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Luisa Aiani e Ico Parisi, Positano, 1958, Palazzo Bentivoglio, Bologna, ph. Carlo Favero 

 
La camera Positano di Luisa Aiani e Ico Parisi protagonista dell’ultimo appuntamento dell’anno 


Il progetto espositivo di Palazzo Bentivoglio a cura di Davide Trabucco.


Il nuovo appuntamento di garage BENTIVOGLIO – il progetto espositivo di Palazzo Bentivoglio a cura di Davide Trabucco, ideato per condividere senza mediazioni alcune opere della collezione – presenta un intero ambiente progettato da Luisa Aiani e Ico Parisi: la camera Positano, disegnata dalla coppia per l’azienda romana MIM - Mobili Italiani Moderni nel 1958, un’azienda che rappresenta un’eccezione all’interno del design, essendo uno dei pochi marchi non lombardi a imporsi nel panorama internazionale della produzione di mobili. I passanti di via del Borgo di San Pietro 3A possono ammirare fino al 20 gennaio 2024 nella vetrina su strada – dopo il restauro realizzato ad hoc – questo lavoro firmato da una coppia ingiustamente dimenticata della storia del design del secondo Novecento.

La camera fa parte di una serie di mobili di MIM dedicata ai luoghi di villeggiatura italiani, di cui oltre a Positano, fanno parte, sempre disegnati da Aiani e Parisi, i tavoli Rio e Limonta e la libreria Lerici.

L’arredo è composto da un mobile toeletta, un letto con testiera-contenitore e un comodino, con l’applique 222 di Arteluce disegnata da Gino Sarfatti ed è entrato in collezione dopo essere stata acquistata al Mercato di Piazza Grande, un’associazione bolognese che da trent’anni, attraverso la rivendita di oggetti usati, si occupa di progetti per persone emarginate o senza fissa dimora. L’acquisizione rappresenta l’interesse verso una coppia che ha avuto un altalenante successo storiografico, ma che ha visto in tempi recenti un crescente interesse collezionistico attraverso il mondo delle aste.

La volontà curatoriale di attribuire la paternità del lavoro anche a Luisa Aiani, chiamata con il suo cognome e non con quello acquisito, si iscrive all’interno del lungo percorso critico che ha visto nel corso degli anni il riconoscimento alle figure femminili, di importanti sodalizi di vita e professionali, del ruolo non solo di assistenti, ma di vere e proprie comprimarie.

È infatti impossibile poter tracciare i confini di meriti e competenze all’interno di un legame che dura quarantacinque anni: il vero progetto dello studio La Ruota, che Luisa e Ico aprono nel 1948, è il dialogo che intercorre tra i due e che ha come effetto ultimo l’incessante produzione di mobili e oggetti.

Il dialogo è anche il luogo in cui nasce la collezione di Palazzo Bentivoglio, nel confronto tra i due collezionisti; dialogo di cui non conosciamo l’estensione, ma di cui ci è dato intravedere i confini attraverso le ossessioni, le vanità, le visioni, le rinunce che pervadono l’intera collezione.

garage BENTIVOGLIO è infine il luogo in cui la collezione entra in dialogo con il mondo, chiede di essere interrogata per ritornare a sé carica di nuovi significati.

In occasione di ArteFiera garage BENTIVOGLIO presenterà invece una installazione site specific di Agostino Iacurci (dal 1° febbraio 2024): unico artista chiamato a creare un’opera nuova per il progetto e non già presente in collezione.

ORARI: garage BENTIVOGLIO: da mercoledì a sabato, dalle 19.00 alle 23.00

 



 

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Annunciato il programma espositivo 2024 del polo museale del Comune di Carrara 


Al mudaC va in scena la ricerca artistica contemporanea con mostre di artisti mid-carrer e progetti site-specific nella project room. Al CARMI, la fotografia sociale di Uliano Lucas e la grande mostra dedicata alla cava romana di Fossacava.


L'Assessorato alla Cultura del Comune di Carrara e la Direzione del polo museale rendono noto il programma espositivo 2024 del mudaC | museo delle arti Carrara e del CARMI museo Carrara e Michelangelo.

Nel 2024 sono previsti - oltre ad una nuova edizione di White Carrara, che la prossima estate sarà dedicata al tema del design - 9 mostre e progetti site-specific che danno forma visiva, da un lato, a Carrara Città Creativa UNESCO, capace di attrarre artisti da tutto il mondo grazie alle maestranze di quasi cento laboratori artigianali, omaggiando dall'altro l'identità più profonda della città - il suo marmo - proprio nell'anno in cui il Museo del Marmo subirà un restyling, a seguito della progettazione avviata nel 2023.

«La cultura ha e dovrà avere un ruolo sempre più centrale per Carrara», dice l'assessore alla Cultura del Comune di Carrara Gea Dazzi. «I nostri musei dovranno diventare sempre di più spazi aperti e dinamici, in cui le istanze artistiche del territorio possano proporsi, incontrare artisti emergenti e confrontarsi con altri più affermati, sempre e comunque nel segno della ricerca e dello sperimentare nuovi equilibri tra innovazione e tradizione, come si addice a una città Creativa targata Unesco. Visione, progettualità, collaborazione, competenza, attenzione alle tante eccellenze del nostro territorio sono alcune delle parole chiave alla base della nuova programmazione che ci accompagnerà fino al 2025. Siamo consapevoli che ci sia ancora tanto da fare ma anche che molto è stato fatto e i numeri del 2023 - visitatori triplicati per il mudaC e raddoppiati per il CARMI - ce lo confermano. Per non parlare poi di Fossacava che ha registrato una continua crescita, con oltre 10mila presenze nell'ultimo anno».

«La programmazione del mudaC si sta sempre più inserendo, anche seguendo il solco delle linee progettuali di Laura Barreca, direttrice uscente che ringrazio per l'ottimo lavoro svolto e l'intesa d'intenti da subito instaurata - dichiara Cinzia Compalati, direttore del polo museale di Carrara - in una progettualità partecipativa che vede nel co-design con gli artisti la giusta visione per offrire un museo contemporaneo in linea con le direttive di ICOM. Il CARMI, invece, si sta sempre più allargando verso collaborazioni prestigiose come quella con la Sovrintendenza di Lucca e Massa-Carrara e il Museo della Resistenza di Fosdinovo».

Al mudaC andrà in scena la ricerca artistica contemporanea attraverso una serie di mostre temporanee dedicate ad artisti mid-career che si sono distinti nel panorama nazionale ed internazionale, nel campo dell'installazione, del design e della scultura.

Primo appuntamento, dal 23 marzo al 2 giugno 2024, con il duo artistico Antonello Ghezzi (Nadia Antonello, Cittadella, 1985 e Paolo Ghezzi, Bologna, 1980), che i carraresi hanno avuto modo di conoscere con l'anticipazione dell'Albero cosmico installato in piazza Duomo. Secondo appuntamento, dal 16 giugno al 29 settembre 2024, con Paolo Cavinato (Mantova, 1975), artista che immagina l'invisibile, in concomitanza con White Carrara2024. Terzo appuntamento, dal 12 ottobre 2024 al 9 marzo 2025, con Simone Gori (Prato, 1986), la cui personale sarà inaugurata in occasione della Giornata del Contemporaneo promossa da AMACI - Associazione dei Musei d'Arte Contemporanea Italiani. Il programma si completerà inoltre, nel 2025, con ulteriori esposizioni di Vincenzo Marsiglia (Belvedere Marittimo, 1972) ed Eleonora Roaro (Varese, 1989).

Sempre a mudaC, lo spazio della project room sarà dedicato agli autori selezionati tramite la call lanciata dal Comune di Carrara nella primavera del 2023, per costruire un dialogo con la comunità di artisti che gravitano sulla città e sul suo territorio, sostenendo l'eccellenza locale attraverso la promozione della creatività contemporanea, in linea con la "Carta sull'arte e l'artigianato come strumenti per lo sviluppo urbano sostenibile" concepita dalla rete UNESCO. I vincitori sono stati selezionati, tra gli oltre 60 progetti pervenuti, da una commissione composta da Gilberto Pellizzola, Laura Barreca e Cinzia Compalati.

Tutti gli interventi, co-progettati dagli artisti e dal museo, saranno ospitati nella project room secondo il seguente calendario: Beatrice Taponecco, fino al 4 febbraio 2024; Zoran Grinberg, 24 febbraio 2023 - 5 maggio 2024; Gabriele Landi, 16 giugno 2024 - 29 settembre 2024; Martina Morini, 12 ottobre 2024 - 5 gennaio 2025.

La call è stata accolta positivamente anche da alcuni artisti provenienti da altre realtà geografiche, facendo del mudaC un centro attrattore per l'arte contemporanea. Il progetto si completerà, dunque, nel 2025 e nel 2026, con le installazioni del duo Grandi e Spasari, di Federico Galeotti, Aqua Aura, Alice Bertolasi, Gianluca Sgherri, Giulia Nelli e Wu Yueping.

Al CARMI saranno ospitate due grandi mostre: dal 2 febbraio al 5 maggio 2024, l'esposizione fotografica di Uliano Lucas (Milano, 1942) curata dall'Associazione Archivi della Resistenza di Fosdinovo; dal 25 maggio 2024 all'11gennaio 2026, Romana Marmora. La scoperta della cava di Fossacava a Carrara a cura di Stefano Genovesi e Giulia Picchi.

L'esposizione di Uliano Lucas racconta sessant'anni di carriera del noto fotografo, che con i suoi reportage ha documentato i più importanti mutamenti sociali, politici e culturali del secondo Novecento. Saranno presenti in mostra i temi prediletti da Lucas e dalla fotografia sociale italiana: il lavoro, l'emigrazione, la città e i suoi cambiamenti, il manicomio, i ritratti degli intellettuali, le guerre nel mondo, la lotta per la decolonizzazione in Africa e uno speciale dedicato all'anniversario dei cinquant'anni della Rivoluzione dei Garofani in Portogallo. Nel corso della mostra, si terranno, inoltre, incontri con il fotografo ed un workshop rivolto ai giovani fotografi.

La mostra Romana marmora. La scoperta della cava di Fossacava a Carrara è dedicata alla cava romana di marmo bardiglio di Fossacava e al suo ruolo all'interno del più ampio e noto fenomeno dell'estrazione del marmo lunense. Il sito è tra le pochissime cave di età romana ad essere stato oggetto di uno scavo archeologico stratigrafico; le indagini, condotte nel 2015 dall'Amministrazione comunale di Carrara e dalla Soprintendenza Archeologica della Toscana all'interno del bacino estrattivo, hanno permesso di ricostruire la storia della cava in tutti i suoi aspetti, in particolare in merito alla tipologia dei prodotti semilavorati che qui venivano estratti, del personale che vi lavorava e delle modalità con le quali la cava era gestita dall'amministrazione imperiale romana. Dopo l'apertura al pubblico del sito di Fossacava - accessibile dal 2021 attraverso un percorso innovativo adatto ai visitatori di ogni età - l'esposizione intende presentarne la vicenda storica ad un pubblico ancora più vasto, conferendogli un rilievo di respiro regionale e nazionale.

 



 

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Careof presenta due giorni di appuntamenti aperti alla città dedicati all’immagine in movimento

 


Un calendario di appuntamenti aperti alla città dedicati al video, tra cinema e arti visive.


Giovedì 30 novembre e venerdì 1° dicembre 2023, Careof presenta un calendario di appuntamenti aperti alla città dedicati al video, tra cinema e arti visive. Due giorni di tavole rotonde, talk, panel e proiezioni gratuiti e aperti al pubblico che si inseriscono all’interno di ArteVisione 2023, progetto annuale di Careof nato nel 2011 con l’obiettivo di supportare, produrre e promuovere le ricerche più innovative nel campo all’immagine in movimento, sviluppato attraverso un percorso di formazione e la produzione di nuove opere filmiche.

In particolare, giovedì 30 novembre si terranno due momenti aperti al pubblico. Alle 18:30 è prevista la tavola rotonda “Distributing Moving Images: Context and Geographies”, moderata dalla storica dell’arte, curatrice e docente Lorenza Pignatti, volta ad analizzare come cambia la diffusione delle artists’ moving images a seconda di contesti sociali e culturali differenti. Una conversazione, in lingua inglese, che vedrà coinvolti professionisti ed esperti internazionali quali Andreas Bertman (produttore e curatore Filmform, Stoccolma), Eva Sangiorgi (direttrice artistica VIENNALE, Vienna), Shireen Seno (artista e co-fondatrice di Los Otros, Manila) e Giulio Squillacciotti (artista e regista). A seguire alle 21:00 si potrà partecipare alla proiezione di alcune fra le opere video più significative di Los Otros e Filmform, due delle più interessanti voci internazionali nel campo della distribuzione delle immagini in movimento.

Venerdì 1° dicembre alle 19:00 sarà protagonista della programmazione un’ospite d’eccezione, l’artista e co-fondatrice di Los Otros (Manila) Shireen Seno, con un talk e una proiezione moderati da Maria Paola Zedda, curatrice indipendente e direttrice artistica di ZEIT (Cagliari). Attraverso questi due momenti, verrà analizzata l’indagine artistica di Seno, che si concentra sulla memoria coloniale del proprio Paese e su come essa influenza la storia delle immagini e le convenzioni della fotografia.

Gli artisti di ArteVisione 2023

I cinque finaliste/i selezionate/i per Artevisione 2023 sono Claudio Beorchia, Martin Errichiello, Eleonora Luccarini, Beatrice Marchi, Federico Pozuelo. Questi ultimi avranno l’opportunità di partecipare a un workshop intensivo della durata di sei giorni - dal 27 novembre al 2 dicembre 2023 - presso gli spazi di Careof all’interno della Fabbrica del Vapore di Milano, articolato in lezioni frontali, seminari collettivi e incontri one-to-one con artiste/i e professioniste/i del settore dell’audiovisivo di fama internazionale. La rete di partner del progetto permetterà alle artiste e agli artisti di entrare in contatto e mostrare la propria ricerca a una serie di istituzioni internazionali, tra cui Argos (Bruxelles), FIDMarseille (Marsiglia), SODA (Manchester), Circuit (Wellington).

Per l’edizione 2023 Careof, grazie al sostegno di Fondazione AEM, ha selezionato tra i cinque progetti finalisti anche un progetto improntato all’indagine di temi quali sostenibilità energetica, transizione ecologica, accesso all’energia e alle risorse.

I Visiting Professor di ArteVisione 2023 sono Shireen Seno e John Torres, filmmaker e founder di Los Otros, Manila.

Le artiste e gli artisti avranno la possibilità di incontrare e confrontarsi con professioniste/i del settore, tra cui: Andrea Bellini, direttore Centre d’Art Contemporain Genève e direttore artistico della Biennale de l’Image en Mouvement di Ginevra; Andreas Bertman, produttore e curatore Filmform, Stoccolma; Eva Sangiorgi, direttrice Viennale, Vienna; Maria Paola Zedda, direttrice artistica ZEIT, Cagliari / Milano.

Per l’edizione 2023 l'artista vincitrice/ore riceverà da Careof un premio di 8.000 euro lordi a supporto della produzione del progetto.

Cuore delle attività di Careof, ArteVisione è un progetto che supporta il talento creativo e lo sviluppo di nuove produzioni artistiche, offre opportunità di crescita personale e professionale e favorisce la creazione di relazioni con realtà e professionisti internazionali tra cui artiste/i, registe/i, curatrici/ori, programmer, istituzioni, festival, musei, accademie, università.

In dodici anni di attività, attraverso ArteVisione, Careof ha prodotto opere di Yuri Ancarani, Francesco Bertocco, Fatima Bianchi (in fieri), Giuseppe Fanizza, Riccardo Giacconi, Martina Melilli, Rebecca Moccia (vincitrice 2022), Caterina Erica Shanta, Giulio Squillacciotti, The Cool Couple, Luca Trevisani, ZimmerFrei e promosso il lavoro di oltre 80 artiste e artisti.

Tutti i dettagli sono disponibili sul sito careof.org.

ArteVisione Focus: artiste e artisti finalisti e mentor 2022, photo Diego Mayon

Careof

Careof è un’organizzazione non profit per l’arte contemporanea, fondata nel 1987 con sede a Milano, all'interno di Fabbrica del Vapore. È un centro di ricerca e produzione sull’immagine in movimento, uno spazio espositivo, una biblioteca, un archivio fotografico e un archivio video, riconosciuto di interesse storico dal Ministero della Cultura. L’archivio video in continua espansione raccoglie oltre 9000 titoli e restituisce una visione privilegiata sull’evoluzione artistica dagli anni ‘70 a oggi.

www.careof.org

 



 

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ADI DESIGN INDEX 2023 - SELEZIONE PREMIO COMPASSO D’ORO, PREMIO ECCELLENZE DEL DESIGN NEL LAZIO 2023

 


Installazione commissionata da Carla Fendi Foundation per Spoleto Festival dei Due Mondi 2022.


ADI Design Index 2023 seleziona per il Compasso d’oro 2024 FRAMMENTO FATICA N.26 di Daniele Puppi, installazione commissionata da Carla Fendi Foundation per Spoleto Festival dei Due Mondi 2022. Nella serata inaugurale della mostra, per questo progetto la Carla Fendi Foundation riceverà inoltre il PREMIO ECCELLENZE DEL DESIGN NEL LAZIO 2023 che viene conferito ad Aziende/Organizzazioni/ Fondazioni/Associazioni/Istituti/Università/Scuole di design che hanno sede nel Lazio, pubblicati nell’ADI Design Index.

Dal 27 novembre al 2 dicembre il video di FRAMMENTO FATICA N. 26 di Daniele Puppi, installazione commissionata da Carla Fendi Foundation per Spoleto Festival dei Due Mondi 2022, sarà in mostra a Roma presso lo Spazio WeGil, hub culturale della Regione Lazio gestito da LAZIOcrea. L’esposizione raccoglie oltre 120 lavori preselezionati da ADI Design Index per l’edizione 2024 del Compasso d’Oro 2024.

Frammento Fatica n. 26 è un lavoro fotografico tridimensionale realizzato dall’artista nel 2004, rielaborato concettualmente per diventare un wall-drawing di grandi dimensioni che, come richiesto dal progetto della Fondazione, ha coperto per tutta la durata del Festival la facciata del Teatro Caio Melisso. Il prezioso teatro seicentesco affacciato sulla piazza del Duomo di Spoleto richiedeva importanti interventi di restauro di cui la Fondazione ha supportato i lavori nel corso di cinque anni. In seguito a questo importante contributo il teatro è stato ribattezzato Teatro Caio Melisso - Spazio Carla Fendi.

“Arte e design sono da sempre nel DNA della Carla Fendi Foundation, in particolare nei progetti pensati e commissionati per Spoleto Festival dei Due Mondi, il prestigioso festival culturale interdisciplinare di cui la Fondazione è Main Sponsor da molti anni” dichiara Maria Teresa Venturini Fendi, Presidente della Carla Fendi Foundation. “La gigantesca mano che Frammento Fatica n.26 riproduce mi ha fatto subito pensare ad un gesto di protezione e cura nei confronti di un prezioso bene culturale del passato a cui la Fondazione è particolarmente legata. Sono convinta che un’opera site-specific elaborata per avere una forte relazione con un dato contesto storico possa inserirsi positivamente e con grande impatto visivo e concettuale nel design urbano, anche in un’antica città d’arte come Spoleto, e apprezzo che le intenzioni, il significato e l’estetica contemporanea di questo progetto siano stati compresi e selezionati per ADI Design Index” aggiunge Maria Teresa Venturini Fendi.

Questa selezione chiude, insieme con quella del 2022, un ciclo particolarmente importante di ADI Design in preparazione dell’ XXVIII edizione del Compasso d’Oro, che si terrà nel 2024 nel 70° anniversario dell’istituzione del premio, nato nel 1954 da un’idea di Gio Ponti per dare un riconoscimento alla scelta dei migliori prodotti e servizi di tutti i settori del design e della creatività italiana.

Durante la serata di presentazione svoltasi lo scorso 6 novembre nella sede di ADI DESIGN Museum a Milano è stato presentato il nuovo Comitato scientifico, il gruppo ristretto di esperti che coordina il lavoro di selezione dell’Osservatorio permanente del Design, oggi composto da Laura Badalucco, Makio Hasuike, Domenico Sturabotti, Laura Traldi, Francesco Zurlo. Dal 1999 l’Osservatorio va alla ricerca del miglior design in tutto il territorio italiano e l’apertura nel 2022 dell’ADI DESIGN Museum ha reso disponibile alla consultazione diretta dei ricercatori e all’interesse del pubblico generale la collezione di tutti i prodotti premiati dal Compasso d’Oro dal 1954.

 



 

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Presso Artphilein Bookstore la presentazione di “Trapa Natans”, il nuovo libro di Igor Ponti 


Un progetto durato due anni, durante i quali il fotografo si è dedicato a catturare l'anima mutevole del paesaggio circostante il lago di Muzzano.


Ricominciano gli appuntamenti con il pubblico di Artphilein Bookstore con una presentazione di un progetto editoriale: Trapa Natans, realizzato dal fotografo svizzero Igor Ponti, e pubblicato dalla casa editrice ticinese Fontana Edizioni. La presentazione avrà luogo giovedì 6 dicembre, alle ore 18:30, in via San Salvatore 2 a Paradiso.
Un progetto durato due anni, durante i quali il fotografo si è dedicato a catturare l'anima mutevole del paesaggio circostante il lago di Muzzano. Il risultato è un'indagine approfondita del rapporto intricato tra l’essere umano e la natura.
Attraverso l’obiettivo fotografico, Ponti è riuscito a creare una narrazione visiva che esplora la complessità del paesaggio urbano e naturalistico, evidenziando la bellezza e la fragilità dell'ambiente che ci circonda.
Il focus viene posso sulla Castagna d'Acqua -Trapa Natans -, una pianta che un tempo prosperava nelle acque del lago di Muzzano, e che si è estinta a causa della mancanza di riguardo e cura da parte del territorio.
Un monito potente: un avvertimento sulle conseguenze della nostra indifferenza nei confronti dell’ambiente, e un invito a impegnarsi nella protezione del patrimonio naturale.
Le sue immagini sono testimonianze visive dello stato attuale del territorio. Il fotografo ci invita a riflettere riguardo il nostro impatto sul mondo che ci circonda e sull'importanza di prendersene cura, onde evitare perdite irreparabili, come quella della Trapa Natans.
La presentazione è a ingresso libero e non vi è bisogno di prenotazione.

Igor Ponti è un fotografo svizzero con sede in Svizzera. Durante i suoi studi in arte applicata, ha iniziato a sviluppare il suo interesse per la fotografia. Nel corso degli anni, ha lavorato anche come fotografo editoriale, spinto dal desiderio di continuare la sua ricerca sul paesaggio fotografico e su come è correlato all'ambiente umano. Le sue immagini fanno parte di collezioni private e istituzionali e hanno fatto parte di mostre personali e private.

 



 

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 Motherboy Curated by Stella Bottai and Gray Wielebinski 23.11.2023-17.02.2024 Gió Marconi, Milan Photo: Fabio Mantegna

 

GióMARCONI presenta MOTHERBOY  


Un progetto a cura di Stella Bottai e Gray Wielebinski.


Gió Marconi é lieto di annunciare Motherboy, importante mostra collettiva, visibile fino al 17 febbraio, nata dal dialogo tra la curatrice Stella Bottai e l'artista Gray Wielebinski attorno alla nozione del cosiddetto “mammone”, un concetto che le loro proprie esperienze, rispettivamente come madre e figlio, celebrano, criticano e riconfigurano.

La mostra attinge alle teorie queer, femministe e psicoanalitiche sul rapporto tra madri e figli – rapporto che é carico di grande intensità e simbolicamente ricco – per affrontare i temi del sacrificio, della co-dipendenza, del desiderio, dell’identità, della negazione, delle gerarchie, della possessività e del tradimento. Motherboy riprende la strana convergenza di potere codificata in questo concetto – il lavoro sottovalutato, spesso invisibile, della madre versus il destino privilegiato e viziato del “mammone” – trattandola come punto di partenza per una critica politica più ampia.

Allo stesso tempo riflette in modo esteso sulla categoria del mammone, esaminando le variazioni di questo legame attraverso diverse configurazioni di genere, etnia e cultura. Indicizzando le molteplici modalità, astratte e non, in cui questo concetto si manifesta storicamente – attraverso l’immaginario della lingua materna, della patria, della Santa Madre e del figliol prodigo – Motherboy offre un punto di accesso a questioni fondamentali dei rapporti umani, come l’amore, il potere e l’asimmetria.

La mostra presenta opere nuove e recenti, selezionate in stretto dialogo con gli artisti partecipanti. Spaziando tra pittura, collage, scultura, video e installazione, l’allestimento articola diverse atmosfere sui tre piani della galleria. Tra i leitmotiv del percorso visivo ed espositivo sono le posture e gli atteggiamenti del corpo, che amplificano il significato di determinate azioni – come stare in piedi, mettersi in posa, dormire, colpire o abbracciare – in connessione con le gerarchie interpersonali e il linguaggio emotivo.

Motherboy è radicato nel contesto italiano e tuttavia proietta uno scenario più ampio oltre le identità nazionali. Il termine mammismo è un esempio di tradizione inventata nel dopoguerra, per via –– secondo la storica Marina d'Amelio – di scrittori come Corrado Alvaro, che per primo coniò il termine nel 1952, alla ricerca di ragioni che spiegassero i mali sociali dell’Italia. Un’attenzione materna carente o distorta è stata ritenuta responsabile delle carenze degli uomini italiani e quindi della società italiana in generale – un concetto che in gran parte filtra all’interno della cultura odierna, come notato dall’accademica Jacqueline Rose, che scrive “le madri sono socialmente il sommo capro espiatorio per i nostri fallimenti personali e politici, per tutto ciò che è sbagliato nel mondo”.

Nel complesso, la mostra mette in scena una riflessione sugli aspetti terribili, teneri e comici del rapporto madre-figlio come specchio sia dell'associazione che della dissociazione, affrontandone le ricadute sull'immaginario sociale collettivo. Riflettendo su concetti quali autorità, emancipazione, amore e vulnerabilità, Motherboy tenta di mettere in atto, in maniera generativa, un ritiro dai costrutti patriarcali di questa nozione, alla ricerca di un legame familiare che sia consapevole ma liberato dalla propria storia.

La mostra Motherboy e’ accompagnata da un nuovo saggio di Asa Seresin, disponibile presso la galleria e online su giomarconi.com