, 60’),  film che segue da vicino i principali studi di architettura ucraini impegnati nella ricostruzione delle città devastate dal conflitto in corso, e Where we grow older, di Daniel Schwartz (Canada, 2023, 30’), documentario che esplora come la crescente popolazione anziana stia ridefinendo costrutti architettonici; la moda e il suo impatto sull’ambiente sono analizzati in Fashion Reimagined,di Becky Hutner (Regno Unito, Stati Uniti, 2022, 110’), che racconta l’incredibile esperienza della fashion designer Amy Powney del suo brand Mother of Pearl, precursore di un cambiamento sociale e Tactile Afferents, di Formafantasma e Joanna Piotrowska (Italia, 2022, 6’), un viaggio alla ricerca della sostenibilità nell'industria della lana che passa dal tatto  tatto e dai gesti  come modalità di comunicazione tra esseri umani e animali;  non ultima l’esperienza con il cibodi Food & Design, di Mu-Ming Tsai , (Taiwan, 2023, 56’), film che offre una prospettiva inedita sul significato e sulle possibilità creative legate al cibo.

Il programma comprende anche talk, presentazioni con gli autori e momenti di approfondimento sui temi dei film come quello dedicato al design degli ambienti di lavoro a cura di DEGW con laproiezione di DEGW 50 anni – il FILM  – venerdì 8 marzo alle 17.00 in Sala Astoria – seguita da un panel dal titolo Un “posto” tra architettura e cinema in cui interverranno Franco Guidi, AD e partner di Lombardini22, Juri Franzosi, DG di Lombardini22, Alessandro Adamo, direttore di DEGW e partner di Lombardini22, Michele Calzavara, architetto e curatore, Gianluca Vassallo, regista.

I film della SELEZIONE UFFICIALE concorrono alla vittoria di quattro premi: AFA – Architecture Film Award, organizzato in collaborazione con la Fondazione dell'Ordine degli Architetti P.P.C della Provincia di Milano (FOAM), che mira a promuovere film sull'architettura e sul paesaggio e, novità dell’edizione 2024, DFA – Design Film Award nuovo premio che celebra i film che esplorano il mondo multiforme del design, mettendone in evidenza le intersezioni con la cinematografia. Ogniuno di questi premi verrà assegnato alla categoria Feature (i lungometraggi) e Short (i cortometraggi), da due giurie internazionale di esperti: Beyer Thomas con Adrian Dorschner, Claudia Clemente e Francesca Iovene per AFA, Marco Rainò, Federica Sala e Dino Vannini per DFA.

Nel corso delle giornate del 7 e 8 marzo, le proiezioni dei film in concorso saranno inframezzate dai 5 migliori short film (max. 90”) realizzati da studenti di Università, Accademie e Istituti di Design e ricevuti attraverso una open call e selezionati per l’MDFF STUDENT AWARD. Tema di quest’anno What Really Matters/Cose che contano, un invito a descrivere attraverso brevi clip video gli oggetti indispensabili per chi oggi ha vent’anni. Una giuria di esperti composta da Nina Bassoli, Beatrice Marchi, Sara Ricciardi assegnerà il premio al migliore short film .

A completare il programma  due speciali proiezioni fuori concorso: l’attesissimo film High & Low – John Galliano, di Kevin Macdonald (Francia, Stati Uniti, Gran Bretagna, 2023, 116’) in programma per venerdì 8 marzo alle 21.30 all’Anteo Palazzo del Cinema e la première della versione restaurata de L’Inhumaine di Marcel L’Herbier (Francia, 1924, 135’) con sonorizzazione live di Lorenzo Senni, evento di chiusura ad invito sabato 9 marzo alle 19.00 nel Salone d’Onore di Triennale Milano.

Presentato per la prima volta in Italia dopo l’anteprima alla Festa del cinema di Roma lo scorso ottobre, High & Low  è un'analisi sincera e intelligente della rapida ascesa, della caduta e della recente rinascita dell’enfant terrible della moda John Galliano. Le interviste con i suoi amici più cari, i familiari più stretti e con celebrità come Naomi Campbell, Penélope Cruz, Anna Wintour, insieme al racconto di John Galliano stesso, ritraggono l'uomo dietro il genio nella sua ricerca di redenzione.

Concepito come prologo all'Esposizione internazionale delle arti decorative di Parigi nel 1925, mostrando il meglio della produzione francese in pittura, scultura, architettura, musica e moda, L’inhumaine è testimonianza visiva di uno dei periodi artistici più grandiosi di Parigi e uno dei massimi esempi in cui la sintesi di tutte le arti si manifesta attraverso il cinema.  Realizzato in occasione del centenario della sua uscita, il restauro del film vede l’uso del negativo originale in nitrato, scansionato a una risoluzione 4K, e il ripristino dei colori originali. In occasione di MDFF 11 L’inhumaine viene proiettato straordinariamente con sonorizzazione dal vivo del musicista Lorenzo Senni, protagonista indiscusso della nuova generazione di producer europei.

La proiezione nel Salone d’Onore di Triennale Milano seguirà la premiazione di AFA – Architecture Film Award e DFA – Design Film Award per le categorie Feature e Short, e di MDFF Student Award, prevista alle 18.00. La serata, su invito, vedrà la possibilità di accesso anche ai primi 100 abbonati al Festival che si registreranno alla mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..

Per la giornata di chiusura del festival, domenica 10 marzo dalle 15.00 alle 21.00, alla Fondazione dell'Ordine degli Architetti PPC della Provincia di Milano, saranno proiettate le repliche dei film vincitori.

MDFF 11 conferma inoltre il progetto MDFF Around The World , con l'obiettivo di portare il Festival e il dibattito sul design in nuovi e sempre più ampi contesti internazionali, e allo stesso tempo attivare sinergie locali. Sono ormai numerose, infatti, le collaborazioni con gli Istituti Italiani di Cultura, le Università, le Design Week e varie Istituzioni sia pubbliche sia private.

Anche per questa edizione prosegue il sostegno di The Good Life Italia come Media Partner.

 



 

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 Enrico Polato e la curatricd Manuela Lietti. Photo by Riccardo Banfi.

 

CAPSULE VENICE - Apre a Venezia la prima sede internazionale della galleria cinese Capsule Shanghai

 


A curare il programma di Capsule Venice sarà Manuela Lietti, curatrice, critica e co-autrice di pubblicazioni internazionali. 


Ha scelto di inaugurare nell'Anno del Drago Capsule Venice, la prima sede internazionale della galleria cinese Capsule Shanghai. Fondata nel 2016 dal gallerista italiano Enrico Polato, nel distretto centrale della Concessione Francese a Shanghai, la galleria lavora principalmente con artisti emergenti cinesi e internazionali che con le loro pratiche stanno contribuendo ad arricchire le dinamiche dell'arte a livello globale. 

In uno spazio fuori dal tempo, tra il canale e un giardino privato, la nuova sede realizzerà un programma annuale a cura di Manuela Lietti strutturato in parallelo alla Biennale Arte 2024.

Enrico Polato, professionista nell’ambito dell’arte contemporanea con un’esperienza ventennale in Cina – tuttora cuore pulsante e quartiere generale della galleria – ha individuato negli spazi di Fondazione Giorgio e Armanda Marchesani a Dorsoduro la sede veneziana della galleria per il 2024: un ampio edificio con finestre che affacciano da un lato sul canale, dall'altro su un giardino, un'area verde sospesa nel tempo che ben si presta ad accogliere mostre ed eventi culturali divenendo così un crocevia di esperienze. 

A curare il programma di Capsule Venice, strutturato in parallelo alla 60. Esposizione Internazionale d'Arte – La Biennale di Venezia, sarà Manuela Lietti , curatrice, critica e co-autrice di pubblicazioni internazionali. Laureata in Lingue e Civiltà Orientali presso l'Università Ca' Foscari di Venezia e in Storia e Critica dell'Arte Cinese presso l’Accademia di Arte e Design dell’Università Tsinghua a Pechino, Manuela ha una ricca esperienza nella gestione di progetti con musei e gallerie in Cina e all’estero.

"Nell’ottobre 2016, nel cuore della zona residenziale della Concessione Francese a Shanghai e immersa nel verde lussureggiante di un’oasi senza tempo, Capsule Shanghai ha aperto la prima mostra collettiva con otto artisti, When We Become Usdichiara Enrico Polato –. Dedita alla promozione di artisti emergenti, la galleria si è posta sin dall’inizio come un centro di scambio e dialogo tra professionisti del mondo dell’arte, realizzando nel corso di sette anni oltre quaranta mostre, partecipando ad altrettante fiere d’arte, instaurando rapporti solidi e duraturi con collezionisti e istituzioni, lanciando la carriera di una nuova generazione di artisti in Cina nonché nel resto del mondo. Il nuovo progetto a Venezia – Capsule Venice – nasce dalla volontà di crescere con i nostri artisti in un contesto internazionale che favorisca nuove sinergie e che ci permetta di condividere con il pubblico la visione della galleria e la nostra ambizione."

Sabato 24 febbraio 2024 appuntamento con la prima mostra di Capsule Venice: When We Become Us², con opere di 29 artisti internazionali.

"Venezia è il luogo in cui tutto è iniziato – prosegue Enrico Polato la città in cui ho studiato cinese e che ha alimentato la mia passione per la Cina, per la sua arte e per la sua cultura. La prima mostra di Capsule Venice, dal titolo When We Become Us² , si presenta come una versione potenziata della mostra inaugurale tenutasi a Shanghai nel 2016, e omaggia quell’indimenticabile giornata in cui con i nostri artisti siamo diventati parte di un’esperienza collettiva. Ho voluto fortemente iniziare con questa mostra: esprime la nostra identità appieno, presenta un ampio spaccato sul nostro programma. Questa introduzione al lavoro di ventinove artisti legati alla galleria da rapporti di collaborazione professionale ma anche di amicizia è la perfetta trasposizione dell’essenza e dello spirito di cooperazione sottesi a Capsule."

 



 

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 Enrico Polato e la curatricd Manuela Lietti. Photo by Riccardo Banfi.

 

CAPSULE VENICE - Apre a Venezia la prima sede internazionale della galleria cinese Capsule Shanghai

 


A curare il programma di Capsule Venice sarà Manuela Lietti, curatrice, critica e co-autrice di pubblicazioni internazionali. 


Ha scelto di inaugurare nell'Anno del Drago Capsule Venice, la prima sede internazionale della galleria cinese Capsule Shanghai. Fondata nel 2016 dal gallerista italiano Enrico Polato, nel distretto centrale della Concessione Francese a Shanghai, la galleria lavora principalmente con artisti emergenti cinesi e internazionali che con le loro pratiche stanno contribuendo ad arricchire le dinamiche dell'arte a livello globale. 

In uno spazio fuori dal tempo, tra il canale e un giardino privato, la nuova sede realizzerà un programma annuale a cura di Manuela Lietti strutturato in parallelo alla Biennale Arte 2024.

Enrico Polato, professionista nell’ambito dell’arte contemporanea con un’esperienza ventennale in Cina – tuttora cuore pulsante e quartiere generale della galleria – ha individuato negli spazi di Fondazione Giorgio e Armanda Marchesani a Dorsoduro la sede veneziana della galleria per il 2024: un ampio edificio con finestre che affacciano da un lato sul canale, dall'altro su un giardino, un'area verde sospesa nel tempo che ben si presta ad accogliere mostre ed eventi culturali divenendo così un crocevia di esperienze. 

A curare il programma di Capsule Venice, strutturato in parallelo alla 60. Esposizione Internazionale d'Arte – La Biennale di Venezia, sarà Manuela Lietti , curatrice, critica e co-autrice di pubblicazioni internazionali. Laureata in Lingue e Civiltà Orientali presso l'Università Ca' Foscari di Venezia e in Storia e Critica dell'Arte Cinese presso l’Accademia di Arte e Design dell’Università Tsinghua a Pechino, Manuela ha una ricca esperienza nella gestione di progetti con musei e gallerie in Cina e all’estero.

"Nell’ottobre 2016, nel cuore della zona residenziale della Concessione Francese a Shanghai e immersa nel verde lussureggiante di un’oasi senza tempo, Capsule Shanghai ha aperto la prima mostra collettiva con otto artisti, When We Become Usdichiara Enrico Polato –. Dedita alla promozione di artisti emergenti, la galleria si è posta sin dall’inizio come un centro di scambio e dialogo tra professionisti del mondo dell’arte, realizzando nel corso di sette anni oltre quaranta mostre, partecipando ad altrettante fiere d’arte, instaurando rapporti solidi e duraturi con collezionisti e istituzioni, lanciando la carriera di una nuova generazione di artisti in Cina nonché nel resto del mondo. Il nuovo progetto a Venezia – Capsule Venice – nasce dalla volontà di crescere con i nostri artisti in un contesto internazionale che favorisca nuove sinergie e che ci permetta di condividere con il pubblico la visione della galleria e la nostra ambizione."

Sabato 24 febbraio 2024 appuntamento con la prima mostra di Capsule Venice: When We Become Us², con opere di 29 artisti internazionali.

"Venezia è il luogo in cui tutto è iniziato – prosegue Enrico Polato la città in cui ho studiato cinese e che ha alimentato la mia passione per la Cina, per la sua arte e per la sua cultura. La prima mostra di Capsule Venice, dal titolo When We Become Us² , si presenta come una versione potenziata della mostra inaugurale tenutasi a Shanghai nel 2016, e omaggia quell’indimenticabile giornata in cui con i nostri artisti siamo diventati parte di un’esperienza collettiva. Ho voluto fortemente iniziare con questa mostra: esprime la nostra identità appieno, presenta un ampio spaccato sul nostro programma. Questa introduzione al lavoro di ventinove artisti legati alla galleria da rapporti di collaborazione professionale ma anche di amicizia è la perfetta trasposizione dell’essenza e dello spirito di cooperazione sottesi a Capsule."

 



 

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Art Talk: “Il restauro nell’Arte Contemporanea: Come approcciarsi?”


Con l’intento di promuovere e sostenere l’attività culturale della città, l’associazione GAL vuole affrontare una tematica delicata ma che ritiene essere di fondamentale importanza e interesse. 


L'ASSOCIAZIONE GAL - Gallerie d'Arte di Lugano è lieta di invitare al secondo appuntamento del progetto Art Talk: “Il restauro nell’Arte Contemporanea: Come approcciarsi?” che si terrà mercoledì 28 febbraio alle ore 17.30 presso la sala conferenze del MUSEC – Museo delle Culture di Lugano sito nella storica Villa Malpensata sul lungolago.

Con l’intento di promuovere e sostenere l’attività culturale della città, l’associazione GAL vuole affrontare una tematica delicata ma che ritiene essere di fondamentale importanza e interesse. Sebbene infatti il restauro e la ricostruzione di opere e installazioni dopo la morte degli autori sia un vasto e intricato argomento, è utile e valido che il pubblico e i collezionisti necomprendano il giusto approccio salvaguardando così le loro opere e scoprendo quanto lavoro, rispetto e conoscenza si celi in queste complesse pratiche.     

Al fine di creare un incontro chiaro, approfondito e preciso, che esamini l’argomento a 360 gradi, saranno presenti quattro relatori riconosciuti a livello internazionale per la loro grande esperienza e professionalità:

Rosalia Pasqualino di Marineo, Direttrice della Fondazione Piero Manzoni

Alessandra Pozzati in rappresentanza dell’Archivio Ugo Mulas

Barbara Ferriani, restauratrice

Adriano Sala, avvocato luganese specializzato di diritto dei beni culturali

I loro quattro interventi analizzeranno dunque il tema sotto tre punti di vista: quello del restauratore, inteso come figura di riferimento sia per la ricostruzione che per i restauri dell’opera d’arte, che lavora attraverso una ricerca tecnico-scientifica; quello legale, attraverso l’analisi delle leggi che regolamentano il diritto d’autore; ed infine quello dell’archivio d’artista, che determina i confini morali e ideologici nel pieno rispetto dell’autore.  

L'evento è gratuito e aperto a tutti, fino ad esaurimento posti. 
Per l’occasione il Musec offre la possibilità di accedere gratuitamente anche alle mostre in corso.

 



 

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100 PROGETTI (E 145 MOSTRE) IN 19 ANNI  


La conferenza stampa sarà anche l’occasione per delineare le prospettive di sviluppo del MUSEC e, in particolare, per illustrare i progetti espositivi in cantiere nel prossimo quinquennio.


Per una volta, diamo i numeri. I numeri della nostra breve ma intensa storia. I numeri che testimoniano il lavoro, la passione e la dedizione con cui un piccolo gruppo ha fatto grande un Museo.
L’apertura dell’ultima esposizione sull’India, I carri degli dèi, ha permesso al Museo delle Culture di Lugano (MUSEC) di raggiungere un traguardo importante e significativo: il centesimo progetto interamente ideato, curato e realizzato dall’équipe di Villa Malpensata.
Non la centesima mostra - perché le esposizioni generate da questi 100 progetti sono state, dal 2005 a oggi, molto più numerose, ovvero 145 - ma il centesimo progetto, immaginato e completato dal MUSEC per essere presentato sulla scena locale, su quella nazionale e su quella internazionale.
In conferenza stampa il presidente della Fondazione culture e musei Roberto Badaracco e il direttore del MUSEC Francesco Paolo Campione ripercorreranno una storia ricca di immagini e di aneddoti, e presenteranno ai giornalisti tutti i numeri di un’avventura davvero inimmaginabile quando, all’inizio del 2005, fu avviato il rilancio del Museo delle Culture extraeuropee che aveva allora sede all’Heleneum.
La conferenza stampa sarà anche l’occasione per delineare le prospettive di sviluppo del MUSEC e, in particolare, per illustrare i progetti espositivi in cantiere nel prossimo quinquennio.
Le aree principali dei futuri progetti del Museo, oltre alle arti etniche e orientali, sono oggi l’arte contemporanea, l’arte infantile, la fotografia
musec dell’esotismo e, non ultimo, il tema del primitivismo nell’arte del Novecento, su cui il MUSEC ha lavorato a lungo, costruendosi una forte credibilità attraverso ricerche e progetti propri e originali.

 



 

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Fotografo sconosciuto, Ritratto di Gerda Taro, Fronte di Guadalajara, Luglio 1937, © International Center of Photography.

 

 
I Giovedì in CAMERA - LA RAGAZZA CON LA LEICA  


Helena Janeczek, autrice del romanzo che ha raccontato la vita di Gerda Taro, dialoga con il direttore artistico di CAMERA
Walter Guadagnini, co-curatore della mostra Robert Capa e Gerda Taro: la fotografia, l’amore, la guerra.


Vincitore nel 2018 del Premio Strega, del Premio Bagutta e finalista al Premio Campiello, La Ragazza con la Leica di Helena Janeczek è la biografia romanzata della vita di Gerda Taro, protagonista insieme a Robert Capa della mostra La fotografia, l’amore, la guerra: un percorso in 120 scatti per raccontare il rapporto professionale e sentimentale tra i due fotografi, tragicamente interrotto dalla morte della Taro nel 1937, a soli 27 anni (CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia di Torino, 14 febbraio – 2 giugno 2024, a cura di Walter Guadagnini e Monica Poggi. Press preview martedì 13 febbraio).

Giovedì 15 febbraio 2024 dalle 18.30 il Centro ospita l’incontro dell’autrice del romanzo, in dialogo con Walter Guadagnini, direttore artistico di CAMERA e co-curatore della mostra.

«Così era finita Gerda Taro, per non aver voluto abbandonare il fronte quando non c’era più nessuna speranza, ed era rimasta ferita a morte come tanti altri, in una strada polverosa; lasciò nelle sue foto testimonianza dell’enorme delitto che era stata la guerra. Aveva dedicato la sua splendida vita a un degno compito, a una giusta causa persa.»

La Ragazza con la Leica racconta la vita di questa ragazza ribelle, l'amore con Robert Capa, l'avventura di fotografare e la gioia di vivere nella Parigi degli anni Trenta. Il 1° agosto 1937 una sfilata piena di bandiere rosse attraversa Parigi. È il corteo funebre per Gerda Taro, la prima fotografa caduta su un campo di battaglia. Proprio quel giorno avrebbe compiuto ventisette anni. Robert Capa, in prima fila, è distrutto: erano stati felici insieme, lui le aveva insegnato a usare la Leica e poi erano partiti tutti e due per la Guerra di Spagna.

Helena Janeczek, nata a Monaco di Baviera da una famiglia ebreo-polacca, vive in Italia da oltre trent’anni. È autrice di Lezioni di tenebra, Premio Bagutta opera prima, Le rondini di Montecassino, finalista al Premio Comisso e vincitore del Premio Napoli, del Premio Sandro Onofri e del Premio Pisa e La ragazza con la Leica, Premio Strega 2018, Premio Bagutta, Selezione Premio Campiello. Tutti i suoi libri sono editi da Guanda.